Il 15 giugno 1215 è una data storica: Re Giovanni d’Inghilterra firmò la Magna Charta, un documento che, seppure sotto forma di concessione, riconosceva alcune limitazioni al potere assoluto del sovrano. Giovanni è passato alla storia con la fama del cattivo (Robin Hood insegna), forse un po’ esagerata, ma non del tutto. Se anche pare accertato che l’uomo avesse un carattere perfido e meschino, come sovrano si rivelò un capace amministratore e comandante.
Fu lui che, a partire dall’anno della sua incoronazione (1199) a far conservare le copie di tutta la posta in uscita nella cancelleria reale. E non è cosa da poco per gli storici di oggi, perché quei documenti sono spesso “gli unici mezzi di accesso alle realtà del potere, della proprietà terriera e dell’amministrazione”, come si trova scritto sul sito del Progetto Magna Carta.
Re Giovanni d’Inghilterra
Il 26 marzo del 1200, la cancelleria di Re Giovanni registrò una carta che concedeva nuove proprietà a due villaggi, nella contea di Durham. Nulla di particolarmente importante, un banale atto amministrativo, conservato negli archivi della Residential Research Library (RRL) dell’Università di Durham. La carta è stata casualmente scoperta da un medievalista dell’Università di Bristol, il Dr. Benjamin Pohl, mentre faceva delle ricerche negli archivi della Ushaw College Library, che fa parte della RRL.
Fonte immagine: University of Bristol
Il contenuto del documento era già noto, grazie al “charter roll”, un registro di tutte le carte emesse da un singolo ufficio, o tribunale. Nessuno però si aspettava di trovare l’originale, una rarità: di carte del genere, risalenti al primo anno di regno di Giovanni, se ne conoscono meno di una dozzina. Il professor Pohl lo ha riconosciuto grazie alla particolare calligrafia, detta Court Hands, un corsivo usato nei documenti legali e amministrativi, molto diverso dai caratteri formali utilizzati per libri di testo letterari o religiosi.
Una prova ancora più significativa di originalità è il sigillo di Re Giovanni, trovato insieme alla carta
Fonte immagine: University of Bristol
Il documento certifica la cessione di alcune proprietà nella contea di Durham a Walter di Caen e a Robert Fitz Roger, entrambi nipoti di un ciambellano di Durham, chiamato Simon, che le aveva ricevute in dono dal vescovo Hugh de Puiset nel 1183, come risulta da un altro documento originale, conservato sempre dalla RRL.
La scoperta della carta originale consente il confronto con la copia conservata nel “charter roll”, stilata in maniera più veloce rispetto al documento ufficiale: dei novi testimoni presenti durante la compilazione dell’atto, ne sono citati solo tre. E’ quindi saltato fuori che là a York, in quel 26 marzo del 1200, oltre all’arcivescovo di York, allo sceriffo dello Yorkshire e del Northumberland, al Chief Justiciar d’Inghilterra, erano presenti diversi importanti personaggi dell’epoca, alcuni anche molto vicini al nuovo sovrano.
Secondo Pohl “Le carte medievali sono importanti non solo per gli atti legali che contengono, ma anche per quello che possono dirci sulla società e la cultura politica in quel momento. In effetti, le autorità di emissione, i beneficiari e i testimoni forniscono una sezione trasversale delle élite dominanti nell’Inghilterra medievale. […] una sorta di “chi è chi” dell’Inghilterra settentrionale al volgere del 13° secolo.”
Dopo il recente e casuale ritrovamento di alcune pagine risalenti al 13° secolo, appartenenti a un manoscritto sulle leggende di Merlino e Artù, la scoperta di Pohl dimostra, se cene fosse ancora bisogno, quanto sia preziosa, quanto certosina, la ricerca d’archivio in quelle casseforti della storia che sono le biblioteche di tutto il mondo.