Rudolf Hess è probabilmente il personaggio più enigmatico del Terzo Reich, sulla sua figura gli storici non trovano accordo.
Era un pazzo o in cerca di gloria? Aveva potere o era manovrato da Hitler che conosceva la sua cieca e incondizionata fedeltà? Perché fu giudicato tanto severamente e mai liberato? Si suicidò o fu ucciso?
In questo articolo facciamo un po’ di ipotesi a queste domande che non hanno una risposta univoca.
La Carriera
Rudolf era nato il 26 aprile 1894. Nel 1915 si arruolò volontario in fanteria, fu ferito 3 volte e decorato, ma affascinato dal volo nel 1918 prese il brevetto e combatté le ultime battaglie della Prima Guerra Mondiale su un aeroplano.

Nel 1919, senza lavoro e senza mezzi, Hess si iscrisse alla facoltà di Economia all’università di Monaco dove scoprì e fece sua la teoria del “Lebensraum”, lo spazio vitale, del suo prof. Karl Haushofer e si avvicinò ai movimenti di estrema destra, aderendo ai Freikorps. Nel maggio 1920 conobbe Hitler a una riunione del DAP (poi ribattezzato NSDAP) e ne fu affascinato, partecipando con lui nel novembre 1923 al fallito Putsch di Monaco. Entrambi vennero arrestati e durante i 18 mesi di prigionia Hitler dettò il “Mein Kampf” a Hess, che non ebbe alcuna influenza sul testo ma cominciò quello sarebbe stato dal 1925 il suo lavoro, ovvero il segretario personale di Hitler.
Nello stesso anno si unì alle SS dalle quali poi si staccò nel 1933 ottenendo però il permesso di continuare indossarne la divisa in occasioni particolari. Nel 1927 Hess sposò la sua eterna fidanzata Ilse Pröhl dietro pressioni di Hitler, che fu suo testimone di nozze, per mettere a tacere le dicerie su una sua presunta omosessualità . Il suo unico figlio Wolf Rüdiger nacque nel 1937.
Nel dicembre 1932 Hitler diede a Hess la presidenza della commissione politica centrale del NSDAP e l’anno seguente venne nominato ufficialmente vice di Hitler nel partito. Hess ebbe sicuramente una parte nei noti avvenimenti seguenti come la “Notte dei lunghi coltelli” del 1934 contro le SA di Röhm, più legate al socialismo che aspiravano ad un maggior potere. Fu fra i protagonisti anche delle decisioni riguardo le leggi di Norimberga del 1935, ovvero quelle norme sulla purezza del sangue che riguardavano principalmente limitazioni dei diritti e della socializzazione con contaminazione della razza ariana e pesanti tasse sulle proprietà degli ebrei. Ma fu solo dal 1938 con la “Notte dei cristalli” che si arrivò alla vera persecuzione antisemita, quando Hess aveva già perso molto del suo potere.
Nel 1936 Hitler iniziò a rivolgere la sua attenzione più all’estero che alle questioni nazionali, preparandosi per la guerra. La stella nascente del partito nazionalsocialista era Joachim von Ribbentrop, che svolgeva compiti diplomatici ancor prima di essere nominato Ministro degli Esteri del Reich nel 1938. Proprio nel 1936, in concomitanza alla perdita di potere e del favore di Hitler, Hess cominciò a soffrire di ulcera e di molti altri disturbi psicosomatici.
Nel 1939 appoggiò l’attacco alla Polonia ma non prese mai parte alla sua pianificazione.
Hess, sempre fedelissimo e strenuo sostenitore di Hitler anche se non amato dagli altri gerarchi, nel 1939 venne nominato dal Führer suo successore dopo Hermann Göring, divenendo il terzo uomo del nazismo.
Tutto questo sembra suggerire un grande potere di Hess ma gli storici sono divisi nel loro giudizio. Per alcuni Hess aveva un immenso potere teorico ma molto povero nella pratica. Quello che decideva era in realtà la volontà di Hitler, lui ne era solo la facciata pubblica. Inoltre la sua indolenza lo spingeva a demandare molto al suo vice Martin Bormann, che assunse sempre più importanza e che prese il suo posto nel 1941. Forse l’unica idea propria di Hess, che fu subito introdotta, fu il saluto tedesco che divenne obbligatorio nel 1933.
