Eloisa e Abelardo: il Dramma di un’impossibile Amore Medievale

Se Augusto, sovrano di tutto il mondo, mi stimasse degna dell’onore del matrimonio, e mi offrisse il mondo intero da governare in perpetuo, a me più caro sarebbe essere chiamata tua prostituta che sua imperatrice (Eloisa, Lettera ad Abelardo)

Paolo e Francesca, Tristano e Isotta, Ginevra e Lancillotto. Il medioevo è stato vivaio di struggenti storie d’amore, ancora oggi in grado di appassionare un gran numero di lettori. Cavalleria, innamoramenti, sesso e grandi delusioni: poesia e prosa non si facevano mancare nulla, ispirate a volte dalla realtà. Ebbene, tra i grandi amori non possiamo certo dimenticare quello intercorso tra Eloisa e Abelardo, consumatosi nel XII secolo, in Francia, in passato reputato l’ennesima storia di fantasia, oggi considerato reale dagli studiosi.

Tristano e Isotta con la Pozione, John William Waterhouse, 1916 – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Nato a Le Pallet nel 1079, Pietro Abelardo appartiene a una colta famiglia aristocratica. Decisamente interessato allo studio, viaggia per la Francia, seguendo le lezioni dei maestri di dialettica, filosofia e teologia. Si fa conoscere a Parigi per i suoi arguti dibattiti, ottenendo una cattedra all’ambita scuola della Cattedrale. E’ un periodo di grande impegno culturale e artistico, ma anche di espansione e riforma della cristianità. L’XI secolo ha visto la nascita di importanti scuole sia private che ecclesiastiche, sedi di grandi discussioni, soprattutto a sfondo teologico.

Statua di Abelardo al Palazzo del Louvre a Parigi di Jules Cavelier – immagine di Jastrow sotto licenza CC BY 3.0 via Wikipedia

Proprio a Parigi, Abelardo, divenuto canonico, incontra una giovane colta e brillante, Eloisa, donna di grande fascino e intelligenza, appassionata di poesia e letteratura latina. Allevata nel convento di Argenteuil, ha studiato greco, latino ed ebraico, facendosi notare per il suo grande acume. L’orgoglioso zio, Fulberto, la porterà con sé alla Cattedrale, dove, all’età di diciassette anni, incontrerà Abelardo.

Raffigurazione di Eloisa (1883) – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Il maestro inizia a darle lezioni private e tra i due nasce una forte attrazione, prima intellettuale, poi amorosa e carnale, soggetta, loro malgrado, a diverse difficoltà. Abelardo fa vanto della sua intelligenza e della sua fama, lasciapassare per il cuore di qualsiasi donna, ma ha anche una reputazione da mantenere. La loro relazione può causare uno scandalo, considerando, pure, il tradimento del celibato (secondo alcuni non rispettato neppure in passato da lui).

Eloisa e Abelardo, pittura al Petit Palais – immagine di
StarTigerJLN sotto licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Pietro è “infiammato dalla passione per questa fanciulla“. Vuole passare con lei ogni momento, non pensa ad altro. Decide, allora, di proporre a Fulberto di andare a vivere nella sua casa, in cambio di una somma di denaro, con la scusa di potersi, così, concentrare di più sui suoi studi. In fondo, era considerato uno dei maggiori intellettuali dell’epoca e questo doveva far sentire Fulberto onorato, dato che chiese al maestro di prendere Eloisa sotto la sua ala.

La semplicità dell’uomo era a dir poco stupefacente per me; non sarei stato più colpito dalla meraviglia se avesse affidato un tenero agnello alle cure di un lupo famelico. Quando l’aveva affidata così a me, non solo per essere istruita ma anche per essere disciplinata, che cosa aveva fatto se non dare libero sfogo ai miei desideri”

Jean-Baptiste Goyet , Héloïse et Abailard , 1829 – immagine di Stevensaylor sotto licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Abelardo ottiene persino il permesso di punirla qualora si dimostri  negligente. Ciò dà la possibilità, a questo “lupo famelico”, di costringerla con la forza a soddisfare la sua lussuria, qualora non l’avesse ottenuta con le buone. Ma le percosse, a detta di Abelardo, non erano dovute alla rabbia, bensì funzionali a non far scoprire la relazione, sebbene, come scriverà in una sua lettera, non abbia mancato di usarle, talvolta, per costringere la ragazza (questo è uno dei punti più controversi della storia d’amore).

