Il misterioso viaggio di Niccolò e Antonio Zeno: due Veneziani in Nord America nel 1380?

Et dice il paese essere grandissimo, e quasi un nuovo mondo

1558. A Venezia viene pubblicato il resoconto di uno stupefacente viaggio nel Nord Atlantico, risalente alla fine del XIV secolo. Stando a questo, due fratelli veneziani avrebbero esplorato il Nord Atlantico e le terre artiche attorno al 1380-90, anticipando di un secolo le scoperte di Cristoforo Colombo e Giovanni Caboto. Ma quanto c’è di vero in questa storia?

Niccolò Zeno, 1560-1565 – immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La relazione di Niccolò Zeno il Giovane

La principale fonte del viaggio dei fratelli Zeno è la relazione di Niccolò Zeno il Giovane, un nobile veneziano, politico, appassionato di letteratura, storia e geografia. Questi affermò di aver trovato, tra le carte dei suoi antenati, delle lettere scritte da Niccolò e Antonio durante il loro viaggio. A queste aggiunse una carta geografica che mostrava le isole e le terre visitate dai due navigatori.

Riproduzione della “Mappa di Zeno” – immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Secondo la relazione, Niccolò Zeno, stanco della guerra di Chioggia, contro i genovesi, e desideroso di vedere il mondo, partì da Venezia nel 1380 (secondo la ricostruzione di Robilant in Irresistibile Nord, almeno nel 1383, dopo la fine della guerra), per andare a commerciare nelle Fiandre. Mentre veleggiava col vento in poppa, verso i floridi porti nordeuropei, una tempesta lo fece naufragare sull’isola di Frislanda, fantastica terra, più vasta dell’Irlanda, situata oltre la Scozia; frastagliata e abitata da una comunità ostile, che subito mosse contro lo straniero. A risolvere il conflitto arriverà, prontamente, un Principe parlante latino, Zichmni, acerrimo rivale del re di Norvegia, il quale mirava al dominio dell’isola.

Palazzo della famiglia Zen a Venezia – immagine di Wolfgang Moroder sotto licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Divenuto amico del Signore, Niccolò lo aiutò dapprima nelle sue imprese militari in Frislanda, per poi scrivere al fratello Antonio di raggiungerlo, cosa che farà, entrando anch’egli al servizio di Zichmni. Intanto, a Niccolò era stato dato il comando di un’armata, che mosse contro i regni vicini, tra cui la Norvegia. Una burrasca, tuttavia, caccerà la flotta di Niccolò verso Grislanda, una grande isola disabitata, dalla quale, Zichmni cercherà di assaltare, senza successo, l’Islanda dominata dai norvegesi. Lo stanco Niccolò, tuttavia, desideroso di continuare a viaggiare, riprese il mare e approdò in una terra che, nonostante il freddo artico, il ghiaccio e la neve, era caratterizzata dalla crescita di vegetazione, Engrovelant (identificata con la Groenlandia), dove s’imbatterà in un monastero e in una chiesa dedicata a San Tommaso, frequentati da monaci scandinavi, dediti al commercio con i loro stessi connazionali. Durante la sua permanenza in questa terra, Niccolò s’ammalò e, tornato in Frislanda, spirò.

Frislanda è presente anche nella mappa di Abraham Ortelius, 1573 – immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le avventure di Antonio, però, non erano ancora finite. Con una flotta di Zichmni, navigò verso ovest, giungendo a Estotiland (terra già visitata da un pescatore approdato fortuitamente sulle sue sponde), isola dominata da un re, residente in una splendida città. Qui incontrarono un uomo parlante latino, che farà loro da interprete, e scopriranno di non essere stati i primi ad arrivare: in un imprecisato passato altri sono giunti dall’Europa. Questa terra si dimostrerà immensa, con vaste foreste, abitata da genti nude, tecnologicamente arretrate, cannibali e bellicose, ma anche da popoli costruttori di città, templi e castelli, talvolta dediti ai sacrifici umani, soprattutto a sud.

Il termine “Estotilande” è indicato su questa carta della Nuova Francia del 1660 – immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La relazione di Niccolò Zeno il Giovane fu pubblicata insieme ai Commentarii del viaggio in Persia di Caterino Zeno, un altro suo antenato che aveva visitato l’Oriente nel XV secolo. L’opera ebbe un grande successo e influenzò le conoscenze geografiche dell’epoca, tanto che la carta dei fratelli Zeno fu riprodotta in molte altre mappe.

Zeno potrebbe aver attinto alla Carta Marina di Olaus Magnus, 1535 – immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le critiche alla relazione

La relazione fu presto messa in dubbio da molti studiosi, che ne evidenziarono le incongruenze, le contraddizioni e le falsificazioni.

