Vic Tandy: l’ingegnere che spiegò la presenza di Fenomeni Paranormali

L’ingegnere Vic Tandy è un uomo pratico che tiene, come si suol dire, i piedi per terra. All’inizio degli anni ’80, prima di diventare docente di informatica alla Coventry University, lavora in un’azienda che produce dispositivi medici a Warwick, in Inghilterra. Il suo laboratorio, condiviso con altri due tecnici, è all’interno di due edifici adiacenti in lamiera, collegati da una serie di tubazioni per l’areazione. C’è solo una porta d’entrata e una finestra dal lato opposto, mentre una parte dello spazio è adibito a deposito per i prodotti di pulizia.

Tandy e i suoi colleghi sono abituati al costante rumore di sottofondo di pompe, ventole per l’aspirazione e dei macchinari presenti in laboratorio. Non fanno caso se ogni tanto si avverte qualcosa di diverso:

Sono tecnici e sanno che per tutto c’è una spiegazione plausibile

Rumori insoliti possono essere dovuti all’acqua che passa attraverso la tubazioni, guasti elettrici possono provocare problemi ai telefoni e alle ricezioni video; le anomalie elettromagnetiche inducono ad allucinazioni.

Immagine di James Michael DuPont via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0

Ad ogni modo, i tre tecnici non hanno mai dovuto affrontare problemi di questo tipo. Finché una mattina Tandy arriva al laboratorio molto presto e trova una donna addetta alle pulizie in preda al terrore. Lei non sa spiegare con esattezza cosa sia accaduto, ma racconta di un’inspiegabile sensazione di terrore accompagnata dalla convinzione di non essere da sola. L’ingegnere la rassicura dicendole che tutto può essere spiegato dal fatto che si trovava a lavorare in un vecchio edificio cigolante, in ore notturne e probabilmente stanca.

Tandy e i suoi due colleghi, altrettanto razionali quanto lui, non sono certo tipi da farsi influenzare, eppure iniziano ad avvertire inspiegabili sensazioni di ansia e disagio, accompagnate da brividi e sudori freddi. Un giorno un collega di Tandy si volta per parlare con lui, pensando di averlo al suo fianco, mentre l’ingegnere si trova dal lato opposto del laboratorio.

Una sera l’ingegnere si ferma a lavorare oltre l’orario e rimane da solo

Mentre è seduto alla scrivania lo assale quella strana sensazione di disagio e inizia a sudare freddo: non si tratta soltanto dei rumori che si odono con maggior intensità in un laboratorio deserto, che magari ha qualcosa di spettrale. Tandy avverte una “presenza” estranea, eppure nessuno può essere entrato nel laboratorio senza passare davanti alla sua scrivania. Si guarda intorno e cerca una spiegazione: controlla tutti i dispositivi, comprese le bombole d’ossigeno e di anidride carbonica (che se malfunzionanti possono provocare dei problemi), ma non trova nulla di anomalo. Allora va a farsi un caffè e torna alla sua scrivania. Mentre scrive si accorge di essere osservato da una silenziosa figura grigiastra che sta prendendo forma alla sua sinistra e che lui vede con la coda dell’occhio.

Tandy, in seguito, non avrà difficoltà ad ammettere che in quel momento si sentiva terrorizzato. Quando però si gira per vedere bene di cosa si tratta, la visione scompare. Non si capacita di cosa sia successo, e per quella sera decide di tornarsene a casa.

Il giorno dopo si trattiene in laboratorio dopo l’orario consueto, questa volta per un motivo pratico. L’ingegnere è anche appassionato di scherma e deve partecipare a una gara, così decide di utilizzare alcuni attrezzi del laboratorio per inserire nell’elsa di una sciabola una lama nuova. Quando l’ha stretta nella morsa si allontana un attimo per prendere dell’olio, ma quando torna vede la lama vibrare freneticamente in su e in giù. Dopo l’esperienza della sera precedente una fitta di paura lo assale, ma la sua formazione tecnica gli suggerisce che quel movimento può essere dovuto a una fonte di energia, nella fattispecie a un suono a bassa frequenza non udibile dall’orecchio umano, l’infrasuono.

Diagramma con la scala delle frequenze

Immagine via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0

Tandy sposta la lama, sempre stretta nella morsa, a livello del pavimento e in altri lati della stanza, e il movimento cessa. La spiegazione è semplice: nel laboratorio c’è un’onda stazionaria a bassa frequenza che provoca la vibrazione della lama e che induce ad avvertire strane presenze.

Andando un po’ più a fondo nella faccenda, Tandy viene a sapere che era stata installata una nuova ventola per l’aspirazione, esattamente in coincidenza con l’episodio raccontato dalla donna delle pulizie. Quella ventola produceva un’onda sonora stazionaria con una frequenza di poco inferiore ai 19 Hz.


I suoni a bassa frequenza, sotto i 20 Hz, chiamati infrasuoni, non possono essere percepiti dall’uomo (a volte si possono avvertire le vibrazioni durante eventi rumorosi come i terremoti o i temporali).

Gli infrasuoni hanno però la capacità di provocare sensazioni di ansia e disagio, non spiegabili da altre circostanze

Non solo, possono provocare allucinazioni visive (le macchie grigie viste da Tandy) perché la frequenza di risonanza dell’occhio si aggira intorno ai 18 Hz, assai vicina a quella dell’onda sonora registrata nel laboratorio. Anche le illusioni ottiche dei tecnici del laboratorio apparentemente infestato trovano quindi una spiegazione scientifica. Tanto è vero che dopo la sostituzione della ventola ogni fenomeno inspiegabile è cessato del tutto.

Riproduzione grafica di un infrasuono

Immagine di pubblico dominio

Tandy poi continua a occuparsi di fenomeni “paranormali”, facendo ricerche in vari luoghi considerati infestati, come le vecchie cantine di un ufficio pubblico di Coventry e i sotterranei del Castello di Warwick, riscontrando sempre la presenza di alti livelli di infrasuoni. I risultati delle sue ricerche compaiono in un articolo sul Journal of the Society for Psychical Reaserch. Questo vero ghostbuster sarebbe andato probabilmente avanti ancora per molto con le sue ricerche se non fosse scomparso ad appena 50 anni di età.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.