Universo 25: l’esperimento sull’”Utopia per Topi” che portò all’Estinzione della Popolazione

Il 9 luglio del 1968, al National Institute of Health di Bethesda, nel Maryland, lo scienziato John Calhoun posiziona 8 topi bianchi in un recinto quadrato, aperto per permettere l’osservazione degli animali, largo 2,7 metri e con pareti alte 1,3 metri. Ha così inizio un esperimento che farà discutere per molti decenni a seguire, influenzando etologi, psicologi del comportamento e studiosi di tutto il mondo, ma, quel giorno d’estate di più di mezzo secolo fa, Calhoun non sa nulla di tutto questo.

È solo un etologo sulla cinquantina, specializzato negli studi del comportamento animale

John B. Calhoun nel 1986 – Immagine di Cat Calhoun condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Forse ha intuito che la popolazione umana mondiale sta crescendo in modo vertiginoso – troppo vertiginoso – e vuole prevedere cosa possa succedere nel caso in cui l’ambiente naturale diventi troppo piccolo per contenerci tutti.

I topi scelti come cavie sono i migliori esemplari del NIMH (National Institute of Mental Health – Istituto Nazionale della Salute Mentale) e vengono posizionati in un mondo in cui non è necessario alcuno sforzo per difendersi dai predatori o procurarsi il cibo; inoltre, sono protetti dall’insorgere delle malattie.

Devono solo mangiare e riprodursi

Calhoun all’interno dell’Universo 25 il 10 febbraio 1970, 651 giorni dall’inizio dell’esperimento – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

L’esperimento

Universo 25, così si chiama la gabbia, ha uno spazio orizzontale libero e tante nicchie disposte nei muri verticali, raggiungibili dai topi grazie a delle griglie in ferro saldate sulle pareti. Le nicchie sono collegate da 4 tunnel e sono complessivamente 256, un numero di nidi sufficienti a ospitare (teoricamente) 3.800 topi in tutto. La gabbia viene pulita ogni 4 settimane e la vita al suo interno è una sorta di paradiso.

Niente gatti, niente trappole, niente caldo o freddo, e nemmeno il rischio di finire vivisezionati come cavie od oggetto di operazioni con bisturi e siringhe. Nulla di tutto questo. Semplicemente mangiare e riprodursi.

E, infatti, il numero di topi inizia a crescere vertiginosamente

La popolazione, dopo un periodo di circa 3 mesi di adattamento, inizialmente raddoppia ogni due mesi. Prima 20 topi, poi 40, poi 80 e così via. In seguito, la curva di crescita cala un po’, ma la popolazione raggiunge le 620 unità nell’agosto del 1969, un anno dopo l’inizio dell’esperimento. Dopo 560 giorni, quindi dopo circa un anno e mezzo dal momento in cui sono state introdotte quelle prime 4 coppie di topi, con 2200 esemplari, Universo 25 raggiunge il massimo della popolazione.

Poi, le cose iniziano a cambiare

I topi vivi superano di molto i ruoli sociali disponibili, e si iniziano a notare delle anomalie comportamentali che diventano via via più innaturali: alcuni maschi cominciano ad attaccare femmine e neonati; altri diventano pansessuali, tentando di avere rapporti con tutti i topi disponibili; le femmine, rimaste sole e in pericolo, perché minacciate dai maschi, si rifugiano nei nidi più alti, portando con sé la prole, alla quale però non sono in grado di provvedere, perché impegnate nella difesa del territorio. La stragrande maggioranza dei piccoli viene lasciata morire e nessuno si cura di loro.

In alcune zone di Universo 25 il tasso di mortalità dei piccoli raggiunge il 96%

Altri esemplari all’interno della gabbia, definiti da Calhoun “i Belli”, non si preoccupano di nulla, se non di mangiare e lisciarsi il pelo, e sono gli unici che non riportano ferite da combattimenti con altri individui. I gruppi di topi rimasti che girano all’interno della gabbia sono sproporzionati, a volte con un solo maschio per 10 femmine oppure di 20 maschi e 10 femmine.

In questa situazione esplode la violenza, il pansessualismo e persino il cannibalismo (nonostante il cibo fosse abbondantemente disponibile), che porta al totale collasso dell’utopico Universo 25.

Dal giorno 600 in poi, la popolazione inizia a calare, e l’ultima nascita risale al giorno 920, il 1° marzo del 1970. L’esperimento termina 5 anni dopo il suo inizio, nel 1973, con la società dei topi che è completamente estinta e l’ultimo roditore spirato.

Grafico con l’evoluzione demografica dell’Universo 25. La linea tratteggiata mostra l’andamento dopo il giorno 700 – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

L’Universo 25, in cui non esistevano esigenze, se non quelle relative alle interazioni fra topi, era collassato per la mancanza di ruoli sociali da impiegare, distrutto, a causa della sovrappopolazione, dai suoi stessi membri.

Le conclusioni di Calhoun

Nel 1973, Calhoun pubblicò la sua ricerca sull’Universo 25 e le intitolò Death Squared: The Explosive Growth and Demise of a Mouse Population. Al suo interno si trovano citazioni del libro dell’Apocalisse, con dei corsivi su alcune parole per enfatizzare la situazione, come “uccidere con la spada e con la carestia e con la pestilenza e con le bestie selvagge“.

I topi venivano chiamati con nomi umani – ad esempio, “i belli” erano quelli tranquilli che non si accoppiavano e i “bevitori sociali” quelli che si affollavano attorno alle bottiglie d’acqua – mentre il collasso della società fu definito:

Fogna del comportamento

Tutto questo era un linguaggio poco accademico, ma perfettamente in grado di trasmettere in modo vivido il pensiero del suo creatore, le cui conclusioni erano sconcertanti.

Non importa quanto sofisticato l’uomo creda di essere, una volta che il numero di individui in grado di ricoprire un ruolo sociale supera largamente il numero di ruoli disponibili, la conseguenza è la distruzione dell’organizzazione sociale“.

John Calhoun incontra Papa Paolo VI il 27 settembre del 1973 – Immagine di Cat Calhoun condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Le parole dello scienziato, discusse e oggetto di approvazione o controversia, scioccarono la comunità scientifica dell’epoca, che era seriamente preoccupata dall’esplosione demografica (durante gli anni del benessere negli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 si assistette a una crescita sostenuta, rallentata soltanto negli anni ‘2000) e che non aveva idea di cosa ciò avrebbe comportato.

La curva di crescita della popolazione mondiale

Chissà cosa penserebbe, oggi, John Calhoun del nostro pianeta dopo l’effetto dell’epidemia e del distanziamento sociale. Forse, usando l’immaginazione, ci sta osservando come osservava i suoi topi, intenti a distruggere la società che essi stessi avevano creato.


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