Era lì da sempre, per la precisione da 2.400 anni, sul fondo del Mar Nero, ma nessuno l’aveva mai notata. La nave greca scoperta a 2.000 metri di profondità e a 80 chilometri di distanza dalla costa della Bulgaria costituisce il relitto intatto più antico mai trovato, una finestra sul passato di straordinario ed esclusivo fascino. La nave è riuscita a preservarsi grazie alla composizione delle acque del Mar Nero a quella profondità, che sono poverissime di ossigeno e impediscono la proliferazione di batteri che, altrove, corrodono gli oggetti che si depositano sul fondo. La nave era probabilmente un mercantile, della Grecia Classica, che trasportava merci verso le colonie del mare oltre l’odierna Istanbul.
Gli archeo-sub protagonisti della scoperta fanno parte del Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP) e sono guidati dal professor John Adams. Helen Farr, fra le archeologhe della spedizione, ha commentato alla BBC: “È una scoperta unica nel suo genere. Si tratta del relitto intatto più antico mai trovato. È come aver aperto una finestra su un mondo: quando abbiamo esaminato il video e abbiamo visto apparire la nave, così perfettamente conservata, ci siamo sentiti come se avessimo fatto un viaggio indietro nel tempo“.
Il relitto della nave, lunga 23 metri, è quindi perfettamente conservato, e si notano l’albero maestro, i timoni, le panche per i rematori e, ma è da confermare, il contenuto della stiva, ancora non aperta. Il direttore della spedizione, John Adams, afferma che sarà necessaria un’altra campagna di immersioni per accedere all’interno della nave, che potrebbe contenere un tesoro in anfore e vasi di oltre 2 millenni fa.
Curiosamente la forma e le proporzioni della nave ritrovata corrispondono perfettamente a quelle della nave raffigurata sul “Vaso delle Sirene”, un’anfora del 480 a.C. che mostra Ulisse legato all’albero maestro messo alla prova dal canto delle Sirene.
Sotto, il vaso delle Sirene conservato al British Museum:
L’immersione del ROV ha consentito di prelevare frammenti dell’imbarcazione, utili a datare il relitto, e a ricostruire l’immagine tridimensionale della nave sul fondo. Durante la campagna di immersioni del Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP) sono stati rinvenuti ben 67 relitti, tutti perfettamente conservati grazie alla mancanza di ossigeno a queste immense profondità.
Sotto, uno stralcio del video-documentario che verrà presentato nei prossimi mesi al British Museum: