Prima dell’epoca degli smartphone o dei social le distrazioni erano meno pervasive di quelle odierne, ma comunque presenti nella vita lavorativa di tutti i giorni. Per questa ragione Hugo Gernsback, durante gli anni ’20, pubblicò un progetto di un casco dall’aspetto bizzarro in grado di bloccare le distrazioni, acustiche e visive, e riuscire a concentrarsi esclusivamente sul proprio lavoro. Gernsback fu scrittore, editore ed inventore, fra i padri della fantascienza, e forse a causa della sua fervida fantasia trovava distrazioni ovunque si guardasse intorno.
Visto frontale del casco con il tubo dell’ossigeno in primo piano:
Il casco era realizzato in legno massello, e dichiarava di riuscire a escludere il 95% dei rumori esterni, con una visuale esclusivamente rivolta di fronte agli occhi dell’indossatore. Nonostante l’invenzione anche all’epoca fu probabilmente giudicata bizzarra, il ruolo di editore di Gernsback gli consentì di pubblicarla su una rivista scientifica immediatamente, elogiandone le qualità, e “The Isolator” trovò posto sulla testata “Science and Invention” del luglio 1925.
Dalla maschera esce un tubo che è il collegamento a una piccola bombola di ossigeno. Sembra infatti che chi avesse provato il casco andasse incontro a narcolessia da anidride carbonica, un problema che l’inventore lussemburghese naturalizzato statunitense risolse con l’ausilio di una bombola di ossigeno.
Nonostante sembri paradossale, pare che “The Isolator” abbia effettivamente funzionato, almeno per Gernsback. Il suo lavoro di scrittura e le sue invenzioni costituiscono la base per la moderna “Science Fiction” e in molti lo indicano fra i padri della fantascienza insieme a Jules Verne e Herbert George Wells. L’invenzione del casco non ebbe (ovviamente) successo, rimanendo a ricordo di un’epoca di invenzioni tanto strane quanto creative.
Sotto, Hugo Gernsback con la televisione oculare accanto alla maschera funebre di Nikola Tesla:
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