Per altri invece il suo potere era immenso perché era in grado di controllare tutto l’apparato statale, compresi i servizi segreti, ed era in grado di influenzare anche riguardo le decisioni sulla politica estera. Opinioni discordanti, che rimangono condizionate dalla sensibilità personale di ogni storico.
Il volo in Scozia
Il 10 maggio 1941 Hess volò in Scozia con un caccia Messerschmitt Bf 110 per prendere contatto con Lord Hamilton, oppositore di Churchill e leader del movimento pacifista, che aveva incontrato nel 1936 alle Olimpiadi di Berlino e al quale voleva proporre un trattato di pace.

Arrivato sulla Scozia Hess si lanciò col paracadute e venne immediatamente arrestato.
Nei vari interrogatori Hess sostenne che la Germania era militarmente superiore alla Gran Bretagna, che non aveva alcun interesse a combatterla e che gli interessi tedeschi erano rivolti all’area dell’Unione Sovietica, quindi era interesse comune trattare la pace e collaborare, come del resto Hitler auspicava nel Mein Kampf e aveva dichiarato nel discorso del luglio 1940 rivolto ai Britannici.
Sostenne sempre che Hitler era all’oscuro del suo viaggio, pensato e messo in atto in piena autonomia. Secondo il Lord Cancelliere John Simon, che aveva conosciuto Hess a Berlino e che lo interrogò a lungo, il suo fu un tentativo di riconquistare il pieno favore del Führer, di gratificarlo e consolidare il loro rapporto ma pareva non conoscere alcun piano di politica estera di Hitler né avere la minima competenza a trattare la pace. In pratica fu reputato completamente pazzo.
Hess era ospitato ad Aldershot, nel Surrey, e il 15 giugno, non creduto dagli inglesi, tentò il suicidio buttandosi dalla finestra riuscendo solo a rompersi un femore. La moglie chiese di poterlo raggiungere ma le fu negato il permesso, rimasta senza fondi chiese aiuto a Hitler che le concesse una pensione. Churchill lo definì “un bambino mentalmente ritardato” ma sfruttò l’occasione per cercare di allontanare Stalin da Hitler non negando che ci fosse una possibilità di accordo fra inglesi e tedeschi e di attacco tedesco all’Unione Sovietica. Stalin non credette alle trattative o a un attacco e fu preso alla sprovvista dall’Operazione Barbarossa del 22 giugno 1941.
Churchill ottenne comunque il suo scopo, con l’attacco i fronti si dividevano, una boccata d’ossigeno per la Gran Bretagna che diventava formalmente alleata dell’Unione Sovietica.
In Germania Hitler venne colto di sorpresa, Hess venne dichiarato un pazzo e un traditore, spogliato di tutte le cariche, condannato a morte in contumacia se avesse rimesso piede in Germania e i suoi più stretti collaboratori, sospettati di aver conosciuto i piani e non averli rivelati, furono arrestati.
Goebbels dichiarò che l’ingenuità di Hess aveva causato alla Germania un danno incalcolabile. Alcuni ritengono che Hess non fosse pazzo e che stesse agendo su istruzioni di Hitler, facendo passare l’iniziativa come personale per non scoprire il Führer e per saggiare il terreno.
E’ piuttosto da chiedersi come un caccia tedesco abbia potuto superare tutta la contraerea britannica ed arrivare sulla Scozia senza alcun attacco, e questo porta all’altra teoria che vedrebbe Hess in contatto con i servizi segreti britannici o che i britannici fossero a conoscenza dei suoi piani e lo avessero lasciato passare.
La Prigionia
Hess in prigionia divenne sempre più paranoico, convinto che gli inglesi volessero avvelenarlo. Le visite psichiatriche alle quali fu sottoposto convinsero i medici che Hess era malato di mente e in piena crisi depressiva. Il 4 febbraio 1945 tentò nuovamente il suicidio pugnalandosi al petto. Alla fine della guerra Hess venne riportato in Germania per affrontare il processo di Norimberga.

