Gli archeologi del Museo di Vinkovci e dell’Istituto di archeologia di Zagabria hanno recentemente presentato i risultati di alcune ricerche condotte nel sito di Stari Jankovci (Vukovar-Srijem). In quello che è stato denominato “Tumulo 1”, un tumulo di circa 40 metri di diametro per un metro di altezza, è stata trovata una grande camera funeraria in cui furono deposti un carro romano a due ruote con i cavalli che, probabilmente, in vita lo avevano trainato.
L’usanza di tumulare oggetti di grande valore, come un cavallo o un carro, è associata a famiglie dotate di enormi disponibilità economiche, che giocavano un ruolo di primo piano nell’ambito amministrativo, sociale ed economico dell’antica provincia della Pannonia.
Sotto, la mappa delle province romane al tempo della sepoltura:
Il curatore del Museo di Vinkovci, Boris Kratofil, spiega che: “La scoperta più significativa della zona di scavi è rappresentata da un carro romano con gli scheletri dei cavalli, ovvero la prima sepoltura di questo tipo ritrovata in Croazia“. Il tumulo è stato scoperto lungo una delle arterie più importanti dell’Impero che collegava l’Italia con la Pannonia, i Balcani e l’Asia Minore, una posizione probabilmente non casuale che attesta la volontà della famiglia di mostrare ai viaggiatori il proprio status sociale.
La tomba si stima risalga al III secolo d.C. circa, uno dei più antichi esempi di sepoltura di carro e cavalli nell’Impero Romano. La ricerca, fra le prime in assoluto condotta in Croazia riguardo un’antica sepoltura romana, consentirà di scoprire maggiori dettagli riguardo la famiglia proprietaria delle sepolture, vissuta in questa zona oltre 1.800 anni fa. Fra i dettagli che interessano i ricercatori anche l’origine dei cavalli, autoctona o allogena, che potrebbe indicare il livello di ricchezza della famiglia che ordinò la sepoltura.
Vinkovci, in latino Cibalae, è una delle città più antiche d’Europa, in una zona abitata dall’uomo dal lontano periodo neolitico. In questa città nacquero ben due imperatori romani, Valente (328-378) e Valentiniano I (321-375), e dal 1982 l’intera area è stata dichiarata sito archeologico protetto.