Un linguaggio diverso: perché a volte non capiamo i nostri bambini?

Come mai a volte non capiamo perché i nostri bambini reagiscono in un certo modo? Perché non capiamo i loro capricci? Perché ha avuto quella reazione esagerata? Come mai il linguaggio che usano i bambini non ci sembra così semplice da capire?

Tutte queste domande hanno una risposta semplice:

I bambini non usano lo stesso linguaggio di noi adulti!

Fino a sei-otto anni usiamo un linguaggio globale, vuol dire che la nostra parte fisica, affettiva e mentale funzionano concatenate una all’altra.

Dopo questa età, invece, la nostra parte cognitiva prende il sopravvento, possiamo avere pensieri astratti. In due parole assumiamo un linguaggio adulto.

Finché siamo piccoli però non privilegiamo il linguaggio verbale, ci è molto più congeniale comunicare le nostre emozioni con il corpo, l’azione.

Facciamo attenzione ai bambini quando sono felici: lo dimostrano con il corpo, si scatenano, giocano, prendono in mano tutto. Esprimono con un linguaggio fisico anziché verbale. Anche quando i bambini non sentono la nostra attenzione, si sentono tristi o si mettono in silenzio in un cantuccio o fanno i capricci: il loro linguaggio del corpo ci parla dei loro stati d’animo.

Ascoltiamo il loro linguaggio.

Allora, invece di arrabbiarci, quando spieghiamo loro che non devono saltare sul divano o non possono disegnare coi pennarelli sul tappeto, usiamo un altro linguaggio: diamo loro un rinforzo positivo, troviamo un’alternativa:

Possiamo disegnare insieme a loro sul tavolo, oppure mettiamo dei cuscini per terra per saltare

Sono piccoli accorgimenti che però fanno sentire il bambino ascoltato, visto e amato!

Quando diventiamo adulti perdiamo il collegamento con il bambino che c’è ancora dentro di noi e quando ci rapportiamo ai nostri figli e ai bambini in generale perdiamo la capacità di trovare il giusto linguaggio, la giusta comunicazione con loro.

Avere cura del linguaggio che usiamo con loro è importante nel nostro ruolo di genitori, educatori e insegnanti. Cercare di capire meglio le loro esigenze, i loro bisogni profondi non è scontato: siamo portati da adulti a dare per scontato che il nostro modo di comunicare sia quello scontato anche per loro.

E’ nostro compito farli sentire visti, amati e quindi sicuri per dare loro la possibilità di crescere sereni. Basterebbe a volte fare un passo indietro e ricordarci di quando eravamo bambini, il nostro linguaggio corporeo per poter sentire veramente quello che ci stanno comunicando.

Maria Pia Fraccaro

Maria Pia Fraccaro lavora come formatrice e supervisore in corsi triennali per Counselor, in corsi di aggiornamento per insegnanti ed educatori. Psicomotricista ad approccio relazionale ha poi integrato la sua formazione all’Istituto di Psicologia Somatica per proseguire la prevenzione e il sostegno in ambito familiare. Ha formato gli insegnanti di sostegno come docente a contratto all’Università della Valle d’Aosta.