Come ogni viaggio che si rispetti, quello in Italia si è portato con sé esperienze differenti e sicuramente dei nuovi modi di vedere ed interpretare vissuti.
La Elena appena tornata in Cina non era, senza dubbio, la stessa della partenza: una bambina più grande, sicura di sé, sempre più desiderosa di conoscere il mondo circostante.
Quali sono state le sensazioni dei genitori? Hanno notato dei cambiamenti?
L’essere stata in Italia due mesi, ha avuto degli effetti considerevoli sul percorso evolutivo di Elena: per prima cosa, è emersa la necessità di un riadattarsi e prendere di nuovo confidenza con l’ambiente di casa. Durante il viaggio in aereo, ha mostrato spesso la volontà di stare in Italia, ma una volta varcata la soglia della casa in Cina, si è sentita sommersa da emozioni differenti, quella gioia e piacevole stupore nel ritrovare i suoi giochi, i vestiti, nel riprendere tutto ciò che si era lasciato prima di partire.
Se i primi giorni in Italia sono stati all’insegna dell’ambientamento, quelli del ritorno in Cina non stati da meno: un ripartire dalle vecchie abitudini per crearne delle nuove. Anche in questo periodo, i cambiamenti non sono mancati, ma andiamo con ordine.
Prima di introdurre le novità, è doveroso concentrarsi sull’aspetto linguistico e su quello relazionale. Questo viaggio ha permesso un’esposizione maggiore alla lingua italiana, di conseguenza un immediato e consistente arricchimento del proprio vocabolario. Sembrava quasi che Elena avesse dimenticato la lingua cinese.
L’avvicinarsi nuovamente a essa è avvenuto con una certa gradualità: ovunque andava, la bambina si esprimeva in italiano, quando il papà le parlava in cinese, lei sembrava avesse delle difficoltà a farsi capire dalle altre persone. L’italiano prevaleva sempre o tendeva a tradurre da una lingua all’altra.
Il viaggio in Italia, ma anche i cambiamenti avvenuti verso la fine dell’anno, hanno evidenziato la necessità della piccola di riadattarsi sotto ogni punto di vista. Parlando dell’aspetto relazionale infatti, è apparsa un pò timida, paurosa, in cerca della vicinanza dei suoi genitori.
Sia per impegni lavorativi dei genitori, sia per la volontà di metterla maggiormente a contatto con il mondo esterno, è stato deciso di mandarla alla scuola materna.
Dedicheremo a questo argomento un intero articolo, cercando di individuare similitudini, punti di forza e di distacco tra il sistema scolastico cinese e quello italiano. Per farci un’idea iniziamo col dire che è possibile iscriversi alla scuola materna pubblica al terzo anno d’età, questa solitamente dura tre anni, ma ci sono dei casi (si decide in base al mese e all’anno di nascita) in cui i bambini frequentano un anno in più.
Non potendo Elena frequentare la scuola pubblica (si potrebbe iscrivere il prossimo settembre), i suoi genitori hanno dovuto optare per un’istituto privato che accetta i bambini più piccoli. Solitamente, queste strutture accolgono bambini dai due anni e mezzo, ma ci sono anche quelle per chi ha appena compiuto un anno.
Trattandosi di una decisione un pò affrettata, il tempo a disposizione non era molto. Era necessario trovare un posto in cui Elena si potesse trovare a suo agio ma che, allo stesso modo, garantisse un servizio di qualità, con personale qualificato e competente. Inizialmente non è stato facile, le scuole della zona sono state subito scartate: spazi stretti, poco luminosi, che non disponevano nemmeno di un’area esterna. Per i bambini è fondamentale fare attività motoria all’aperto, sia che si tratti di giochi liberi, che di esercizi guidati dall’insegnante, essi svolgono un ruolo fondamentale nel loro percorso di crescita, perciò l’assenza di un giardino dove giocare rappresenta davvero un aspetto problematico.
Ecco che allora la ricerca è continuata: i genitori hanno iniziato a guardarsi attorno, informandosi attraverso i social, chiedendo a vicini di casa e famiglie con bambini.
Il compito sembrava più arduo del previsto; proprio quando i genitori di Elena stavano per scegliere quella che secondo il loro punto di vista sembrava la migliore anche se con dei punti critici, è comparsa la loro scuola ideale. In una posizione comoda da raggiungere, degli spazi ampi ed accoglienti, ben organizzati. Insegnanti molto disponibili e pazienti.
Quando la bambina ha visto questa scuola, ne è rimasta affascinata. Fino a quel momento non aveva visto niente di simile. La piccola libreria disposta all’entrata con tanto di sedie, divanetti e una piccola tenda, il giardino piuttosto grande e le aule così ben fornite… Una vera gioia!
Una cosa che Federica ha provato sulla sua pelle durante questo periodo è che, se qualcosa lascia un’impressione poco piacevole agli adulti, molto probabilmente succederà la stessa cosa ai più piccoli. I genitori non possono pretendere che al figlio piaccia una scuola che non piace nemmeno a loro, per questo ci vogliono empatia e coerenza. È fondamentale ascoltarsi. Il primo impatto non è da sottovalutare.
Come sarà andato l’inserimento alla scuola materna? Come funziona il sistema scolastico cinese?
Siete curiosi di saperlo?! Ci vediamo al prossimo articolo!
a cura di Haidi Segrada e Federica Mascheroni