Nel 1895 il medico inglese JC Ousley affermò che, in Gran Bretagna, ogni anno circa 2.700 persone venivano sepolte vive. Le autorità lo smentirono, dichiarando che soltanto 800 persone all’anno venivano sepolte vive all’ombra della Corona inglese. Questo aneddoto fa pensare su quanto la morte apparente potesse costituire un problema reale e un terrore dilagante fra le persone che vissero nei secoli scorsi, e probabilmente anche oggi.
La tafofobia, dal greco Taphos che significa sepolcro, è la paura di essere sepolti vivi, che ha alimentato letteratura e invenzioni durante tutto l’800, in particolare nell’epoca Vittoriana. Si arrivò addirittura a realizzare, in Inghilterra, degli Ospedali per i morti, che mantenevano il presunto defunto in aspettativa per un periodo di tempo più o meno congruo al pagamento effettuato quando ancora in vita.
10. Madame Blunden – 1896
La Signora Blunden fu sepolta nella tomba di famiglia a a Basingstoke, in Inghilterra. Sopra il cimitero era attiva una scuola maschile, e il giorno dopo il funerale un gruppo di ragazzi si trovava a giocare nei pressi del mausoleo quando sentì dei rumori provenire dal sepolcro. Uno dei ragazzi lo disse ad un’insegnante e questi chiamò il sacrestano, che fece aprire la tomba. La signora Blunden ebbe modo di esalare un ultimo respiro prima di morire definitivamente, con il volto distrutto e le unghie strappate dal terrore della condizione di sepolta viva.
9. Madame Bobin – 1901
Nel 1901 la signora Bobin tornava in Inghilterra con un piroscafo proveniente dall’Africa occidentale, e sembrava essere affetta da febbre gialla. Fu trasferita in un ospedale dedicato alle persone colpite da malattie contagiose, peggiorò e fu dichiarata morta, venendo sepolta. Un infermiere dichiarò più tardi che si accorse che il corpo della donna non era freddo, e che c’era una certa attività dei muscoli dell’addome. Dopo che questa notizia arrivò all’orecchio del padre di Madame Bobin, il corpo venne riesumato.
Nella bara non trovarono una, ma due persone, Madame Bobin e suo figlio, che erano morti, entrambi, per asfissia. Una denuncia contro i funzionari sanitari portò al risarcimento nei confronti della famiglia di 8.000 sterline, una somma enorme per l’epoca.
8. Anne Greene – 1650
Essere una serva nelle grandi case padronali dei secoli passati significava, spesso, essere oggetto delle attenzioni dei giovani figli del padrone. Anne Greene era impiegata nella residenza di Thomas Reade quando rimase incinta del nipote diciassettenne dell’uomo. Il bambino nacque morto alla ventesima settimana di gravidanza, e la donna seppellì da sola il cadavere del piccolo in giardino.
Ma il peccato non passò impunito
Per non irritare i futuri parenti con cui il giovane nipote doveva legarsi tramite matrimonio combinato, la donna fu condannata a morte per omicidio e fu impiccata il 14 dicembre del 1650. Durante l’esecuzione della sentenza molti amici tirarono per i piedi la ragazza, in modo da favorirle il trapasso, e il medico legale ne certificò la morte. La sera stessa il corpo venne posizionato in una bara e spedito alla locale scuola di medicina, dove sarebbe stato dedicato agli studenti per studi anatomici.
Il giorno dopo, quando i bisturi stavano per toccare il corpo della giovane, gli studenti Ralph Bathurst, Thomas Willis, William Petty, e Henry Clerke scoprirono che la Greene aveva ancora un debole battito e un respiro percettibile. Le fu dato un cordiale e la ragazza in meno di un giorno si riprese, scampando alla morte. La donna fu graziata e morì 15 anni più tardi, nel 1665.
7. Giulio Maria della Somaglia – Aprile 1830
Somaglia era un potente cardinale cattolico che operò fra la fine del 18° e l’inizio del 19° secolo. Sotto diversi Papi, il cardinale divenne una figura cruciale per lo stato pontificio. Il 2 Aprile del 1830 venne dichiarato morto, e il suo corpo era in preparazione per l’imbalsamazione. Quando l’imbalsamatore affondò il coltello nella cassa toracica dell’uomo questi si svegliò improvvisamente dallo stato di morte apparente, ma era troppo tardi: morì comunque dopo pochi minuti per la ferita al torace.
