La storica diatriba tra scarpe da ginnastica tecniche e sneaker trova in queste righe uno sviluppo e un chiarimento, per i puristi della scarpa comoda e gli sportivi più esigenti.
Indossare scarpe da ginnastica e anche al di fuori dell’ambiente sportivo è una moda e un diritto ormai assodato. Ma qual è (se esiste) la differenza tra un paio di sneaker e una scarpa da ginnastica, detta anche trainer?
L’origine di un mito
Se al giorno d’oggi esistono vere e proprie fiere per collezionisti di scarpe da ginnastica, con modelli che hanno raggiunto anche prezzi esorbitanti, l’inizio sembra puntare dritto verso le prime sneakers. Il termine pare assumere connotati di stampo poliziesco, con i primi modelli pensati per aiutare le forze dell’ordine a passare il più inosservate possibile.
Dal verbo “to sneak” per poi arrivare all’oggetto sneaker, sembra che il passo sia stato più breve e silenzioso del previsto. La suola in gomma degli inizi era stata progettata e pensata per dare un vantaggio a chi voleva avvicinarsi il più possibile, senza però farsi sentire. Non stupisce che i primi a testare l’utilità delle scarpe fossero i poliziotti e le guardie carcerarie. La linea orizzontale della suola produceva a quel tempo meno rumore rispetto a una scarpa in pelle. Inghilterra e Stati Uniti furono i primi paesi a comprendere il valore e il possibile successo che una scarpa simile avrebbe potuto avere, sia in ambito sportivo sia nella vita di tutti i giorni.
Nel 1895 l’azienda britannica J.W. Foster and Sons diede l’avvio alla produzione del primo paio di scarpe di scorsa mentre nel 1920 in Germania, un “certo” Adi Dassler stava dando i natali a una delle scarpe da ginnastica più famose in tutto il pianeta; le Adidas.
Il punto di partenza
Da quanto si può leggere dunque, le sneakers inizialmente rappresentano il prototipo di una scarpa da ginnastica ideale per il tennis e i campi di croquet, allargando sempre più il bacino a discipline come la corsa, il basket, fino al golf. La vera scarpa da ginnastica ha dunque i qui i suoi natali, ma a un certo momento, che può essere posizionato intorno agli anni sessanta e settanta, quella stessa scarpa utilizzata durante l’ora di ginnastica o su un playground in un pomeriggio assolato ad Harlem, cambia destinazione e incontra il cemento, la strada, e perché no, anche le piste da ballo.
È una mutazione lenta, quasi un processo di scissione simile a quello di una cellula madre da cui si originano però scarpe e calzature che hanno invaso e continuano a popolare al massimo il mercato. La differenza è che da un primo approccio meramente sportivo si è andati via via verso un tipo di scarpa da indossare tutti i giorni in occasioni informali.
Per chi desidera farsi una bella corsa al parco, meglio puntare su proposte più tecniche e su modelli dedicati.
La divisione
La storia delle sneaker e delle scarpe da ginnastica è qualcosa che passa sottotraccia nella società moderna, imponendosi come cultura underground e arrivando anche a veri e propri artigiani che plasmano modelli unici per danarosi appassionati. Da questo punto di vista la scarpa da ginnastica tecnica, si evolve in modo totalmente diverso. L’obiettivo è il risultato sul campo da gioco e non solo catturare l’attenzione di modaioli e amanti della comodità che va di moda.
Per questa ragione è meglio parlare e differenziare da una parte le trainer, ovvero quelle scarpe tecniche che via via sono diventate il punto di riferimento per runners di tutti i livelli. Ogni scarpa nasce e si conforma secondo l’ambiente e la situazione, con una suola e un grip perfetto se parliamo di scarpe da corsa, oppure una forma che avvolge maggiormente la parte alta della caviglia se ci troviamo in un campo di basket.
Al giorno d’oggi, forse più di prima, è evidente la destinazione d’uso e lo stile di una sneaker rispetto a una scarpa da ginnastica doc. Le opinioni a riguardo tendono a mettere nello stesso gruppo calzature in cui è la comodità a farla da padrone, quando non lo stile eccentrico e ricercato.
Marchi famosi e firme dell’alta moda stanno cavalcando il più possibile l’onda delle sneakers cool e ultra personalizzate, mettendo spesso anche in discussione la famosa comodità offerta dalla suola in gomma, con alcune scelte stilistiche spesso discutibili.
Dall’altra parte invece le trainer giocano la sfida sul piano dell’ultimo ritrovato tecnico, per poi passare a nuovi tessuti che avvolgono il piede dell’atleta come un guanto. Gel e parti ammortizzate hanno la precedenza rispetto all’estrosità, anche se c’è da dire che ultimamente i colori accesi e fluo percorrono non solo i campi di allenamento e le piste su cui realizzare l’ultimo grande record da battere.