Una Scultura lunga 120 metri dello Skyline di Londra nel XVII Secolo celebra il Grande Incendio della Città

E’ stata realizzata interamente in legno la scultura di 120 metri di lunghezza che raffigura lo Skyline di Londra nel 1666, e verrà incendiata il 4 Settembre per ricordare il grande incendio della città nel XVII Secolo. L’opera è stata disegnata da David Best per ricordare il 350-esimo anniversario dell’evento, passato alla storia come “il Grande Incendio di Londra”.

Grande-Incendio-di-Londra

La capitale inglese era infatti realizzata per lo più di materiale infiammabile, in grande parte legno, paglia e canne, e venne praticamente rasa al suolo dal fuoco che arse la City durante i 3 giorni dell’evento, dal 2 al 5 Settembre del 1666. Oltre a ben 13.200 abitazioni furono distrutte 89 Chiese, la Dogana, una Cattedrale e diversi ponti sul Tamigi.

L’incendio iniziò dalla casa/bottega di Thomas Farrinor, il fornaio del Re Carlo II, e si propagò in tutta la città, mietendo un numero di vittime sconosciuto ma ritenuto incredibilmente basso, fra le 6 e 15 persone. Le circostanze della diffusione delle fiamme sono assai curiose, perché si comprende come, a causa dell’incapacità del Sindaco e degli interessi di alcuni Nobili, un incendio domabile divenne una catastrofe che viene ricordata a tutt’oggi.

Per domare le fiamme all’epoca non esistevano i vigili del fuoco, ma bensì operai che demolivano le case sulla strada delle fiamme. Le case erano vicinissime le une alle altre, e gli edifici demoliti avrebbero quindi fatto mancare di combustibile l’incendio, che si sarebbe estinto per mancanza di materia prima da bruciare. Il sindaco della città, Thomas Bloodworth, non diede mai l’ordine dell’abbattimento degli edifici, affidando a squadre di pompieri al soldo dei nobili il compito di spegnere le fiamme con l’acqua. I nobili avevano però interesse che alcuni edifici fossero realmente distrutti, come ad esempio i magazzini dei concorrenti, e quindi le squadre furono sostanzialmente vettori delle fiamme più che salvatori. Quando giunse l’ordine di distruggere le case era ormai tardi, e l’80% della città era stato letteralmente raso al suolo…

Dopo aver distrutto quasi tutta la città, le fiamme arrivarono quindi in prossimità di Westminster, quando il futuro Re Giacomo II diede l’ordine di abbattere la Biblioteca “The Paper House“.

Londra-XVII-Secolo

L’incendio, nel quale persero la vita pochissime persone (ma c’è chi ritiene che non furono conteggiati i poveri) ebbe una serie di effetti positivi. In primo luogo fu definitivamente debellata la Grande Peste che aveva colpito la città nei due anni precedenti, ed in secondo la città venne ricostruita per essere assai più sicura contro gli incendi ma anche più pulita ed igienica. Curiosamente la pianta della città rimase simile alla precedente, perché i proprietari delle fondamenta delle case, ancora visibili dopo le fiamme, impedirono di ridisegnare le vie della città su una pianta “A Griglia”, come le moderne città statunitensi. Londra è quindi l’unica città costruita dopo il XV° secolo a mantenere una pianta di tipo medioevale della propria viabilità urbana.

La Teoria del Complotto

L’incendio del ’66 fu forse il primo esempio di “teoria del complotto” della storia. Venne infatti impiccata una persona, Robert Hubert, che sostenne di essere l’esecutore materiale di un ordine impartito direttamente dal Vaticano, anche se le prove a suo carico furono storicamente del tutto inventate da lui stesso e dalla giuria. L’anno dell’incendio, il 1666, è ovviamente legato anche alla simbologia cattolica de “la bestia”, e fu presa come una specie di purga per la città. Inoltre, il Re e la corte avevano da pochissimo fatto ritorno a Londra a causa della paura del contagio della peste, e si sospettò che, per eliminare definitivamente la piaga, la città venne completamente rasa al suolo.


Pubblicato

in

da