“If Day”: la Simulazione d’Invasione Nazista in Canada per Finanziare la Guerra

“NESSUNO AGISCE, PARLA O PENSA CONTRO I NOSTRI DECRETI” (frase conclusiva di un proclama diffuso durante la simulazione)

Cosa succederebbe se la tua città fosse invasa da un esercito nazista? Questa è la domanda che si sono posti gli organizzatori di If Day, una simulazione di invasione e occupazione nazista della città di Winnipeg, in Canada, e delle aree circostanti, avvenuta il 19 febbraio 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo scopo era sensibilizzare la popolazione sulla necessità di sostenere lo sforzo bellico e promuovere l’acquisto di obbligazioni di guerra, chiamati Victory Bonds. Il comitato organizzatore, guidato dal noto uomo d’affari di Winnipeg J. D. Perrin, credeva che portare la guerra (o meglio, una simulazione di essa) nelle case delle persone avrebbe cambiato l’atteggiamento di coloro che non erano direttamente colpiti dal conflitto.

Mappa del Canada, Winnipeg a sud, vicino al confine – immagine di Pubblico dominio via Wikipedia

La Seconda Guerra Mondiale era iniziata da circa tre anni. Le ambizioni della Germania Nazista avevano allarmato i governi di varie nazioni, tra cui il Canada. I trattati internazionali erano stati stracciati e questo, ricordando il grande costo che ebbe la Prima Guerra, non poteva passare inosservato. L’ordine andava preservato, con la guerra se necessario; e per farlo serviva raccogliere il consenso della popolazione, che avrebbe sostenuto il costo della guerra, sia economico che in termini di vite umane.

Manifesto propagandistico della seconda guerra mondiale – immagine di Pubblico dominio via Wikipedia

Il Canada era entrato nel conflitto subito dopo la Gran Bretagna. Il suo impegno iniziale fu limitato, ma ben presto si renderà necessario un maggiore dispiegamento di risorse. La coscrizione non era sufficiente, serviva il sostegno finanziario dei cittadini. Per questo furono istituiti i Victory Bonds, che il governo cercò di vendere con efficaci campagne pubblicitarie (cerimonie, manifesti, discorsi), tra cui If Day, una manifestazione molto elaborata e realistica, che coinvolse circa 3.500 volontari vestiti da soldati tedeschi e canadesi (a cui non mancò persino il trucco per simulare delle ferite), oltre a numerosi civili.

Il poster dei Canadian Victory Bonds – immagine di Pubblico dominio via Wikipedia

Era il 18 febbraio. Sopra Winnipeg volavano aerei tedeschi. Dalle 5:30 del mattino successivo debuttarono i soldati nazisti, avevano cominciato ad affluire in città, arrestando un operatore radiofonico e prendendo il controllo delle trasmissioni, mentre le sirene suonavano. L’allarme era stato lanciato. Era una gelida mattina invernale, circa 24 gradi sotto zero, quando le truppe di difesa e i volontari vennero radunati per stabilire un perimetro di difesa e spegnere i fuochi appiccati in vari luoghi. Parte della popolazione verrà coinvolta nell’assistenza all’esercito: servizio di mensa e assistenza medica.

Marchi del Reich tedeschi falsi; il retro presenta una pubblicità per Victory Bond – immagine di Pubblico dominio via Wikipedia

I cannoni sparavano a salve contro i nemici. La città si era trovata di punto in bianco sotto attacco; un attacco simulato nella realtà, ma non per gli ignari cittadini, convinti d’essere soggetti a una vera e propria invasione. La forza locale indietreggiava sotto la spinta dei carri armati, impegnati ad avanzare verso il centro urbano, mentre i cannoni e gli aerei fornivano copertura. In città vennero anche provocate delle esplosioni e i ponti furono fatti crollare, per rendere il tutto più realistico. La resa arriverà alle 9:30.

Soldati tedeschi simulati che molestano un portatore di giornali – immagine di Pubblico dominio via Wikipedia

Nella nuova città di Himmlerstadt era stata issata la svastica. Un carro armato sfilava per la via principale, mentre alcune persone, tra cui le alte cariche cittadine, subito sostituite da finti delegati nazisti, furono condotte in campi d’internamento. Chi fuggiva veniva preso. I cittadini vennero sottoposti a un coprifuoco. Vennero proibite le riunioni e le associazioni. Chiusi i luoghi pubblici. Ordinato l’acquartieramento dell’esercito nazista in case private e fatti dei censimenti e perquisizioni. Venne preso il controllo delle scorte alimentari e di altri beni, che furono razionati; e decretata la pena capitale per gli oppositori.

I funzionari della città vengono arrestati e portati al campo di internamento – immagine di Pubblico dominio via Wikipedia

I regolamenti venivano affissi ovunque. Fu pubblicata una barzelletta che il capofamiglia avrebbe dovuto leggere e alla cui fine tutti avrebbero dovuto ridere, obbligatoriamente. Le biblioteche furono svuotate e i libri a tema libertà e democrazia bruciati (erano già destinati allo smaltimento). I soldati spadroneggiavano, razziando e devastando. A scuola fu imposto un programma di matrice nazista. Venne imposto il marco tedesco, come valuta ufficiale. Ma, quando tutto sembrava ormai perduto, alle 17:30, arrivò un inatteso comunicato: Non deve accadere qui! 

Mappa che mostra la vendita di Victory Bonds a Manitoba – immagine di Pubblico dominio via Wikipedia

I prigionieri furono rilasciati; si fecero discorsi, parate e banchetti, mentre si promuovevano i Victory Bonds. I media non parlavano d’altro. La campagna era stato un successo. La simulazione ebbe un forte impatto emotivo sui cittadini di Winnipeg, sulla provincia di Manitoba e sulla nazione, che si sentirono minacciati nella loro libertà e sicurezza. L’evento servì a far capire ai canadesi cosa stava succedendo in Europa e quali fossero le conseguenze della guerra, portando a un grande incremento dell’acquisto di obbligazioni, che aiutarono il Canada a sostenere lo sforzo bellico per la liberazione dalla minaccia nazista e dell’Asse.


Pubblicato

in

da