E’ stata annunciata ieri dagli Archeologi del Museum of London Archaeology la scoperta di un tesoro di tavolette di epoca romana a Londra, compresa la prima testimonianza scritta della parola “Londinium“, originario nome della capitale inglese. Il ritrovamento è stato seguente agli scavi per la realizzazione della nuova sede di Bloomberg, ed è di importanza decisamente considerevole anche vista l’enorme molte di tavolette recuperate, più di 400. Di queste ne sono state decifrate sinora 87, compresa una che reca la dicitura “Londinio Mogontio” – “A Londra, da Mogontius”, e datata 65/80 dopo Cristo, circa 22/37 anni dopo l’anno della fondazione della città ad opera dei Romani.
L’archeologa Sophie Jackson definisce la scoperta “estremamente significativa, visto che è la prima generazione di londinesi che parla“. Una delle tavolette rinvenute risale al 57 dopo Cristo, precisamente all’8 Gennaio, e rappresenta il più antico documento scritto mai ritrovato in tutta la Gran Bretagna. Londinium, un nome di origine probabilmente pre-celtica, fu distrutta durante il 61 dopo Cristo dalla Regina Budicca e dal suo esercito, salvo esser poi ricostruita in breve tempo dai romani.
La tavoletta più antica è un contratto finanziario redatto l’8 Gennaio del 57, durante il regno dell’imperatore Nerone, nel quale due commercianti concordano il pagamento di 105 denari per le merci consegnate, un importo pari circa alla metà dello stipendio annuale di un legionario. Il documento storicamente più significativo riguarda un affare apparentemente banale tra due commercianti, i quali concordando i termini per la consegna di 20 carichi di derrate alimentari da Verulamium (St Albans) a Londra. La sua importanza risiede nella data: 21 ottobre del 62 dopo Cristo: un anno dopo la regina Budicca devastò la città durante una rivolta che fu poi brutalmente soppressa, e che causò la morte di circa 70.000 persone.
Le tavolette di legno sono riuscite a conservarsi per quasi due millenni nel fango umido del Walbrook, un fiume ormai sepolto. Sophie Jackson ha spiegato il motivo della conservazione: “L’acqua del fango ha preservato le tavolette, impedendo l’ossidazione e la conseguente marcitura“. In epoca romana, le tavolette venivano coperte di cera, su cui si poteva scrivere con una stilo appuntita. La cera è scomparsa col tempo, ma le parole sono penetrate nel legno, risultando ad oggi intelligibili.