Molti secoli prima di diventare un’area sabbiosa della grande Cardigan Bay, nei pressi di Ynyslas, nel Galles, questa zona costiera era un paradiso verde e, ancora prima, una foresta. Le prove del cambiamento che hanno interessato l’area sono a pochi centimetri sotto il livello abituale del terreno, visibili all’occhio umano soltanto in occasione di condizioni meteorologiche particolari.
Sotto, la foresta sommersa al tramonto. Fotografia di Richerman condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:
Durante i periodi di burrasca, quando un vento forte e le onde del Mar Celtico si infrangono sulle rive britanniche, alcuni strati di sedimenti umidi si staccano, lasciando intravvedere i resti di quelle che un tempo erano betulle, pini e querce antiche, tanto cambiate da sembrare fatte di onice.
Sotto, dettaglio di alcuni ceppi. Fotografia di Eirian Evans condivisa con licenza Creative Commons 2.0 via Geograph:
Le dimensioni e la forma dei resti ricordano a Martin Bates, geoarcheologo presso l’Università del Galles Trinity St. David, le pinne degli squali. Il professor Bates è cresciuto a poca distanza da questa foresta sommersa, e l’amore per gli antichi alberi è qualcosa di ancestrale. Parlando della foresta fossile dice: “Quando è esposta è uno spettacolo fantastico. È una grande massa marrone scuro che si vede in lontananza“.
Grazie a una tempesta della fine di maggio 2019, attualmente i resti degli antichi alberi sono visibili
Un tempo la foresta era visibile poche volte nel corso dei decenni, ma ultimamente l’instabilità del clima la espone molto più frequentemente rispetto al passato. Bates spiega che i ricercatori sanno che l’area era una palude di canne prima che si trasformasse in una foresta con alberi di quercia, pino, betulla, salice e nocciola, circa 6.000 anni fa. Poi, 4.500 anni fa circa, gli alberi potrebbero essersi estinti a causa dell’aumentato livello del mare, mentre 3.000 anni fa apparvero dei prati di erba, per poi finire tutto affogato dall’acqua salata.
Sotto, le odierne dune di sabbia della baia. Fotografia di Badgernet condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:
I ceppi di albero si confondono con lo strato di torba, spesso circa un metro, che si asciugò prima che gli alberi iniziassero a crescere. Sotto i ceppi si trova uno strato di argilla e limo profondo dai 20 ai 30 metri, che contiene informazioni su quanto è venuto prima che le foreste e le praterie comparissero nella baia. Questa sabbia è difficilissima da scavare, e ha costituito uno scoglio invalicabile per indagini scientifiche approfondite.
Quando le onde espongono la foresta il professor Bates esplora tutta l’area alla ricerca di nuovi segreti. Dopo una grande tempesta solitamente sono necessari 2 o 3 mesi prima che la sabbia copra nuovamente i ceppi degli alberi. Questo periodo di tempo è sufficiente affinché si possano fare scoperte scientifiche rilevanti. Ad esempio, negli anni ’60, venne scoperto il fossile di un Uro (Bos primigenius primigenius), un bovino estinto in Europa nel XVII secolo.
Sotto, la zona costiera di Borth, Ynyslas, Aberdyfi e del fiume Dyfi. Fotografia di pedrik condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr:
La foresta sommersa è aperta a chiunque voglia vagare tra i suoi resti, avvolto da un paesaggio surreale. Alcune parti della zona sono state designate come “siti di speciale interesse scientifico” e protette dalle leggi nazionali sulla conservazione, ma tali regolamenti non limitano l’accesso casuale alla spiaggia. La riva è frequentata da surfisti e vacanzieri, e l’ufficio turistico locale suggerisce che la foresta potrebbe far parte del mondo perduto del Cantre’r Gwaelod, un leggendario regno sprofondato nel mare che si dice occupasse un tratto della fertile terra tra Ramsey Island e Bardsey Island nella Baia di Cardigan, menzionato nel Libro nero di Carmarthen, ritenuto il più antico testo superstite interamente scritto in gallese.