E’ deceduta di recente, il 16 Novembre 2018, una fra le suore cattoliche polacche che sfidò il regime nazista a Vilnius, in Lituania. Il 25 Marzo 2018 aveva compiuto 110 anni, ed era in assoluto la suora più anziana al mondo. Di un personaggio simile è opportuno approfondire la storia, che inizia dal suo luogo di nascita a Kielczewo, nella Polonia occidentale allora ancora sotto l’impero Tedesco.
Suor Cecylia, nata Maria Roszak, dimostrò una vocazione religiosa sin dalla più tenera età. Dopo essersi diplomata alla scuola per il commercio e l’industria femminile di Poznań, a 21 anni si unì all’ordine domenicano nel monastero di Grodek, a Cracovia. Il 7 febbraio 1931 prese i voti diventando Suor Cecylia.
Qualche anno dopo, nel 1938, raggiunse Vilnius per fondare un nuovo monastero con un gruppo di domenicani di Kolonia Wileńska. Le sorelle, lontano dalla città principale, vivevano in una fattoria di cinque ettari circa, e si accontentavano di una casetta in legno con una piccola cappella annessa.
Allo scoppio della guerra Anna Borkowska, la madre superiora, decise di accogliere un gruppo di combattenti ebrei della resistenza, tra cui due bambini i cui genitori erano stati assassinati dal regime nazista. Le suore fornirono rifugio a un gruppo di 17 ebrei provenienti da un movimento di resistenza clandestino che si era formato nel ghetto di Vilnius. Il movimento fu un tentativo di combattere contro i nazisti, che stavano sistematicamente sterminando gli abitanti del ghetto.
Le suore non si limitarono a sostenere la resistenza con la preghiera, ma aiutarono a contrabbandare bombe a mano e altre armi nel ghetto per combattere gli assassini
Fra i protetti delle suore si annovera anche Abba Kovner, poeta, scrittore e partigiano ucraino di origini ebree. Kovner nel 1942 scrisse un opuscolo “Cerchiamo di non andare come pecore al macello!”, che fu il primo pezzo politico a rendere noti i piani nazisti di annientare la popolazione ebraica d’Europa. Il saggio fu probabilmente composto fra le pareti del convento, sotto la protezione di Suore Cecylia e delle sue compagne.
La resistenza di Vilnius non ebbe successo
Nonostante l’impegno dei partigiani e dei loro sostenitori, fra cui le suore del convento, le forze dei tedeschi erano impossibili da battere, e la quasi totalità dei 40.000 abitanti fu sterminata. Per le attività rivoluzionarie, Madre Borkowska fu arrestata nel 1943, e il convento venne chiuso. Fortunatamente le suore sopravvissero alla guerra, e poterono tornare nella comunità di Godek a Cracovia.
Kovner, che in seguito divenne un partigiano attivo nei combattimenti contro i nazisti fra le foreste polacche, non dimenticò mai il sostegno delle monache, e nel 1983, grazie anche alla sua testimonianza, tutte le sorelle ricevettero il premio di “Giuste fra le nazioni”, riservato alle persone non di origine ebree che hanno rischiato la vita per aiutare gli ebrei perseguitati durante l’olocausto.
Lo stesso Kovner si recò a Cracovia per presentare loro il premio e ringraziarle personalmente
Dopo la guerra, suor Cecylia ritornò in Polonia, dove trascorse il resto della sua vita nel convento di Grodek, a Cracovia, del quale fu diverse volte priora. Nonostante avesse vissuto le atrocità della guerra, era nota per il suo senso dell’umorismo e il suo animo gentile. Quando le chiedevano quale fosse il segreto di una vita tanto lunga rispondeva:
La preghiera e la conoscenza di molte lingue
E’ morta a Cracovia il 16 Novembre 2018, ultima fra le monache che protessero i partigiani ebrei del ghetto di Vilnius.