Le isole Ebridi si trovano in una delle parti più settentrionali della Scozia, ultimo lembo di terra prima dell’infinito Oceano Atlantico. Il villaggio di Gearrannan, situata nella parte nord occidentale dell’isola di Lewis e Harris, è un tradizionale villaggio scozzese, abbandonato verso la fine degli anni ’70, composto di BlackHouse, abitazioni lunghe e strette tipiche di queste zone del nord Europa.
Per secoli, gli Highlander e il loro bestiame hanno vissuto in queste dimore con una sola stanza
Le case, che erano realizzate con pavimenti in terra battuta, muri a secco e tetti di paglia, offrivano un sicuro rifugio dal selvaggio freddo del Nord Atlantico. Un fuoco sempre acceso al centro della stanza manteneva caldo l’ambiente, e un divisorio separava la parte dove vivevano gli uomini da quella dove vivevano gli animali, che rimanevano confinati in una delle estremità.
Sotto, le case di Gearrannan, fotografia di Colin Smith condivisa con licenza CC BY 2.0 via Geograph:
Le case come queste, fra il 1945 e il 1965, ricevettero l’acqua corrente e l’elettricità, e le abitazioni furono occupate sino almeno agli anni ’70, quando i più anziani residenti rimasti decisero di trasferirsi in case più moderne, che non richiedevano una continua manutenzione. Sembrava che il villaggio fosse destinato all’oblio, condannato a sgretolarsi e a cadere in rovina.
Nel 1989 invece, Urras nan Gearrannan, un ente locale, iniziò i lavori per la restaurazione e la conservazione di questi edifici storici. Dopo anni di lavoro, le tradizionali case scozzesi sono disponibili per essere affittate dai turisti, sia come alloggi condivisi sia come stanze private. Le case di Gearrannan, chiamate in inglese “BlackHouse”, prendono il nome dalla famiglia che un tempo viveva al loro interno.
Sotto, l’interno di una delle stanze. Fotografia via Wikipedia:
I prezzi del pernottamento come ostello, quindi dormendo all’interno di una delle grandi stanze delle BlackHouse, sono relativamente contenuti in circa 20 sterline per notte. La camera familiare costa invece 65 sterline per notte, e la prenotazione è sempre consigliata perché, grazie all’unicità del posto, il turismo è divenuto una risorsa fiorente che anima costantemente la piccola località costiera scozzese.
I tipici tetti in paglia delle BlackHouse. Fotografia di Colin Smith via Geograph:
Se arrivare può non costituire una sfida estrema, la segnaletica del paesino è stata lasciata in gaelico, quindi orientarsi potrebbe rappresentare un problema ulteriore per il visitatore, oppure un’ottima occasione di dialogo con gli abitanti. Le persone del posto parlano naturalmente inglese, ma fra loro dialogano in scozzese, un’opportunità, ormai purtroppo sempre più rara, di ascoltare una lingua tanto antica e ormai condannata a sparire nel linguaggio comune.