Innanzitutto, non esistono prove documentarie dell’esistenza delle lettere originali dei fratelli Zeno, che sarebbero andate perdute in un incendio. L’unica testimonianza è quella del pronipote, che potrebbe averle inventate o alterate a suo piacimento, insieme alla celebre mappa.

Mappa del 1692 raffigurante Frislanda e parte della Groenlandia – immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La relazione presenta molte somiglianze con altre opere letterarie o storiche precedenti o contemporanee, rinascimentali, cavalleresche e classiche. Ad esempio, Il racconto del pescatore smarrito, arrivato in una terra sconosciuta, ricorda quello irlandese di Brandano e quello di Ulisse, arricchito di elementi presi dai testi circolanti a Venezia nel Cinquecento; la storia della Nuova Scozia richiama quella del Vinland dei vichinghi (c’è, tra i sostenitori della sua veridicità, chi suggerisce che la comunità incontrata in Estotiland sia proprio di origini norrene).

Mappa delle Orcadi con Mainland in evidenza – immagine di Jcness0000 sotto licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Inoltre, il racconto non trova conferma in nessuna altra fonte coeva o successiva. Non ci sono documenti veneziani che attestino il viaggio dei fratelli Zeno; mancano testimonianze scozzesi o norvegesi che li menzionino; né tracce archeologiche o linguistiche della loro presenza nelle Americhe. E’ inoltre difficile ricostruire la storia dei protagonisti. Avevano davvero lasciato Venezia, negli anni Ottanta del XIV secolo?

Per tutti questi motivi, la maggior parte degli storici ritiene la relazione di Niccolò Zeno il Giovane sia una finzione letteraria o un falso storico, volta a glorificare la sua famiglia o a rivendicare una priorità veneziana nella scoperta del nuovo mondo.

Dettaglio della Frislanda dalla mappa artica di Mercatore del 1623 -immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Alcune ipotesi alternative

Tuttavia, non manca chi cercato di salvare almeno in parte la veridicità della relazione dei fratelli Zeno, proponendo alcune ipotesi alternative.

La tesi più celebre è ambientata alle Far Oer, basata sulla similitudine tra alcuni toponimi. Magari Niccolò il Giovane aveva preso la logora carta originale per ridisegnarla, finendo con l’unire le isole dell’arcipelago in un’unica terra. Tuttavia, potrebbe benissimo averla inventata prendendo spunto dalla mappa di Mateo Prunes (1553), ritraente il Fixland, con cui condivide alcuni toponimi. E’ stato, poi, suggerito che Zichmni (secondo alcuni solo un semplice un pirata o un piccolo proprietario terriero) fosse Henry Sinclair, nobile scozzese e conte delle Orcadi; ed ecco che Porlanda diventa Pomona (l’isola di Mainland, nelle Orcadi) e Sorant, Sutherland. Oltretutto queste isole, nel Trecento, sono state legate alla Norvegia, che per molto tempo le dominò e con cui intrattenevano rapporti commerciali.

Statua di Henry Sinclair – immagine di Steven Wood Collins sotto licenza CC BY 4.0 via Wikipedia

Altra teoria è quella della confusione confusione geografica: secondo la quale i fratelli Zeno avrebbero effettivamente visitato alcune isole del nord Atlantico ma le avrebbero confuse tra loro o con altre isole più lontane.

Un ipotesi sostiene, invece, che i fratelli Zeno abbiano effettivamente scritto delle lettere durante il loro viaggio ma che sarebbero state alterate o integrate da Niccolò Zeno il Giovane con elementi tratti da altre opere letterarie o storiche. In questo modo si spiegherebbero alcune somiglianze con altri testi.

Chiesa di Hvalsey , uno dei resti meglio conservati dell’insediamento norreno in Groenlandia – immagine di Number 57 sotto licenza CC0 via Wikipedia

Conclusioni

Il viaggio di Niccolò e Antonio Zeno resta uno dei più enigmatici della storia della navigazione. Nonostante le numerose critiche alla relazione pubblicata dal loro pronipote nel XVI secolo, alcuni studiosi hanno cercato di difendere almeno in parte la sua autenticità proponendo diverse ipotesi alternative.

Esplorazioni norrene nel Nord Atlantico – immagine di Masae sotto licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Tuttavia, nessuna di queste ipotesi è riuscita a fornire prove abbastanza convincenti a sostegno della loro tesi. Pertanto, la relazione dei fratelli Zeno resta un documento di dubbia attendibilità, che non può essere considerato una prova certa della loro scoperta delle Americhe.


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