Nella storia della conquista del West, il selvaggio ovest di quell’immenso territorio di conquista che era il Nord America, ci sono episodi poco conosciuti, ma molto affascinanti. La storia di Olive Oatman rientra in questa categoria.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Olive Oatman
La sua era una famiglia di fede mormone composta da nove persone, i due genitori e i sette figli, e nel 1850 i genitori, Royce e Mary Ann Oatman, decisero di unirsi alla carovana guidata da J.C. Brewster, diretta in California. Arrivati vicino a Santa Fè alcune famiglie, tra cui gli Oatman, decisero di staccarsi dagli altri, per dirigersi verso sud. Giunti nel New Mexico si resero conto che il paese non era adatto ai loro progetti, e scelsero di proseguire verso la foce del fiume Colorado. Arrivati in una località chiamata Maricopa Wells, per poter proseguire c’era un solo sentiero percorribile, già noto per essere molto arido e pericoloso, anche per la presenza di nativi ostili.
Lorenzo Oatman
Mentre le altre famiglie optarono per fermarsi, gli Oatman decisero di proseguire da soli, ma sulle rive del fiume Gila, in quello che adesso è territorio dell’Arizona, furono avvicinati da un gruppo di nativi americani, che chiedevano tabacco, prodotti alimentari e fucili. Non è chiaro cosa avvenne, ma la famiglia fu sterminata, ad eccezione del figlio Lorenzo, di 15 anni, di Olive, 14 anni e di Mary Ann di 7 anni. Lorenzo fu picchiato e lasciato in terra come morto. Quando si risvegliò, riuscì a raggiungere una carovana di pionieri, che poi tornarono sul luogo del massacro per seppellire i morti, senza trovare traccia di Olive e Mary Ann.
I nativi, probabilmente Yavapai, presero alcuni effetti personali della famiglia e le due ragazze, che furono portate al villaggio, a circa un centinaio di chilometri dal luogo dell’attacco. La loro vita presso il gruppo di nativi fu sicuramente dura, e le due ragazze vennero spesso picchiate, maltrattate e obbligate ai lavori più faticosi. Dopo circa un anno di permanenza con gli Yavapai, Olive e Mary Ann furono vendute ad un gruppo di Mohave, che le portarono al loro villaggio, in una località oggi chiamata Needles, in California. Qui furono “adottate” dal capotribù, e molto benvolute sia dalla moglie sia dalla figlia, e per entrambe le donne Olive in seguito pronunciò parole di profondo affetto. Durante un lungo periodo di siccità, probabilmente nel 1855, la tribù subì molte perdite per la mancanza di cibo, e anche Mary Ann morì di fame.
Entrambe le ragazze Oatman furono tatuate, secondo l’uso dei Mohave. Come la maggior parte delle tribù del Nord America, anche i Mohave, sia gli uomini sia le donne, usavano tatuarsi in varie parti del corpo, specialmente sul mento, sulla fronte e sulle mani. I tatuaggi venivano eseguiti utilizzando una polvere di pietre blu, e anche se nella fotografia in bianco e nero non è possibile distinguerlo, tutto il disegno aveva questo colore.
Secondo un’antica credenza dei Mohave chiunque si presentasse senza un tatuaggio sul viso sarebbe stato rifiutato l’ingresso al Sil’aid, la terra dei morti
Sul tatuaggio di Olive si sviluppò una piccola polemica perché la donna affermò che fosse uno dei simboli della schiavitù presso la nazione Mohave, ma l’associazione è certamente errata a livello di simboli antropologici.
Fino ai 19 anni Olive visse con i Mohave, poi arrivò al villaggio un messaggero nativo, Francisco, da Fort Yuma. Si era sparsa la voce che una ragazza bianca era tenuta prigioniera dalla tribù, e il comandante del forte ne chiedeva la liberazione. Inizialmente i Mohave dichiararono che Olive non era una donna bianca, poi espressero il loro affetto per la ragazza, rifiutando di mandarla al Forte. Francisco fece un secondo tentativo, offrendo anche coperte e un cavallo bianco, il tutto unito alla minaccia di rappresaglie in caso di rifiuto.
Dopo alcune discussioni, a cui partecipò anche Olive, i Mohave decisero di accettare la proposta, e la ragazza fu scortata sino a Fort Yuma, accompagnata anche dalla sorella adottiva Topeka. All’arrivo Olive scoprì che il fratello Lorenzo era vivo e non aveva mai smesso di cercare sia lei sia la sorella Mary Ann.
La notizia del loro incontro fece commuovere tutti gli Stati Uniti coloniali
Nel 1857 il pastore Royal Byron Stratton scrisse un libro, molto romanzato, sulla vita di Olive e Mary Ann, intitolato “Tra gli indiani”, che vendette la bellezza di 30.000 copie, un vero best-seller per l’epoca. La ragazza partecipò attivamente alla promozione del libro, durante un seguitissimo tour di conferenze.
Nel 1857 Olive si sposò con John Fairchild, e andò a vivere in Texas, dove morì per un attacco di cuore all’età di 65 anni. La sua storia, celebre anche come “tatuaggio in blu” grazie al libro: “The Blue Tattoo: The Life of Olive Oatman”, di Margot Mifflin, si intreccia con le fase iniziali della conquista del selvaggio west da parte dei coloni ai danni dei nativi americani, ed è solo una fra le tante che riguardano donne bianche che vissero con il popolo degli uomini.