La nascita e lo sviluppo delle colonie nelle cosiddette Indie occidentali non è solo una storia di conquista di territori e di sterminio di intere popolazioni native. E’ anche una storia di speculazioni e affari poco puliti che si sviluppano con il miraggio di una facile ricchezza, una narrazione che si ripete sempre diversa nelle situazioni e sempre uguale nello schema fino ad oggi.
Il Diavolo del Denaro – 1720
Parigi, anno 1716. Lo spregiudicato economista, matematico e giocatore d’azzardo scozzese John Law convince il reggente del trono di Francia, Filippo d’Orleans, a creare la Banque generale, prima banca centrale del paese. Il reggente abbraccia con entusiasmo le azzardate teorie finanziarie di Law e lo autorizza a emettere cartamoneta al posto del denaro in oro e argento. Sembra un sistema facile per combattere l’inevitabile instabilità monetaria legata alle fluttuazioni del valore di oro e argento, e la mancanza cronica di liquidità che frena la crescita economica.
John Law
Filippo d’Orleans, alla morte di Luigi XIV, si era ritrovato con un paese sull’orlo della bancarotta e vede nelle proposte dell’economista scozzese un modo per risolvere il problema dell’indebitamento statale e al tempo stesso ridare vigore all’economia della Francia.
Parigi, anno 1717. John Law acquista la Compagnie du Mississippi, che dal 1684 aveva il monopolio sul commercio con le colonie del Nord America, e la trasforma in Compagnie d’Occident, che sarà alla base di una delle prime bolle economiche della storia.
Parigi, anno 1718. La Banque Generale diventa Banque Royale: una differenza non da poco, perché a garantire il valore delle banconote emesse è lo Stato. La banca si accolla il debito pubblico, a fronte di agevolazioni e privilegi straordinari, fidando di risanarlo con le entrate provenienti dagli investitori che volevano acquisire quote nella Compagnie d’Occident. Un’incredibile ricchezza appariva a portata di mano: la colonia della Louisiana aveva una quantità d’oro straordinaria, che aspettava solo di essere estratta a vantaggio degli azionisti che acquistavano, si badi bene, con banconote.
John Law fa un lavoro di marketing incredibile, e afferma di aver lui stesso acquisito grandi proprietà in Louisiana, anche se non è vero nulla. A quel punto tutti vogliono una quota della Compagnie d’Occident, il prezzo delle azioni sale stelle e John Law stampa banconote che non hanno nessun corrispettivo.
Rue Quincampoix, una strada che è poco più di un vicolo e ospita la sede della Compagnie d’Occident, si trasforma in una sorta di ufficio all’aperto per lo scambio di titoli: giorno e notte c’è gente che cerca il colpo grosso, mentre altri guadagnano qualcosa trasformandosi in scrivanie umane, a pagamento ovviamente. Per cercare di contrastare quel terribile caos si decide di regolare l’accesso alla strada, con ingressi distinti per la ricca nobiltà e per il resto della popolazione.
La presunta proprietà di Law a Biloxi Louisiana
Tutta quella gente però non sa che quel territorio decantato come una sorta di Eden pieno d’oro, è in realtà un’area paludosa scarsamente popolata: nel 1718 ci sono solo 700 europei.
Un’immagine idilliaca della Louisiana nel ‘700
John Law, come capo della Compagnie d’Occident si fa in quattro per cercare qualcuno disposto a emigrare nel nuovo Eldorado, ma non molti si fanno incantare e sono veramente pochi quelli che si imbarcano per quell’avventura. A quel punto Law si rivolge ai disperati, a chi non ha nulla da perdere: cerca negli ospizi per i poveri, tra alcolizzati ed ex-soldati allo sbando. Poi addirittura fa un’offerta ai carcerati: sposare una prostituta e salpare verso le terre del tramonto. Non è esattamente un viaggio di nozze, ma almeno una promessa di libertà, anche se i novelli sposi sono incatenati uno all’altro finché non salgono sulle navi.
Laggiù nel Mississippi non è che siano molto contenti dell’arrivo di questi nuovi coloni, ma non possono farci nulla
Parigi, anno 1719. Il valore delle azioni della Compagnia sale a dismisura, gli speculatori puntano a un rialzo e fanno affari d’oro, accumulano banconote a milioni (così nasce il termine milionario), ma non dura molto.
Parigi, anno 1720. John Law diventa Controllore generale delle finanze, la Banque Royale e la Compagnie d’Occident (chiamata anche Compagnia delle Indie) vengono unificate. A maggio Law cerca di sanare la contraddizione tra l’enorme numero di banconote circolanti e la rivalutazione del loro valore. Emana un decreto che prevede una riduzione progressiva sia del valore della cartamoneta sia delle azioni della Compagnia.
Immagine caricaturale della vicenda
E’ l’inizio della fine:
Scoppia la Bolla del Mississippi
Nessuno vuole più né azioni né banconote. Tutti corrono alla Banque Royale per chiedere il corrispettivo in monete d’argento e d’oro, che ovviamente non ci sono (il tesoro copriva all’incirca un quinto della cartamoneta in circolazione). Il sistema monetario di Law è fallito.
Alla fine dell’anno l’ex finanziere d’assalto è costretto a lasciare la Francia e tutti i beni accumulati (pare che avesse acquistato ventuno castelli) in pochi anni. Da allora vive prevalentemente a Venezia, dove si mantiene giocando d’azzardo, e dove muore, praticamente in miseria, nel 1729.
Di lui scrisse l’economista John K. Galbraith, nel 1987:
“(…) forse il più innovativo mascalzone in campo finanziario di tutti i tempi (…)”
Per dovere di cronaca, occorre aggiungere che, praticamente negli stessi anni, succede una cosa analoga di là dalla Manica: la South Sea Company of England, una Compagnia analoga a quella francese, decide di imitare il modello di Law, emettendo azioni e comprando parte del debito pubblico. Finisce allo stesso modo: in una Bolla…