Roger Caillois (1913 – 1978), nasce a Reims da una famiglia della piccola borghesia, diventa docente di grammatica ma “nutre” la propria mente prevalentemente di sociologia, antropologia ed esplora il “sacro”. Fonda, nel 1937, con Georges Bataille, Michel Leiris e Pierre Klossowski, il “Collège de sociologie” e , non a caso, nel 1938 pubblica “Il mito e l’uomo” e nel 1939 “l’uomo e il sacro”.
Nel 1939, si trasferisce in Argentina, dove rimane fino alla fine della seconda guerra mondiale. Oltre Atlantico, Caillois combatte e lotta contro il nazismo e arriva a fondare, nel 1941, la rivista “Les Lettres fraiçaises”, oltre che l’’istituto francese di Buenos Aires.
Dopo la Liberazione, rientra in Francia, e nel diviene funzionario dell’Unesco. Fonda, nel 1952, la rivista a vocazione internazionale e pluridisciplinare “Diogène”, che segue fino alla morte, anche grazie all’aiuto di Jean d’Ormesson. Nel 1978 riceve dal Ministero della Cultura francese il “Grand Prix national des lettres”. L’opera di Caillois rappresenta un valido strumento alla critica letteraria e alle scienze umane del XX secolo.
I giochi secondo il pensiero di Caillois
Roger Caillois, fotografia UNESCO / Dominique Roger condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 igo via Wikipedia:
Nel 1958 esce in Francia il libro “I giochi e gli uomini”, un saggio veramente interessante anche oggi, nonostante siano passati molti anni.
Il libro affronta la tematica dell’aspetto ludico nelle sue sfaccettature e, l’autore ha il grande merito di aver classificato e distinto le componenti che contraddistinguono un gioco. Non a caso, il testo esordisce con questa frase:
Innumerevoli sono i giochi e di vario tipo: giochi di società, di destrezza, d’azzardo, giochi all’aperto, giochi di pazienza, giochi di costruzione, ecc
Caillois compie un’attenta analisi del gioco e ne definisce le caratteristiche:
La libertà: Il gioco deve essere scelto in autonomia, senza costrizioni, deve essere un’azione libera, non indotta e/o condizionata.
Improduttivo: cioè nessun risultato prodotto riveste un valore nel mondo reale e concreto.
Regolato: il gioco deve essere soggetto a condizioni e a regole chiare proprio per desiderio dei partecipanti.
Fittizio, poiché deve essere chiaro a tutti i giocatori di trovarsi al di fuori dalla realtà.
Dopo questa prima analisi, l’autore definisce quattro categorie di gioco: Agon, Alea, Mimicry ed Ilinx. Vediamole insieme.
Agon
Questa rappresenta la categoria più familiare per chi predilige i giochi da tavola. Questi sono basati sulla competizione, sul primeggiare e vincere l’avversario. Secondo l’autore, in questa categoria possono rientrare anche i giochi cooperativi, poiché alla competizione si affianca lo spirito collaborativo che dovrebbe dominare ogni giocatore.
Caillois sostiene che in questa categoria albergano tutte le varie forme di sport, giochi di destrezza e di intelligenza. Lo scrittore sottolinea, inoltre, che la forza muscolare non conta particolarmente, infatti, è la flessibilità mentale a fare la differenza.
Alea
Secondo Caillois Alea rappresenta la volontà conscia e il piacere di lasciarsi andare al fato. In questa categoria rientrano i giochi d’azzardo, le lotterie ed affini, dove il giocatore non ha un ruolo definito in quanto tutto è lasciato alla sorte e alla volontà della dea bendata. L’autore, però, non esclude che l’Ago e l’Alea possano essere unite l’una all’altra come succede, ad esempio, nel gioco delle carte (Poker ed affini) e sottolinea che la simbiosi tra questi due elementi è tra i più riusciti.
Mimicry
Questa categoria rappresenta la finzione, l’interpretazione. È l’atteggiamento tipico di chi si finge un’altra persona, ad esempio a Carnevale, chi fa l’attore o interpreta un gioco di ruolo. Questa categoria sottolinea appieno la prima caratteristica di cui Caillois parla, ovvero la libertà.
Ilinx
Ilinx rappresenta l’ebrezza, ovvero la “vertigine” che si prova quando non vi è controllo. Tipici di questa categoria sono i giochi del luna park o alcuni sport cosiddetti “estremi”. Rientrano in questa classificazione anche le droghe e lo sconvolgimento dato dall’alcool.
In conclusione, Caillois è stato un grande sociologo che, prima di altri, ha saputo trattare il tema del gioco da un punto di vista sociologico e non solo. Il gioco non è soltanto una forma di divertimento ma anche di crescita e di opportunità. La classificazione di Caillois è un utile strumento di riflessione: grazie ad essa, il gioco non è stato più interpretato solo come uno “svago” di poco conto o solo un’attività da bambini.
Il gioco rappresenta uno dei valori più importanti per il bambino e per l’uomo che non deve essere dato per scontato. Grazie all’attività ludica il bambino costruisce delle solide basi di apprendimento per continuare a sviluppare in maniera integrale ed armonica la propria personalità.