Vanvera e Piritera: 2 Bizzarri strumenti di antica “Eleganza”

Non usavan i vecchi nostri far le cose a vánvera” con questa frase Alessandro Allegri, sul vocabolario della Crusca, spiega esplicitamente l’utilizzo del termine “Vánvera”, che significa, come tutti sappiamo, parlare “a caso, all’aria“.

Ma non solo

Esistono alcuni strumenti, se così li si può chiamare, che risolvevano gli imbarazzi gastrointestinali di nobili e aristocratici dell’antichità, anche nell’elegantissima Venezia, dove le frequenti occasioni di vita mondana mal si coniugavano con gli istinti meno gradevoli a livello sociale. Così, per risolvere elegantemente le normali flatulenze di banchetti luculliani, le nobildonne portavano con sé uno strumento, la vanvera appunto, atto a contenere i gas intestinali nell’attesa di essere espulsi all’aria aperta.

Si posizionava di fronte all’orifizio di uscita della flatulenza e il gioco era fatto

Una seconda immagine di una Vanvera :

Di simile utilizzo la Piritera, che però non andava appoggiata alle natiche ma aveva una cannula per essere infilata direttamente nell’ano dell’utilizzatore. Lo strumento sembra che venisse usato prevalentemente nel regno delle Due Sicilie, ad esempio dai Borbone, che trasformavano così le scariche meteoriche in armoniosi cinguettii di volatili.

Di simile scopo ma con funzionalità differenti, la piritera da alcova era una sorta di tubo con imbuto che andava posizionato fra le lenzuola delle coppie, e consentiva agli sposi, magari freschi di nozze, di scaricare all’esterno i frutti dei banchetti senza ammorbare l’aria di sgradevoli miasmi intestinali.

L’impiego di tali strumenti può sembrare poco pratico, e la veridicità storica è, almeno secondo chi scrive, tutta da accertare, anche se fonti autorevoli come l’Accademia della Crusca e il Corriere riportano la veridicità storica del loro impiego.

Sotto, nel film “La soldatessa alla visita militare”, una scena con l’eccezionale Renzo Montagnani che esemplifica, in modo divertente, l’uso della Piritera:

Ad ogni modo il termine Vanvera, come viene spiegato sul sito dell’Accademia della Crusca, non deriva dallo strumento, ma esattamente il contrario: sarebbe lo strumento ad acquisire l’uso del nome “vanvera” proprio per l’assonanza onomatopeica del “parlare all’aria” con l’ovvia associazione al sacchetto in pelle.

Fonti: Accademia della Crusca citata nel testo, articolo di Paolo di Stefano su Corriere.it.


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