L’uomo venne condannato all’ergastolo per due capi di imputazione:
1 – Cospirazione per commettere atti contro la pace
2 – Aver pianificato, iniziato e intrapreso delle guerre di aggressione
Non venne condannato invece per gli altri due reati per i quali era imputato
3 – Aver commesso crimini di guerra
4 – Aver commesso crimini contro l’umanità
La condanna apparve molto pesante in considerazione della sua dubbia sanità mentale, delle sue vicende, del fatto che dal 1941 fosse fuori dalla Germania soprattutto confrontandola con quelle degli altri condannati a pene detentive: Erich Raeder ergastolo per le imputazioni 1-2-3, Walter Funk ergastolo per i punti 2-3-4, Albert Speer 20 anni per i punti 3-4, Baldur von Schirach 20 anni per il punto 4, Konstantin von Neurath 15 anni colpevole di tutti e 4 i punti ma solo fino al 1938, Karl Dönitz 10 anni per i punti 2-3.
I sette prigionieri furono rinchiusi nel carcere di Spandau a Berlino Ovest, nel settore britannico, e la sorveglianza veniva mensilmente cambiata a rotazione con guardie e personale delle quattro potenze vincitrici.

Hess era un asociale, non frequentava i compagni, rifiutava di ricevere visite, rifiutava il lavoro, si lamentava costantemente di dolori, probabilmente psicosomatici, ed era considerato un detenuto problematico.
Per motivi di salute von Neurath venne liberato nel 1954, Raeder nel 1955, Funk nel 1957, mentre per fine pena Dönitz venne liberato nel 1956, Speer e von Schirach nel 1966.
Hess restò l’unico detenuto a Spandau, che aveva una capacità di 600 detenuti e nel 1969 per la prima volta accettò di incontrare la moglie e il figlio durante il ricovero ospedaliero per ulcera perforata.
Tutte le richieste di grazia che seguirono negli anni per motivi umanitari da parte della famiglia, della Chiesa, degli alleati, dei Presidenti della Germania che si erano succeduti si scontrarono con il veto sovietico.
Nel 1977 Hess tentò per la quarta volta il suicidio tagliandosi le vene con un coltello, aveva già provato nel ’59 tagliando le vene con le lenti degli occhiali. Nell’aprile 1987 Mikhail Gorbaciov dichiarò di non essere contrario alla liberazione ma il 17 agosto Hess venne trovato morto impiccato con un cavo elettrico a una finestra del padiglione del giardino, la lettera di addio alla famiglia che aveva in tasca era quella scritta nel 1969 durante il ricovero in clinica.
L’autopsia constatò che si trattò di suicidio
La famiglia chiese una seconda autopsia ritenendo che un uomo di 93 anni che non riusciva neppure più ad allacciarsi le scarpe da solo non sarebbe stato in grado di impiccarsi. Nella seconda autopsia però mancavano dal corpo la trachea, la laringe, la tiroide prelevate durante il primo esame e non fu possibile stabilire se fosse stato strangolato o se morì per impiccagione. I familiari restarono sempre dell’idea che fosse stato ucciso dai servizi segreti britannici.
L’ultimo infermiere di Hess, Abdallah Melaouhi, e l’ex direttore della prigione Eugene Bird, sostenevano l’ipotesi di omicidio, mentre il cappellano militare francese Michel Roehrig sostenne la tesi del suicidio per la depressione di Hess che non sopportava più il declino fisico e non credeva più nella liberazione.
Il figlio di Hess con la Rudolf Hess Society, da lui fondata, ha inutilmente cercato di ottenere dalla Gran Bretagna i file sul volo e la permanenza del padre in Inghilterra fino alla sua morte, avvenuta nel 2001. I file sono rimasti secretati fino al 2018.
Hess venne sepolto a Wunsiedel nella tomba dei genitori, ma nel 2011 a causa dei continui pellegrinaggi di neonazisti che lo considerano un martire, i resti vennero esumati, cremati, le ceneri disperse in mare e la lapide fu distrutta. Il carcere di Spandau venne demolito nel 1987, subito dopo la morte di Hess.