Un Plastico costruito in 38 Anni mostra Roma Antica in scala 1:250

Roma, IV Secolo dopo Cristo. L’impero romano non è nel suo momento di massima espansione ma gode ancora di ottima salute. Costantino I, l’imperatore riformatore, ha avviato un processo di cambiamenti epocali, su tutti la riforma religiosa in favore del cristianesimo e la costruzione (o meglio ri-costruzione) di una nuova capitale, Costantinopoli, destinata a rimanere il centro della romanità sino alla caduta dell’Impero Romano d’Oriente, nel 1453.

Roma è ancora la capitale dell’Impero, anche se i centri di potere vengono spostati frequentemente in altre città, fra cui Milano (Mediolanum) e Ravenna. Lo sviluppo urbano della città eterna è ai suoi massimi livelli, prima che i saccheggi a opera dei popoli barbari (Alarico nel 410 e Genserico nel 455) e le ricostruzioni dei Papi ne cambino bouna parte della fisionomia.

Sotto, fotografia di Jean-Pierre Dalbéra condivisa con licenza CC BY 2.0 via Flickr:

E’ questa la situazione urbana che, nel 1933, venne riprodotta dallo storico e architetto Italo Gismondi il quale, su commissione di Benito Mussolini, costruì un plastico in gesso alabastrino di dimensioni immense:

17 metri per 17, una gigantesca e preziosa riproduzione della bellezza architettonica dell’antica Roma

La realizzazione dell’opera impiegò un periodo di tempo lunghissimo. Il plastico fu commissionato nel 1933 per la Mostra Augustea della Romanità che si sarebbe svolta nel 1937, e inizialmente comprendeva soltanto il centro monumentale. Negli anni successivi, l’artista italiano completò l’opera, includendo la riproduzione dell’area urbana entro le mura Aureliane e consegnando il plastico, finito nella sua immensità, al Museo della Civiltà Romana, inaugurato all’Eur nel 1955.

Il plastico è interamente visibile ed esplorabile su Google Street View:

La riproduzione della Roma all’epoca di Costantino è in scala 1:250, e comprende strade, ponti ed elementi urbani in grado di restituire allo spettatore una visione complessiva della magnificenza dell’antica urbe laziale.

La riproduzione venne costruita dall’architetto a partire dagli studi sulla “Forma Urbis” dello storico Rodolfo Lanciani, del 1901, un’opera che analizzò i resti delle lastre di marmo sulle quali, fra il 203 e il 211 all’epoca di Settimio Severo, venne riprodotta la forma urbana di Roma.

Oggi il plastico è conservato presso il Museo della Civiltà Romana, chiuso dal 2014 e in attesa di essere riaperto. La speranza degli appassionati di storia è quella di poter osservare nuovamente l’opera nel giro di poco tempo, ma la sensazione è che saranno necessario molti altri anni prima che ciò possa avvenire.

Fonte: Museo Civiltà Romana.

Sotto, il video di Museri in Comune Roma del plastico:


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