Sally Horner: la Drammatica Storia della Ragazza che ispirò Lolita

Vladimir Nabokov riuscì a pubblicare il suo capolavoro “Lolita” nel 1955, dopo molti rifiuti, dovuti allo scottante tema che trattava, la pedofilia. Anche se all’epoca gli abusi sui minori venivano tenuti molto più nascosti rispetto al giorno d’oggi, l’autore non descrisse certamente qualcosa di ignoto al grande pubblico, anzi. Nabokov, oltre ad ispirarsi ad opere letterarie (“Uno scrittore creativo deve studiare attentamente le opere dei suoi rivali, incluso l’Onnipotente”, dichiarò in un’intervista), fece ricerche approfondite sui giornali dell’epoca, in particolare su incidenti, crimini sessuali e omicidi, arrivando a scrivere un romanzo considerato un capolavoro senza tempo, nonostante lo scabroso argomento.

Sally Horner

Immagine di pubblico dominio

Nabokov si ispirò fortemente ad un caso di rapimento, avvenuto nel 1948, quello della “vera” Lolita: Florence Sally Horner.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

La ragazzina, che aveva 11 anni, si era fatta convincere dai compagni di scuola a rubare un quaderno (del costo di 5 centesimi) in un negozio della sua città, Camden, a New York. La catena di eventi che si svilupparono da questa infantile sfida è tanto drammatica quanto straziante.

Un uomo di mezza età si avvicinò a Sally, che aveva con sé il quaderno rubato, spacciandosi per un agente dell’FBI che l’aveva colta sul fatto. Era Frank La Salle, uno stupratore già condannato per crimini sessuali, che spaventò la povera ragazza parlandole di leggi severe e possibili condanne alla prigione.

La Salle non approfittò subito dell’ingenuità della bambina, e la lasciò andare a casa. Sally, sollevata per aver evitato l’arresto, non parlò dell’accaduto con la madre vedova, e nemmeno con la sorella maggiore, che aspettava un bambino.

Il criminale però aveva un piano: il pomeriggio seguente aspettò Sally fuori dalla scuola, e le disse che doveva accompagnarlo ad Atlantic City, per ordine del governo. Ordinò alla ragazzina, usando sempre la minaccia dell’arresto, di presentarlo alla madre come il padre di una compagna di scuola che l’aveva invitata a trascorre una vacanza insieme.

Frank La Salle

La madre di Sally non poteva sapere che stava mandando sua figlia “in vacanza al mare” con un meccanico disoccupato di 50 anni, uscito di prigione da soli sei mesi, condannato per stupro e adescamento di minore.

Iniziò così il calvario, tutt’altro che letterario, di Sally Horner, durato 21 mesi. La Salle  portò la ragazzina in giro per gli Stati Uniti, iscrivendola nelle scuole delle diverse città spacciandosi per il padre. Soltanto a San Jose, in California, un vicino si accorse che c’era qualcosa che non andava. Il 22 marzo 1950, mentre La Salle era fuori alla ricerca di un lavoro, Sally si confidò con l’unica persona che aveva intuito il suo disagio, e telefonò alla sorella, chiedendo di mandare l’FBI, quella vera, a salvarla. Quando il rapitore tornò a casa trovò ad attenderlo la polizia con la piccola Sally, che testimoniò di aver subito per mesi innumerevoli abusi sessuali. Durante il processo l’uomo continuava a sostenere di essere il padre di Sally, che invece dimostrò di ricordarsi bene del suo vero genitore, anche se morto da diversi anni. La Salle fu condannato ad una pena dai 30 ai 35 anni, da scontare nella prigione di Trenton, nel New Jersey.

Sally Horner dopo essere stata liberata

La seconda parte del romanzo di Nabokov risente fortemente degli avvenimenti reali del caso La Salle – Horner: la durata della prigionia, di quasi due anni; il lungo vagabondare attraverso gli Stati Uniti; gli innumerevoli soggiorni nei motel; la sosta a Beardsley, dove Lolita va a scuola; la bugia sulla paternità della ragazza; e infine Lolita che riesce a scappare dal suo aguzzino (per gettarsi nelle braccia di un altro) grazie a una misteriosa telefonata. Addirittura, in un inciso molto significativo anche se messo tra parentesi, il protagonista Humbert si domanda, quasi per autoassolversi “Avevo forse fatto a Dolly quello che aveva fatto Frank Lasalle, un meccanico cinquantenne, a Sally Horner di undici anni nel 1948?”

Proprio nella triste storia di Sally Horner Nabokov riuscì a trovare la chiave psicologica che  spiegasse l’accettazione di Lolita a trasformarsi nella “schiava del sesso” del narratore/protagonista: la minaccia di un arresto. Come La Salle, anche Humbert teneva legata a sé la ragazzina prospettandole, in caso lei lo avesse denunciato, “una scelta di vari luoghi d’abitazione, tutti più o meno gli stessi, la scuola correzionale, il riformatorio, la casa di detenzione minorile…”

La vita di Sally Horner e quella del suo alter ego letterario hanno finali diversi: mentre Lolita scappa da Humbert, si lega per poco tempo a un altro pedofilo che voleva sfruttarla, e finisce per sposare (ironia della sorte) un meccanico, la paffuta ragazzina castana di Camden andò incontro a uno sfortunato destino: morì a quindici anni in un incidente d’auto, il 20 agosto del 1952. L’infanzia rubata di Sally e la sua morte prematura hanno contribuito a dare vita alla Lolita di Nabokov, vera eroina del romanzo, per trasformare in qualche modo l’infelice esistenza di una piccola ragazza “in qualcosa di prezioso ed eterno”, perché, usando le parole dello scrittore, non finisse sepolta per sempre nella “spazzatura della vita”.

Lolita, di Vladimir Nabokov si trova edito da Adelphi su Amazon.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.