La lunga storia dei conflitti ango-scozzesi ha inizio nel lontano 1066, quando i normanni partono dal nord della Francia, attraversano la Manica e conquistano Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda. Quasi tre secoli dopo, nei primi anni del Trecento, le isole britanniche sono più divise che mai. Il monarca anglo-normanno Edoardo I Plantageneto è in guerra con la Scozia, dove Robert Bruce si è proclamato re e sta tenendo viva la rivolta iniziata da William Wallace.

Edoardo è forte, deciso e spietato. Robert non è da meno, ma gli inglesi sono avversari irriducibili e, il 19 giugno del 1306, escono vincitori dalla decisiva battaglia di Methven. È l’inizio della fine. Edoardo cattura moglie, figlie e sorelle di Robert, fa giustiziare tre dei suoi fratelli e infligge cocenti sconfitte per tutta l’estate. Il re di Scozia può solo scappare e darsi alla macchia, trascorrendo l’inverno fra il 1306 e il 1307 nelle isole Ebridi. Tornerà alla carica nei primi mesi del nuovo anno. Durante questo periodo di latitanze le cronache dell’epoca ci tramandano un aneddoto curioso.

Robert trova rifugio in una grotta, alza lo sguardo e vede un ragno che sta cercando di unire i due estremi del soffitto con la sua ragnatela. La prima volta fallisce. Ci riprova e fallisce ancora. Al terzo tentativo riesce nell’impresa e, secondo la leggenda, il re ha un’epifania che lo ispira a fare come il ragno, a cadere, rialzarsi e portare a compimento ciò che ha iniziato.

Gli anni della rivolta di William Wallace
Robert Bruce nasce l’11 luglio del 1274, primogenito di Robert Bruce VI ed erede di un casato nobiliare con possedimenti in Inghilterra e in Scozia. I Bruce vantano anche una lontana discendenza da Guglielmo I di Scozia, re dal 1165 al 1214, e quando nel 1290 il trono rimane vacante, Robert Bruce V, suo nonno, è uno dei tredici candidati alla successione.

I lord scozzesi chiamano Edoardo I ad arbitrare la contesa, ma il monarca inglese guarda ai suoi interessi e patteggia per John Balliol, che, nei suoi piani, deve diventare un re fantoccio al servizio della Corona.

Gli eventi prendono tutta un’altra piega. Nel 1295 Edoardo invade la Scozia, spoglia pubblicamente Balliol delle insegne reali e lo fa imprigionare nella Torre di Londra. Robert padre e Robert figlio si schierano dalla parte degli inglesi e, nel 1296, prestano giuramento di fedeltà a Edoardo, che de facto è il nuovo re di Scozia.

A questo punto della storia, entra in scena William Wallace. Il fuoco della rivolta si accende in tutto il paese e, insieme ai cavalieri delle sue terre, il ventiduenne Robert Bruce si unisce alla guerra d’indipendenza contro Edoardo.

Dopo la vittoriosa battaglia di Stirling Bridge del 1297, il conflitto volge a favore di Wallace, che, con Balliol ancora prigioniero a Londra, diventa il nuovo Guardiano di Scozia. Nel 1298, la corona inglese indice una nuova spedizione punitiva e, in testa al suo esercito, Edoardo pareggia i conti a Falkirk, dove infligge una sonora sconfitta ai rivali e costringe Wallace alla fuga.

Il titolo di Guardiano di Scozia lo ereditano Robert Bruce e John Comyn, III Signore di Badenoch, ma il destino della rivolta è segnato e, nel 1304, molti lord scozzesi, incluso Robert, fanno atto di sottomissione a Edoardo.

Con Wallace fuori dai giochi – tornerà nel 1305 ma verrà catturato e giustiziato – la Scozia non ha più un condottiero in grado di contrastare gli inglesi, che imperversano nel sud del paese e avanzano a suon di conquiste.

L’omicidio di John Comyn e l’incoronazione
I continui cambi di fazione da parte di Robert sono la conseguenza del suo desiderio di ascendere al trono. Possiamo dire che nei primi anni della rivolta, il futuro re va un po’ dove lo porta il vento della convenienza, ma, dopo la sconfitta di Wallace, il ritorno sotto la bandiera inglese va inteso come un semplice atto di facciata.