Abelardo e la sua allieva Heloise di Edmund Leighton , 1882 – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

In ogni caso, i due s’incontrano di nascosto, profittando d’ogni opportunità. Passano il tempo divorandosi con lo sguardo, sfiorandosi la pelle, baciandosi e prendendosi. La passione è esplosa, non c’è spazio per lo studio, non c’è spazio per altro. Abelardo trascura i suoi studi e le lezioni, preoccupando gli studenti. La filosofia non lo attira più: se ne occupa solo per senso del dovere e per abitudine. Eloisa è l’unico suo pensiero, la musa ispiratrice dei suoi versi d’amore, così come Pietro era l’unica ossessione di Eloisa.

Léon-Marie-Joseph Billardet (1818–1862), Abelardo istruisce Eloisa – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Le cose però non possono andare per il verso giusto ancora a lungo. Come ogni storia d’amore che si rispetti il dolore non può certo mancare. Che ci sia del tenero è oramai divenuto evidente a tutti. Persino Fulberto ne è venuto a conoscenza, portando i due amanti a separarsi, rei d’aver arrecato vergogna alla sua famiglia, in casa sua.

“Abaelardo ed Eloisa sorpresi dal maestro Fulberto”, del pittore romantico Jean Vignaud (1819) – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Ciò non può, tuttavia, cancellare i sentimenti della coppia, che continua a mantenere i contatti. E come se non bastasse, la ragazza è anche rimasta incinta. Abelardo, approfittando della notte e dell’assenza dello zio, prende con sé l’amata, conducendola dalla sua famiglia in Bretagna, dove darà alla luce Astrolabio.

Abelardo ed Héloïse in un manoscritto del Roman de la Rose (XIV secolo) – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Intanto, l’ira dello zio monta. Abelardo si risolve di chiedere a Fulberto la mano di una Eloisa fermamente contraria, preoccupata per la vita e la reputazione dell’uomo, che cercherà di far desistere facendo uso delle sue ampie conoscenze filosofiche. Pietro, inoltre, è un canonico e uno dei più grandi studiosi dell’epoca. Da lui ci si aspetta studio e “rettitudine”.

Eloisa e Abelardo, circa 1837, di Charles Durupt – immagine di Charles Durupt – Galerie Michel Descours – Archived url sotto licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Ciò nonostante, il matrimonio si fa, venendo mantenuto segreto, come da accordi con lo zio. Sebbene i due cerchino di limitare il più possibile gli incontri, il desiderio di vendetta di Fulberto è troppo grande, tanto che, violando la promessa, racconta a chiunque del matrimonio. Mentre Eloisa cerca in tutti i modi di difendere se stessa e il marito dalle accuse, Abelardo delibera di inviarla in convento, rendendo cieco di rabbia il furente Fulberto, convinto della malafede dell’uomo, che accusa di volersi solo liberare della moglie, dopo aver soddisfatto i suoi pruriti. In realtà, i due non mancheranno di appartarsi anche in quel luogo sacro.

Eloisa e Abelardo, Illustrazione di Eleanor FORTESCUE BRICKDALE dal suo Libro d’oro delle donne famose, London: Hodder and Stoughton, 1919 – immagine di Eleanor Fortescue-Brickdale sotto licenza CC0 via Wikipedia

E’ così, dunque, che, nella notte, Fulberto e i suoi parenti, corrotti i servitori del filosofo, irrompono nelle sue stanze, evirandolo. Un servitore e un parente di Fulberto saranno catturati e la verità verrà a galla. Al mattino la folla si è radunata. Si grida allo scandalo. La reputazione di Abelardo è compromessa. Non gli rimane che chiudersi anch’egli in un’abbazia, a Saint Denis.