6. Duns Scoto – Novembre 1308
Il celebre filosofo e teologo Duns Scoto morì a Colonia, in Germania, nel 1308. Dopo i funerali, il suo corpo fu posto in una cripta di pietra sigillata nella chiesa dei francescani. La cripta venne riaperta alcuni mesi dopo per seppellire un’altra persona, ma lo scenario che trovarono i frati fu terrificante: Scoto non fu trovato nella bara ma all’ingresso della porta della cripta, con le mani distrutte nel tentativo di trovare una via di fuga dalla sepoltura. Il suo volto è descritto come un’autentica maschera del terrore.
5. Marjorie Elphinstone – 1600
Nel primo decennio del 17° secolo una donna scozzese rimase sepolta per un giorno intero quando un gruppo di tombaroli aprì la bara per trafugare i preziosi seppelliti con la defunta. La donna si svegliò a causa delle spinte e del trambusto degli uomini, i quali furono scacciati dalla ricca signora, che tornò a casa propria in Ardtannies, dove visse altri 15 anni fino al 1622.
Wikipedia descrive Marjorie Elphinstone come la versione scozzese de “la signora con l’anello”, un racconto di fantasmi ripetuto in varie tradizioni folcloristiche europee in cui una donna viene sepolta viva ed è svegliata dai tombaroli che cercano di rubarle gli anelli. Anche se divenne folklore in molti altri paesi d’Europa, Marjorie Elphinstone è l’unico caso acclarato di questa leggenda, e si trova in Scozia, sepolta con il proprio marito Walter. La tomba di Marjorie è inclusa nella collezione nazionale della Royal Commission per i monumenti antichi e storici della Scozia.
4. Matthew Wall – 2 Ottobre 1571
Il 2 ottobre 1571 a Braughing suonava la campana con la melodia del rituale funebre, e la bara di un agricoltore locale, Matthew Wall, veniva portata giù per la Fleece Lane, verso la chiesa del villaggio di Santa Maria Vergine. La fidanzata di Matthew e altri parenti seguivano il corteo funebre quando Wall si svegliò, iniziando a colpire il coperchio della bara, e le persone lo tirarono fuori dalla cassa di legno.
Matthew probabilmente era caduto in coma dopo aver sofferto di quello che si crede potesse essere una forma di epilessia. Il triste giorno si trasformò in una festa per la “resurrezione” del giovane, che un anno dopo sposò la sua fidanzata e visse fino al 1595. Quando morì, chiese che la strada dove passò il primo corteo funebre fosse spazzata ogni anno e che si suonassero a festa le campane con la melodia sia del matrimonio sia del funerale. Ancor oggi, il 2 Ottobre nella città si festeggia ancora la ricorrenza dell’”Old Man Day”, in occasione della morte apparente di Wall.
3. Abdel-Sattar Badawi – Luglio 1997
Dichiarato morto dopo esser caduto in coma nel luglio 1997, Abdel-Sattar Badawi fu inserito in una bara e portato all’obitorio dell’ospedale di Menoufia, in Egitto. Giacque in quella posizione per circa 12 ore, quando improvvisamente si svegliò. Cominciò a recitare versi del Corano e, non senza fatica, riuscì a uscire dalla bara. L’uomo era avvolto da cadaveri e oscurità, e continuò a recitare versi del Corano in stato di completa confusione. Quando riuscì a scappare dalla sala coi cadaveri incontrò tre paramedici addetti dell’ospedale e uno di essi, alla visione dell’uomo e udendo i versi del Corano, morì d’infarto. Il suo corpo fu infilato nella bara di Badawi, il quale lasciò l’ospedale sulle proprie gambe.
2. Lyudmila Steblitskaya – Novembre 2011 – Ottobre 2012
Esser dichiarati morti senza esserlo veramente è una tragedia, ma quando questa circostanza si ripete per due volte diventa statistica. A Novembre 2011 una signora di 61 anni si risvegliò qualche minuto prima che le venisse praticata l’autopsia (immaginarsi la scena è terrificante) dopo ben 3 giorni trascorsi all’obitorio. Nell’Ottobre 2012 fu nuovamente dichiarata morta, ma i medici aspettarono del tempo prima di ordinarne la tumulazione vista la precedente circostanza. La donna infatti si risvegliò ed è ancora in ottima salute.
1. Fagilyu Mukhametzyanov – Giugno 2011
La palma d’oro più macabra va ad una donna russa di 49 anni, dichiarata morta e chiusa nella bara, risvegliata dai canti funebri in proprio onore. La signora fece rumore e fu aperta la cassa, ma la donna non urlò dalla gioia per esser tornata nel mondo dei vivi, ma si prese un tale spavento da morire, questa volta sul serio e definitivamente, per lo shock subito dell’essere sepolta viva.