In quanto lord scozzese – almeno in apparenza – fedele alla corona, Robert riceve da Edoardo alcuni incarichi governativi di prestigio, ma, in realtà, sta sfruttando il suo potere per prepararsi a una nuova insurrezione.
Il più grande ostacolo da superare è John Comyn, che, come lui, vanta diritti di successione al trono

Fra loro non corre buon sangue e i due uomini si incontrano il 10 febbraio del 1306 nel monastero di Dumfries, dove Robert uccide Comyn sull’altare maggiore della chiesa.
Questo è l’evento storico; cosa sia accaduto davvero non lo sappiamo

Secondo alcune fonti, nell’estate del 1305, Comyn e Robert fanno un patto in cui il primo rinuncia ai suoi diritti di successione in favore del secondo. Edoardo scopre la congiura mentre Robert è ospite alla corte di Londra e ordina ai soldati di prendere in custodia il traditore, a sua volta informato del mandato di arresto dal barone Rodolfo I di Morthermer. Robert torna in Scozia, incontra Comyn e questi viene meno all’accordo. Nasce un litigio che sfocia nell’omicidio, ma un’altra versione dei fatti vede Robert recarsi a Dumfries già con l’intenzione di sbarazzarsi del rivale.

La precisa dinamica dell’evento, con tanto di trame e sottotrame politiche di fondo, non ci è chiara. Fatto sta che la morte di John Comyn sull’altare di una chiesa vale a Robert Bruce la scomunica di papa Clemente V, ma ormai il dado è tratto e, grazie all’appoggio della chiesa e della nobiltà scozzese, Robert Bruce viene incoronato re di Scozia a Scone il 25 marzo del 1306.

La situazione, però, ha del paradossale:
È il sovrano di un regno che, tecnicamente, non esiste, perché ancora in mano agli inglesi

La fuga, il ritorno e la battaglia di Bannockburn
Quando gli comunicano la notizia dell’incoronazione, Edoardo volge il suo esercito contro Robert e, a luglio, lo sconfigge nella disastrosa battaglia di Methven, a cui fanno seguito altre disfatte militari. Vittoria dopo vittoria, Edoardo avanza e conquista le terre di Robert, poi ne imprigiona la moglie, la figlia e le sorelle – che verranno liberate solo nel 1314 – e fa giustiziare tre suoi fratelli.

Il re di Scozia è costretto alla fuga, ma non tutto è perduto e, insieme a Edward, il suo unico fratello sopravvissuto, torna in patria nel febbraio del 1307 per riunire ancora una volta tutti i lord scozzesi sotto un’unica bandiera ribelle. Nei primi mesi dell’anno riesce a riconquistare alcuni castelli, ma è solo in estate che la fortuna volge a suo favore grazie alla morte di Edoardo I. Il vecchio re si spegne il 7 luglio del 1307 e gli succede Edoardo II, un avversario meno temibile del padre. Sul fronte interno, la nobiltà inglese preme per ottenere maggior potere e lo stesso Edoardo II è una figura politica debole.

Il delicato avvicendamento monastico favorisce Robert e la sua guerra di indipendenza, che continua con risultati che non si vedevano dai tempi di William Wallace. L’epilogo ha la data del 24 giugno del 1314, quando gli scozzesi sconfiggono gli inglesi nella battaglia di Bannockburn.

È un Davide contro Golia
Gli uomini di Robert sono circa 9.000, quelli di Edoardo più del doppio, ma i ribelli hanno la meglio e riescono a cacciare gli inglesi.

Si narra che quel giorno Robert sia stato il protagonista di un episodio leggendario. Il cavaliere inglese Henry de Bohun lo vede a cavallo mentre sta brandendo un’ascia che ne rallenta i movimenti. Tenta di colpirlo con un fendente di lancia, ma Robert aspetta l’avversario e, all’ultimo secondo, schiva l’attacco oscillando sulla sella e assestando a de Bohun un colpo di scure in testa così forte da rompergli l’elmo e ucciderlo.

Leggenda o meno – per alcuni si tratta di una semplice metafora della tempra degli scozzesi contro gli inglesi – a otto anni dall’incoronazione, Robert ha finalmente una nazione su cui regnare, ma l’Inghilterra lo considera ancora un usurpatore e serve qualcosa che spinga la corte londinese a riconoscerlo come legittimo re di Scozia.

La campagna in Irlanda
Una possibile opzione è volgere lo sguardo all’Irlanda, dove l’eco della sconfitta di Edoardo è stata accolta con reazioni contrastanti. I coloni anglo-irlandesi, quelli fedeli alla Corona, sono affranti; nell’Irlanda gaelica, dove la dominazione inglese non ha mai attecchito, si festeggia.

Scozzesi e irlandesi sono due popoli con lo stesso retaggio culturale e gli stessi scozzesi derivano da quegli irlandesi che, intorno al III secolo d.C., hanno colonizzarono la Scozia. Robert sa che deve sfruttare questa situazione a sua vantaggio e, nell’aprile del 1315, decide di aprire un secondo fronte in Irlanda. Per organizzare la campagna chiama alle armi tutti gli irlandesi stanchi del dominio inglese e fa sbarcare un esercito di circa 6.000 uomini con a capo suo fratello minore Edward.

