Il Pinguino Imperatore è un magnifico animale presente nella nostra epoca che raggiunge i 120 centimetri di altezza e i 40 Kg di peso, ma le sue dimensioni sono decisamente inferiori ai suoi antenati appartenenti alla megafauna preistorica. L’ultima specie di pinguini gigante scoperta è una variante del Crossvallia, vissuto fra i 56 e i 66 milioni di anni fa nei pressi della Nuova Zelanda.
Sotto, il Pinguino Imperatore. Fotografia di Samuel Blanc condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:
Il Crossavallia waiparensis misurava 1,6 metri di altezza e aveva un peso ci circa 80 chilogrammi, il doppio di un pinguino imperatore. Il nuovo pinguino è stato scoperto dall’appassionato di paleontologia Leigh Love, che lo ha identificato nell’Agosto 2019.
Sotto, i fossili scoperti da Leigh Love. Nel paper scientifico del link sottostante si trova la legenda della nomenclatura delle ossa:
Love ha individuato le ossa nella città di Waipara, in Nuova Zelanda, un punto ben noto ai ricercatori come ricco di fossili di animali preistorici di grosse dimensioni, fra cui si può ricordare il pappagallo gigante preistorico, di cui abbiamo parlato poco tempo fa, un tipo di aquila gigante, il moa e altre cinque specie di pinguini giganti.
Paul Scofield, curatore del Museo Canterbury di Storia Naturale in Nuova Zelanda, spiega che: “Quando le specie di Crossvallia erano vive la Nuova Zelanda e l’Antartide erano molto diversi da oggi – l’Antartide era coperto di foreste ed entrambi avevano climi molto più caldi“.
Inoltre, le ossa delle gambe di entrambi i pinguini di Crossvallia sono diverse da quelle dei pinguini moderni. Studi anatomici suggeriscono che i Crossvalia usavano i piedi in modo migliore durante il nuoto, e gli antichi uccelli non si erano ancora adattati a stare in piedi, come fanno i pinguini odierni.
Vanesa De Pietri, ricercatrice presso il Canterbury Museum, spiega che la scoperta del C. waiparensis e di altri grandi pinguini risalenti all’epoca paleocenica offre ulteriori prove del fatto che i pinguini sono diventati giganteschi poco dopo l’estinzione dei dinosauri non aviani circa 66 milioni di anni fa.
Sotto, la ricostruzione tridimensionale del gigantesco Crossvallia waiparensis:
Daniel Ksepka, curatore del Bruce Museum di Greenwich, afferma che i vantaggi delle grosse dimensioni sono evidenti per gli uccelli marini. “In generale, più un animale diventa grande, più diventa efficiente nel conservare il calore corporeo (aspetto molto importante nei pinguini) e nelle immersioni più in profondità e per periodi di tempo più lunghi. Le grandi dimensioni aprono anche nuove opzioni per le prede e proteggono dai piccoli predatori“.
Perché i pinguini di oggi sono più piccoli?
Il motivo non è chiaro, ma la concorrenza per le prede e il territorio potrebbe in parte spiegare perché i pinguini non sono più i colossi giganti delle epoche preistoriche.
Ksepka prosegue: “I paleontologi stanno ancora lavorando a questa domanda, ma un grande fattore potrebbe essere l’ascesa dei pinnipedi (foche e simili), che iniziarono a diffondersi negli oceani nello stesso momento in cui i pinguini giganti iniziano a scomparire. I pinnipedi potrebbero essersi scontrati con i pinguini non solo come predatori concorrenti di prede simili, ma anche per le aree di riproduzione necessarie per nidificare le colonie“.
I ricercatori autori dello studio Vanesa De Pietri, Paul Scofield e Gerald Mayr osservano un fossile di Crossvallia waiparensis al Canterbury Museum in Nuova Zelanda:
I risultati dello studio sono stati pubblicati online il 12 agosto sulla rivista Alcheringa: An Australasian Journal of Paleontology. I fossili dell’antico uccello, così come quelli di altri pinguini giganti, saranno esposti al Canterbury Museum entro la fine dell’anno.
Sotto, il modello 3D del Crissvallia waiparensis: