Un cranio allungato dalla forma un po’ strana, una donazione a un museo e un impianto chirurgico. Potrebbe trattarsi di una scoperta eccezionale come di una bufala colossale. E’ questa una delle ultime notizie che sta tenendo banco fra gli appassionati di osteologia e archeologia misteriosa degli Stati Uniti (e non solo), dopo che il Museum of Osteology di Oklahoma City ha acquisito un antico cranio di (sospetta) origine peruviana.
L’impianto di metallo in questo teschio è molto insolito e, se autentico, sarebbe potenzialmente una scoperta unica dell’antico mondo andino. Oltre a questo potenziale impianto, il cranio ha un foro che potrebbe essere stato creato attraverso la trapanazione. L’aspetto allungato del teschio non deve stupire, visto che questo tipo di modifiche erano comunissime in numerose culture pre-colombiane in tutto il centro/sud America. La trapanazione era il tentativo di operare il cranio di una persona nel tentativo di curare una ferita o una condizione medica, ed era una consuetudine nel mondo antico.
Il Museo di Osteologia ha affermato che i suoi esperti non sono ancora in grado di verificare l’autenticità dell’impianto metallico. Uno dei responsabili ha affermato che è prevista una datazione al carbonio 14 ma che ancora non è stata effettuata.
Fatte queste premesse è bene dire che diversi studiosi hanno già espresso la loro opinione. Su Live Science sono elencati i diversi filoni di pensiero. Ad esempio John Verano, professore di antropologia presso la Tulane University in Louisiana e autore di un articolo sull’argomento nel 2010 sull’International Journal of Osteoarchaeology, è convinto sia un falso. “ho molti dubbi sul fatto che sia qualcosa di autentico. Penso che sia qualcosa di realizzato molto di recente per rendere l’oggetto più prezioso”. Questo impianto metallico potrebbe essere stato inserito anni fa, molto prima che il museo o il donatore lo possedessero.
Nel suo articolo del 2010 lo studioso descrive teschi con protesi metalliche come dei falsi, dove il metallo non era affatto un impianto chirurgico ma veniva usato come offerta funeraria.
Danielle Kurin, professoressa di antropologia all’Università della California, ha scritto: “Non ho mai visto niente di simile prima. In base alle immagini sembra che il pezzo di metallo sia stato modellato in modo molto sottile. Sulla base dei modelli di frattura, questo individuo – [che] sembra essere un maschio anziano – ha subito un enorme trauma da corpo contundente al lato destro della testa. Il fatto che le linee di frattura radianti e concentriche mostrino segni di guarigione suggerisce che l’individuo è sopravvissuto per almeno diverse settimane o mesi. Sarebbe utile fare una radiografia del cranio per determinare se il pezzo di metallo copre un foro di trapanazione e/o una frattura cranica aperta”.
La scienza ci dice però che esistono casi di persone sopravvissute ad interventi al cranio nel passato. La Kurin spiega che in un articolo dell’American Journal of Physical Anthropology del 2013 si parla di una persona che visse in Perù circa 800 anni fa, la cui calotta cranica mostrava una specie di cappuccio di metallo. Indossava la protesi a protezione dell’area scavata dalla trapanazione.
Kent Johnson, professore di antropologia alla SUNY Cortland, ha affermato che l’impianto di metallo potrebbe essere autentico, ma ancora una volta non si sbilancia, spiegando che è imprescindibile eseguire dei test. Tuttavia, indipendentemente dal fatto che l’impianto sia reale o meno, la persona su cui è stato posizionato è sopravvissuta a un terribile infortunio.
“È giusto descrivere questo individuo come un sopravvissuto. C’è un trauma esteso al lato destro del cranio che colpisce le ossa frontali, temporali e parietali destra. Ci sono prove di guarigione in cui i bordi delle ossa fratturate hanno avuto il tempo sufficiente per ricrescere insieme”.