In Irlanda, il più giovane dei Bruce può contare sull’appoggio di alcuni baroni gaelici e, in particolare, di Donal O’Neil, che gli assicura l’elezione a Re Supremo d’Irlanda, ma dalla parte anglo-irlandese dell’isola giunge a insidiarlo un agguerrito Richard de Burgh, secondo conte di Ulster e suocero di Robert. In un primo momento la campagna è un successo e fra Scozia e Irlanda si fa largo l’idea di una possibile Grande Scozia Pan-gaelica, unificata sotto un unico grande retaggio culturale, ma il regno di Edward è breve e, nonostante il tempestivo intervento di Robert, la parte inglese dell’Irlanda resta fedele agli inglesi.

L’occupazione scozzese si conclude nel 1318.
Il 14 ottobre, nei pressi di Faughart, Edward muore in battaglia e Robert è costretto a rinunciare all’impresa

Il trattato di Edimburgo-Northampton
Sono passati quattro anni dalla decisiva vittoria di Bannockburn, ma la situazione è di nuovo la stessa e il re di Scozia deve trovare un modo per legittimare il suo trono. Con Edoardo II che non vuole saperne di abbandonare i propositi di conquista, Robert Bruce passa alla diplomazia e, negli anni ’20 del Trecento, intensifica i rapporti con la Santa Sede, fino a farsi togliere la scomunica e convincere papa Giovanni XXII a riconoscere l’indipendenza della Scozia.

L’ultimo scoglio è sempre l’Inghilterra, ma, per fortuna degli scozzesi, nel 1327, Edoardo II viene deposto e gli succede un governo di reggenza, che, il 1° maggio del 1328, firma la pace di Edimburgo-Northampton.

Il trattato sancisce l’indipendenza della Scozia dall’Inghilterra, la fine delle pretese di sovranità dei Plantageneti e riconosce a Robert Bruce, progenie inclusa, la legittimità al trono scozzese.
La tregua dura solo cinque anni e, nel 1333, Edoardo III imita suo nonno Edoardo I venendo meno agli accordi e attaccando la Scozia

Ma questo Robert Bruce non lo vedrà, perché si spegne il 7 giugno del 1329, nel Castello di Cardross, presso Dumbarton.

Il “cuore impavido” di Robert Bruce
Robert Bruce, prima di morire, esprime un ultimo desiderio e chiede che il suo cuore venga portato in battaglia contro i nemici di Dio, per poi tornare in Scozia ed essere sepolto nell’abbazia di Melrose. Senza alcuna Crociata in programma, l’unica occasione per accontentarlo è la campagna indetta da Alfonso XI di Castigilia contro il regno musulmano di Granada. Sir James Douglas fa imbalsamare il cuore e, insieme a un gruppo di cavalieri scozzesi, parte per la Spagna, dove viene attaccato e ucciso da un contingente musulmano.

La reliquia finisce in mano ai nemici, ma quando il sultano di Granada scopre a chi appartiene il cuore, decide di inviarlo ad Alfonso XI, che, a sua volta, lo fa riportare in Scozia per darne degna sepoltura a Melrose.

Il film Braveheart, in italiano cuore impavido, è incentrato sulle gesta di William Wallace. Robert Bruce è solo un personaggio secondario, ma il cuore impavido a cui allude il titolo del film è proprio il suo.

Un soprannome che ben riassume la figura di un sovrano che è stato a più riprese un patriota e un doppiogiochista; un uomo dalla fedeltà politica ambigua che, in realtà, ha sempre agito nell’interesse della sua famiglia. Che fosse dalla parte dei ribelli o degli invasori, Robert Bruce voleva diventare re di Scozia. Quando ci riuscì, portò avanti fino alla fine dei suoi giorni la causa dell’indipendenza, ma non fu abbastanza, perché, dopo di lui, ci saranno altri tre secoli di contrasti e, nel 1746, si arriverà al disastro di Culloden, in cui re Giorgio II farà ciò che non era riuscito a Edoardo I: assoggettare la Scozia e distruggere ogni suo aspetto culturale.

Fonti:
- Roberto I re di Scozia – Enciclopedia Treccani
- Robert the Bruce – Enciclopedia Britannica
- Robert the Bruce, el rey héroe de Escocia – National Geopraphic Storia (spagnolo)
- Bravehart, Alessandro Barbero, 2021 – Documentario disponibile su YouTube
- Roberto I di Scozia – Wikipedia italiano
- Robert the Bruce – Wikipedia inglese