In uno dei paesi più poveri del mondo, il Burkina Faso, c’è un piccolissimo villaggio chiamato Tiébélé, sede della Cour Royale del popolo Kassena.
Fonte immagine: Hugues via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0
Ai piedi di una collina che si alza sulla distesa piatta e assolata della savana, nel sud del paese, quasi mimetizzato nella rossa terra punteggiata dal verde di radi alberi, le case di Tiébélé si uniscono a formare uno scrigno quasi inaccessibile: lì risiede la famiglia del pè, il capo della comunità, formata da altri 66 villaggi.
Fonte immagine: Alexander Leisser via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Tiébélé è un villaggio piccolissimo, che copre appena 1,2 ettari di superficie, ma fortificato: chiunque volesse entrare da nemico non ha scampo. I confini della Cour Royale sono delimitati da mura che seguono un andamento quasi circolare, e per entrare nel villaggio è necessario percorrere uno stretto corridoio, che gli abitanti possono facilmente controllare dall’alto.
Fonte immagine: Maarten van der Bent via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
Sotto, la porta di un’abitazione:
Fonte immagine: GuideStephane via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Anche se un ipotetico intruso riuscisse a giungere nel cuore di Tiébélé, il cortile centrale, correrebbe seri rischi se tentasse di entrare in una delle case: le porte sono basse (tanto più basse quanto più alto è il rango di chi ci vive) e per entrare occorre mettersi a carponi.
Fonte immagine: Maarten van der Bent via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
In quella posizione, il possibile nemico potrebbe essere con facilità decapitato da chi sta all’interno, grazie anche alla semioscurità dell’ambiente: le case delle villaggio hanno infatti finestre piccolissime, per proteggersi da eventuali invasori e dal caldo della savana.
Fonte immagine: Alexander Leisser via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Ma la vera peculiarità della case di Tiébélé non consiste tanto nella loro quasi inaccessibilità, quanto nella bellezza delle decorazioni esterne. Le capanne appaiono quasi come gigantesche terrecotte decorate: i muri sono impastati con terra, paglia e sterco bovino, modellati secondo la forma necessaria ai diversi usi. Nel villaggio ci sono abitazioni, ma anche l’altare degli antenati e il loro cimitero, pietre sacre e un luogo dedicato all’amministrazione della giustizia.
Fonte immagine: GuideStephane via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Secondo un’antica tradizione che risale al XVI secolo, la decorazione delle pareti esterne è compito delle donne, che dipingono i muri in rosso, nero e bianco, usando coloranti naturali come il caolino, il carbone e l’argilla.
Fonte immagine: Alexander Leisser via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Prendono così vita complicati disegni geometrici o simbologie legate alla cultura di questo popolo, che ha mantenuto vive le proprie tradizioni nel corso dei secoli, sia nell’architettura tipica, sia nelle credenze religiose, come anche nell’organizzazione sociale.
Fonte immagine: Alexander Leisser via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Anche se oggi sono presenti figure di riferimento più moderne, come il sindaco e il prefetto, il Padre (il capo) rimane comunque il garante dell’ordine sociale, colui che si assume la responsabilità di risolvere gravi problemi (conflitti, epidemie…), ricorrendo all’aiuto di consiglieri e anziani di nobile stirpe.
Fonte immagine: Christian COSTEAUX via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
Quasi ogni giorno, il capo pratica riti religiosi nel cortile di Tiébélé, per mettersi in comunicazione con le divinità o con con gli antenati.
Fonte immagine: Alexander Leisser via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0
Oggi, come molti altri luoghi dell’Africa che faticano a sopravvivere, anche Tiébélé ha bisogno di risorse economiche che consentano la sua conservazione: un certo tipo di turismo culturale, rispettoso delle tradizioni e del modo di vivere dell’antico popolo dei Kassena, potrebbe essere di grande aiuto.
Fonte immagine: Maarten van der Bent via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
Fonte immagine: Maarten van der Bent via Flickr – licenza CC BY-SA 2.0
Fonte immagine: c.hug via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0
Fonte immagine: Alexander Leisser via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 4.0