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Abelardo, aggredito e castrato – immagine di StarTigerJLN sotto licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Mentre il figlio, Astrolabio, viene allevato dalla famiglia di Abelardo, questi si fa non pochi nemici a Saint Denis, che accusa di eccessiva licenziosità. Viene accusato di eresia per alcuni suoi scritti e costretto alla vita in perpetuo in monastero, che lascerà a favore di una vita da eremita. Attirati nuovi studenti, riprende a viaggiare e a insegnare, intrattenendo, inoltre, una lunga corrispondenza con Eloisa, che fa trasferire nell’oratorio del Paracleto, da lui fondato, dove diverrà badessa.

Heloise prende l’abito ad Argenteuil – immagine di StarTigerJLN sotto licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Intanto, alla giovane è pervenuta una lettera scritta da Abelardo. Questa era indirizzata a un amico del marito, ma in qualche modo è entrata nelle sue mani. Racconta delle sue disgrazie e delle sue pene d’amore. Eloisa la legge con affetto e nostalgia, ricordando il suo amore perduto. Preoccupata per la sua incolumità, risponde esortandolo a scriverle, a dividere con lei i suoi dolori.

Eloisa all’Abbazia del Paraclito di Jean-Baptiste Mallet (XIX secolo) – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Ella soffre; gli è ancora legata. E’ sua moglie; è stata sua amante; ha sempre ubbidito, anche quando si è trattato di perdere se stessa e lasciare per sempre l’amato. Di lui non ha mai voluto le ricchezze, ma solo l’amore, la passione, il desiderio incondizionato. Patisce il suo allontanamento; inizia a temere che egli non la ami veramente, che l’abbia abbandonata, come dicono le malelingue, dopo aver appagato le sue voglie.

“… tu eri l’unico padrone non solo del mio corpo, ma anche della mia anima

Abelardo riceve Eloisa al monastero del Paraclito estratto da La France illustrée – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Lo supplica di scriverle. Se lei ha rinunciato a tutto, chiudendosi in un monastero non per vocazione, ma per ordine dell’amato, lui avrebbe almeno potuto dedicarle qualche riga, farle sapere che era ancora in cima ai suoi pensieri.

Ex abbazia del Paraclito – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

L’uomo risponde di non aver mai pensato ch’ella avesse bisogno del suo conforto, date le sue grandi virtù. La esorta a pregare per lui e più che moglie la considera “sorella”, in virtù dei voti monastici pronunciati, sebbene dichiari di appartenerle ancora. Teme, inoltre, di morire, per mano dei suoi nemici, e le chiede di portare, all’occorrenza, la sua salma nel cimitero del Paracleto.

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Héloïse abbraccia la vita monastica, 1812 di Jean-Antoine Laurent – immagine di Dominio pubblico via Wikipedia

Eloisa è distrutta dal dolore. Rivendica e va orgogliosa della carnalità della loro relazione. Preferirebbe essere sua prostituta che moglie del sovrano del mondo. Non può tollerare il pensiero che il proprio amato possa cadere assassinato e non può sopportare la lontananza e le dure parole di Abelardo. Si lamenta con lui e con Dio del suo dolore. Si considera un’ipocrita: se le persone sono convinte della sua purezza, lei è ben conscia del desiderio che la infiamma. Ancora non si è lasciata alle spalle la lussuria. Giacerebbe ancora col suo amato se questi si presentasse da lei. Ma, oramai, Abelardo è dell’avviso che debbano farsene una ragione: il loro rapporto non sarà più come un tempo. Devono arrendersi alla sofferenza e affidarsi a Dio, cosicché possano raggiungere insieme la beatitudine eterna. Il loro amore ha raggiunto un altro stadio, uno stadio più elevato, perpetuo, spirituale.

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Fa appello al tuo sentimento religioso per non essere separata da me anche quando andrò con Dio, e pensa che il fine ultimo di tutto questo è la felicità eterna, e che i frutti di questa felicità saranno più dolci se noi li gusteremo insieme”

Tomba di Eloisa e Abelardo a Pere Lachaise – immagine di Pierre-Yves Beaudouin sotto licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

I due continueranno il loro lavoro di guide e intellettuali sino alla morte, continuando a scriversi su questioni filosofiche e teologiche. Abelardo verrà a mancare nel 1142; Eloisa nel 1164. Entrambi verranno sepolti al Paracleto l’uno accanto all’altra (poi, pare, spostati al cimitero di Père Lachaise di Parigi, dove riposerebbero tutt’oggi).


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