Secondo la Leggenda Glastonbury Tor è l’isola di Avalon dove sarebbe sepolto Re Artù

Glastonbury Tor è una collina che si trova nell’omonima cittadina inglese della contea del Somerset. Essa è sormontata da una torre a cielo aperto del XIV secolo dedicata a San Michele, e nei secoli ha concentrato su di sé l’attenzione di storici e letterati per il presunto legame con il ciclo arturiano e le Materie di Britannia.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Fotografia di Andrew M condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr:

Gli scavi archeologici hanno rivelato che la collina fu un luogo frequentato sia durante l’età del ferro sia nei secoli successivi dai Romani, mentre il tipico terrazzamento risalirebbe addirittura all’epoca neolitica. La prima chiesa monastica, dedicata a San Michele, fu realizzata in legno e distrutta durante un terremoto, nel 1275. Qualche anno dopo, durante il 14° secolo, venne realizzata l’odierna costruzione in pietra, che si erge sulla cima dell’altura, perfettamente conservata.

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Le credenze riguardo la funzione della collina sono antiche e ben testimoniate. Il luogo sarebbe stato meta di pellegrinaggio per i cattolici dal basso medioevo sino alla riforma protestante, da quando lo scrittore e religioso gallese Giraldus Cambrensis, del XII secolo, associò la collina ad Avalon, la mitica isola dove riposerebbe Re Artù in attesa che il mondo abbia nuovamente bisogno di lui.

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Il “Tor” (parola inglese che significa collina o roccia) venne definita “Ynys yr Afalon” quando furono scoperte le bare del Re e della Regina Ginevra nel 1191, un evento documentato proprio da Cambrensis, che scrisse come i resti furono poi spostati. Molti studiosi sospettano che questi eventi siano frutto della fantasia, concepiti nell’opera di Giraldus per dare maggior prestigio e una storia secolare alla collina, accrescendone la fama.

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Rilievo interno. Fotografia condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:

Avalon era il luogo dove si incontravano i morti, il punto in cui i vivi passavano a un’altra forma dell’esistenza. La collina avrebbe quindi potuto assumere un livello di prestigio notevole nello scacchiere geografico dell’Inghilterra se fosse stata riconosciuta ufficialmente come “Isola di Avalon”.

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L’associazione di un chierico gallese con il ciclo di Re Artù non deve sembrare inusuale: Avalon sarebbe il luogo visitato da Gesù Cristo e da Giuseppe d’Arimatea, dove quest’ultimo portò la coppa con il sangue perso da Cristo in Croce e dove fu sepolto il Sacro Graal. Qui sarebbe sorta infine la prima chiesa della Britannia.

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Le testimonianze storiche, tutte trasmesse da Cambrensis, raccontano che fu l’Abate Enrico di Blois ad ordinare gli scavi nella collina, che portarono alla luce due sarcofagi, di cui uno recava l’iscrizione:

Qui giace sepolto l’inclito re Artù nell’isola di Avalon

I resti furono poi sepolti nell’abbazia di Glastonbury di fronte al Re Edoardo I e alla moglie, alla fine del XIII secolo.

Fotografia di Tony Grist condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:

Nonostante le testimonianze e la bellezza della collina, la costruzione storica di una “Avalon” nel mezzo dell’Inghilterra è generalmente considerata un falso ben architettato, volto a far fluire nelle casse della comunità il denaro che si riusciva a incassare grazie ai pellegrinaggi. Esattamente come per le reliquie cristiane anche Re Artù è in grado di esercitare un forte ascendente nei confronti di un numero enorme di persone, e così i viaggi organizzati per visitarne i luoghi “sacri” sono in grado di muovere un turismo in grado di mantenere comunità di ampie dimensioni.

Fotografia di Josep Renalias condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...