Sotteranee e tentacolari: le Terme Achilliane di Catania

Le terme sono una caratteristica dell’epoca imperiale romana, luogo di incontro, essenziale per l’igiene, fondamentale per la discussione di affari e l’organizzazione di eventi pubblici. Ciò che non ci si immagina, è che girando per Catania Vecchia si cammini sopra un gigantesco complesso termale. Per accedervi, bisogna usare un tunnel con volta a botte che scorre tra le fondamenta della cattedrale. La datazione dell’edificio è ancora dubbia, anche perché è visibile solo una minima parte, in quanto il resto del complesso si trova sotto altri edifici e chiese simbolo del barocco siciliano, quindi tutelati dall’UNESCO. Ciò che può aiutare nella datazione sono i capitelli che sono stati riutilizzati all’interno della cattedrale, ed anche ad altri pezzi di un’iscrizione, conservati ora al Museo Civico di Catania ospitato al Castello Ursino.

Condotto a “s”. Fotografia di Daniele Napolitano via Wikipedia CC BY-SA 4.0:

Molto probabilmente, il complesso risale al III secolo d.C., anche se in quel periodo ha subito un ridimensionamento per economizzare l’uso della legna. Anche il nome, Terme Achilliane, è ipotizzato dalle scritte ritrovate all’interno del complesso, e secondo l’ipotesi di Francesco Ferrara, è un riferimento al fatto che probabilmente la struttura è stata rovinata da un incendio e poi restaurata da Flavio Felice Eumazio. Si fa un riferimento anche a Massimo Petronio, preceduto da un non identificato Julium Filium Augusti. Questa iscrizione venne ritrovata in modo frammentario nel corso dei secoli.

Terme Achilliane di Catania. Fotografia di Daniele Napolitano via Wikipedia CC BY-SA 4.0:

Molto probabilmente si trovava all’ingresso delle terme, che poi hanno fatto da fondamenta per la cattedrale e le colonne che dividono le navate. Alcuni pezzi della lapide di ingresso furono murati sulla facciata della cattedrale, che andò distrutta con il terremoto del 1693. Nel 1702 vennero trovati nuovi frammenti che vennero poi tradotti. Le targhe sono scritte in lingua greca e i caratteri usati sono tardi e sotto forma di scriptio continua.

Planimetria delle terme, nell’area visitabile:

La scoperta delle terme risale al 1856, quando si scavava la galleria che passava sotto il Seminario (poi divenuta la Pescheria) e vennero ritrovati dei ruderi, successivamente riconosciuto come parte del calidarium, perché il pavimento è riscaldato con il metodo ad ipocausto. Negli anni successivi continuarono, per quanto possibile, gli scavi e gli studi sull’edificio. Nel XX secolo il sito venne chiuso al pubblico perché ritenuto pericolante, per essere riaperto dopo un restauro nel 1997, ed essere richiuso subito dopo per problemi di allagamento.

La camera centrale delle terme. Fotografia via Wikipedia CC BY-SA 3.0:

Venne riaperto dopo il 2006, quando vennero terminati i lavori di pavimentazione di Piazza Duomo e venne sistemato l’impianto in acciaio che sovrasta le terme. Non si riesce a stabilire quanto sia grande il complesso termale, e l’unica parte effettivamente visitabile è uno degli ambienti del frigidarium, situato sotto il Duomo. Si può solo ipotizzare, basandosi su altri complessi termali più famosi, come le terme di Diocleziano. La stima più accurata è quella di Stefano Ittar, che ipotizzò la grandezza dell’edificio studiando la planimetria di Catania.

Le terme in un acquerello di Jean Houel:

Una volta entrati nel sito, è possibile ammirare a sinistra uno degli ambienti del tepidarium, mentre alla fine del corridoio è possibile vedere il Canale a S, ovvero il condotto che convogliava l’acqua e la distribuiva all’interno delle terme. Come già detto, l’ambiente meglio conservato e l’unico che è possibile visitare è un ambiente del frigidarium, detto anche “sala delle colonne”, perché al centro si trovavano quattro pilastri con pianta quadrangolare.

Planimetria completa delle Terme, secondo il D’Arcangelo:

Le dimensioni sono davvero incredibili, in quanto misurerebbe 11,90 m di lunghezza e 11 m di larghezza. Il corridoio è largo circa 2,50 m e lungo 18 m. Vi è un solo pilastro su cui possiamo affidarci per l’altezza, e misura circa 1,85 m. Dei pavimenti resta ben poco, ma si può capire che erano interamente in marmo, mentre le pareti erano interamente affrescati con Eroti e scene di vendemmia.

Sappiamo tutto ciò grazie ai dipinti dell’artista francese Jean-Pierre Louis Laurent Houël, uno dei viaggiatori più famosi del Grand Tour, che vide le terme quando furono scoperte nella loro magnificenza e le immortalò. Al centro della sala si trova una vasca quadrata, anch’essa rivestita in marmo. La sua presenza, l’acqua corrente costantemente filtrata, l’assenza di aperture e i rivestimenti marmorei confermano l’uso di questo luogo a frigidarium.

Si può dunque dire, e le terme possono confermare, che Catania è come una Troia moderna, con tanti strati di storia nascosti sotto il terreno, invisibili dall’esterno, ma senza i quali non sarebbe possibile ricostruire la storia della città.


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