Nell’Aprile del 1986 l’incidente nucleare di Chernobyl devastò una grande area nel nord dell’Ucraina, costringendo all’evacuazione la città di Pripyat e diversi villaggi limitrofi, facendo terra bruciata nella famosa “area di esclusione”, 30 chilometri di raggio intorno alla centrale. Quello che non molti sanno è che la centrale continuò a produrre energia per 14 anni in seguito all’incidente al Reattore 4. Fra macerie e radiazioni, era infatti più sicuro lasciare che le barre di combustibile bruciassero da sole anziché cercare di rimuoverle. Il Reattore 2 non venne spento sino a un incendio del 1991, mentre il Reattore 1 venne tenuto attivo sino al 1996. Il Reattore 3 fu utilizzato sino al Dicembre del 2000, e da allora, 18 anni fa, la centrale non ha più prodotto energia.
Accanto alle ceneri della centrale simbolo della pericolosità dell’energia nucleare è sorto “Solar-Chernobyl”, un impianto solare da 1 Megawatt, dotato di 3.800 pannelli fotovoltaici. Dopo questa fase di installazione iniziale, che è costata circa un milione di euro, dovrebbero essere installati altri 99 megawatt, in grado di alimentare una città intera.
Nonostante l’incidente alla centrale di Chernobyl, l’Ucraina attualmente ha 12 centrali nucleari attive, e Solar Chernobyl rappresenta soltanto la quarta installazione a terra eseguita sul territorio ucraino. Nel paese sono presenti i parchi di Okhotnykovo e Perovo Solar, in Crimea, che vennero realizzati nel 2011, che generano rispettivamente 82 e 100 megawatt. Un terzo venne costruito nel 2012, il parco Starokozache da 42 megawatt vicino a Odessa, nell’Ucraina meridionale. Tuttavia, dopo che la Crimea è passata alla Russia, nel 2014, l’Ucraina ha perso i primi due parchi, i più grossi, oltre che la fornitura di gas naturali dalla Russia. La nuova installazione di Chernobyl, sebbene di gran lunga inferiore alla produzione originaria del sito nucleare che comprendeva quattro reattori da 1.000 megawatt, è comunque un primo passo nella direzione della generazione di energia pulita.
La centrale di Chernobyl, oggi, oltre che esser visitata da animali nella sua zona di esclusione, viene visitata anche da numerosi giornalisti nei reattori considerati “sicuri”. I visitatori annui sono diverse migliaia, e l’economia legata a questo particolare “turismo” sta sviluppandosi in modo del tutto singolare.