“Una Ragazza Americana in Italia”: la Storia di una fotografia simbolo degli Anni ’50

Una giovane donna si stringe in una sciarpa mentre passa tra una folla di uomini, italiani. Loro mandano baci e fissano la statuaria ragazza americana. E’ un’immagine familiare negli Stati Uniti, apparsa in molte mostre fotografiche, e appesa nei corridoi dei college universitari.

Il bel ritratto, realizzato da Ruth Orkin, è per molte persone un simbolo di molestie.
Per una persona tuttavia, è in realtà l’immagine di una donna che sta “travolgendo” gli uomini. Questa persona, Ninalee “Jinx” Allen Craig, sa bene cosa rappresenta la donna della fotografia.

Nel 1951 la Craig, appena ventitreenne, decise di partire per l’Europa da sola, cosa abbastanza insolita per l’epoca. In un paese ancora devastato dalla guerra, Ninalee si fermò a Firenze, dove fece amicizia con un’altra ragazza americana, Ruth Orkin, che ugualmente viaggiava da sola.

Ruth, a soli 29 anni era già un’affermata fotografa freelance, che quando vide la “luminosa bellezza” di Jinx, ed anche la sua altezza (180 cm), le propose di fare da modella per realizzare un libro fotografico che documentasse com’era, per una donna, viaggiare da sola nell’Europa degli ’50.

Quella mattina, mentre Jinx camminava per Piazza della Repubblica, fece girare la testa a molti uomini, e la Orkin fu pronta a scattare una foto, poi chiese a Ninalee di tornare sui suoi passi, per farne un’altra. “Una ragazza americana in Italia” divenne famosa negli Stati Uniti solo circa 25 anni dopo, quando ne fu fatto un poster e divenne un’immagine iconica, che acquistò ben altro significato rispetto a quelle che erano le intenzioni della fotografa e della modella.

Ciò che Orkin e Allen avevano inteso come un inno al divertimento e all’avventura divenne la prova tangibile della condizione femminile in un mondo dominato dagli uomini.

Secondo Ninalee invece, quegli uomini erano innocui: “Stavo camminando attraverso un mare di uomini. Mi stavo godendo ogni minuto.” E ricorda quel momento con affetto “Erano italiani, e io amo gli italiani.”

Nonostante la modella non fosse dispiaciuta degli sguardi degli uomini presenti, la sua espressione sembra trasmettere un estremo disagio, espressione che la rese un simbolo delle difficoltà delle donne in un mondo di uomini.

Fonte: Smithsonian.com


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