Da 6 a 9 Mesi tra Musica, Parole ed Esperienze

Da quando Elena è nata sono successe molte cose e si sono susseguiti un’innumerevole serie di accadimenti: nuove scoperte, esperienze, obbiettivi raggiunti, prime certezze e un maggiore senso di autonomia. Si tratta di un percorso lungo, faticoso, fatto di progressi, di vittorie, ma anche di naturali regressi.

Nonostante questo, i nostri piccoli, a differenza di noi adulti, non si abbattono, sanno che prima o poi riusciranno a camminare, a mangiare da soli e a “portare a casa” il tanto desiderato risultato. Oggi ci occupiamo della fascia sei – nove mesi, evidenziando alcuni punti pedagogici e linguistici da tenere in considerazione.

A sei mesi il bambino è ancora piccolo, ma come abbiamo visto la scorsa volta, sono già iniziati dei processi importanti: quello dell’osservazione, quello dello sviluppo motorio e quello della comunicazione.

Perché l’osservazione? Perché abbiamo a che fare con dei piccoli esploratori e forse non ce ne rendiamo conto! L’imparare a stare seduto è un primo passo avanti; in questo modo il bambino può vedere, toccare e cercare di raggiungere oggetti vicini e più lontani, quando poi impara a gattonare si ha un vero e proprio balzo in avanti. Elena ha iniziato verso i sette mesi a gattonare,  non di certo in maniera perfetta, inizialmente “strisciava” appoggiandosi sui gomiti, abbastanza da potersi spostare avanti e indietro e prendere tutto ciò che attirava la sua attenzione. Alla fine degli otto mesi aveva imparato a stare in piedi aggrappandosi a un appoggio.

Se fino a poco tempo fa doveva affidarsi a un adulto per poter prendere dei giochi, questo d’ora in poi non era più un problema: Elena cresceva e con  lei la consapevolezza del suo corpo e di ciò che  era in grado di fare. Il box è diventato ormai la “palestra” in cui allenarsi, sperimentare cose nuove e accrescere la sicurezza della piccola.

Ed è proprio in questo periodo che Elena ha maturato un crescente interesse per scatole di ogni tipo: inizialmente i suoi genitori, e talvolta anche i nonni, hanno iniziato a farle vedere come si aprivano e si richiudevano. Successivamente, i contenitori sono stati riempiti con oggetti per poi tirarli fuori, inconsapevolmente, ha avuto i suoi primi contatti con i travasi, i quali, iniziati per gioco con delle palline l’hanno portata, qualche mese più tardi, ad utilizzarli con qualsiasi altro tipo di materiale: frutta secca, granaglie, qualunque cosa avesse a disposizione.

I travasi e la manipolazione, come insegna il Metodo ACA, non dovrebbero mai mancare nella quotidianità di ogni bambino poiché presentano innumerevoli vantaggi: sviluppano la coordinazione oculo-manuale, aiutano a comprendere la relazione causa-effetto e il concetto di spazio. Permettono di imparare a conoscere meglio granaglie e semi di diverso tipo anche grazie all’utilizzo dei cinque sensi. Essendo Elena ancora piccola, abbiamo iniziato questa attività con delle semplici palline, che la bambina poteva prendere in mano senza metterle in bocca in maniera pericolosa.

Gli oggetti messi a disposizione, sia che si trattasse di giochi, che di materiale di recupero,

hanno sempre attirato la sua attenzione, andando a osservarli, studiarli e a utilizzarli in svariati modi. Se, per esempio, le scatole prima servivano per fare i travasi ora erano diventate dei piccoli tamburelli. Questi, insieme a qualche canzone per bambini e alla pianola, non quella in dotazione insieme alla palestrina, ma una vera e propria tastiera per ragazzi, hanno assicurato alla bambina un contatto continuo con la musica. Anche se inizialmente Elena sembrava un po’ impaurita ha, poco per volta, acquisito sicurezza, provando a suonare da sola.

Come dimostrano diversi studi, la musica ha effetti positivi sullo sviluppo del cervello e in particolare la sfera emotiva e cognitiva. Questa permette di attivare entrambi gli emisferi migliorando l’intelligenza linguistica, la ricchezza del vocabolario, le capacità aritmetico-matematiche e rendendo, di conseguenza, il cervello plastico. Musica e linguaggio si intrecciano già prima della nascita: dal quinto mese di gravidanza, infatti, il feto è in grado di riconoscere la voce della mamma, distinguere suoni esterni portando a modificare la sua frequenza cardiaca e favorendo la produzione di endorfine. Questo servirà a porre le basi per sviluppare i primi suoni emessi dal bambino.

Il linguaggio e la musica sviluppano anche la capacità di tenere il ritmo, così come quella di riconoscere e decodificare i suoni della lingua parlata. Inoltre, il fatto di utilizzare delle canzoni con testo coinvolge maggiormente l’attenzione dei bambini e li aiuta ad ampliare il proprio vocabolario. Sarà più facile memorizzare, anche a lungo termine, delle parole accompagnate da musica, invece che un testo in prosa, soprattutto se accompagnato da gesti e movimenti del corpo. La ripetizione di questi, insieme alle parole permette di creare una certa ciclicità che difficilmente i bambini dimenticheranno.

Anche l’aspetto relativo al linguaggio  muta velocemente in questi mesi. Infatti tra i sei e i nove mesi, il bambino inizia a pronunciare da due  a quattro sillabe definite come: ma, mu, pa, ba, ma non solo, imita suoni e dagli otto mesi, emette vocalizzi lunghi e risponde al proprio nome, girandosi ed indirizzando lo sguardo. Inoltre, l’attenzione verso le persone che parlano e/o cantano è maggiore.

Elena ha iniziato ben presto a comunicare, dimostrando di voler imparare le lingue parlate dai genitori, l’italiano e il cinese. I suoni prodotti hanno iniziato ad aumentare e con essi anche la loro durata. Elena voleva “far notare la propria presenza” richiamando l’attenzione della mamma e del papà e allietandoli con i suoi balbettii.

Fin dall’inizio ha sempre prediletto il suono “ba”, ripetendolo in continuazione, per diverso tempo, più volte al giorno. Ricordiamo che in cinese papà si dice appunto “bàba”. Sono stati introdotti anche dei fonemi che riprendevano molto delle parole cinesi.

Elena ha iniziato a chiamare intenzionalmente il papà qualche mese più tardi, queste erano solo delle prove…

La nostra avventura continua, quindi arrivederci al prossimo articolo, dove illustreremo lo sviluppo della  piccola Elena dai nove ai dodici mesi.


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