Ricostruita la Torre di Porcellana di Nanchino: una delle 7 Meraviglie del Mondo Medievale

Nel 17° secolo la Cina era perlopiù un territorio sconosciuto agli europei; le uniche notizie che arrivavano da quel paese si dovevano ai missionari, e alle poche persone inviate per portare ambascerie di tipo commerciale all’imperatore cinese.

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Johan Nieuhof fu uno di questi, inviato in Cina nel 1655 dalla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, per cercare di contrastare il monopolio portoghese sui commerci con Macao, ma anche con il compito di osservare e disegnare “fattorie, città, piazze, fiumi…e le altre costruzioni” che gli capitasse di vedere durante il suo lungo viaggio attraverso la Cina, da Canton a Pechino.

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Forse l’opera che sbalordì maggiormente Nieuhof, e che divenne nota in Europa grazie ai suoi disegni, fu la Torre di Porcellana, chiamata anche Pagoda di Porcellana, uno straordinario edificio che faceva parte del complesso del tempio di Bao’ensi, a Nanchino.

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La città fu per molti secoli la capitale della Cina, anche durante la dinastia Ming, a cui si devono molte opere importanti, fra le quali spicca, appunto, la Torre stessa. L’edificio, progettato dall’imperatore Yongle, voleva rendere omaggio alla virtù di sua madre, e fu terminato dopo la sua morte, nel 1429.

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La torre aveva una base ottagonale dal diametro di 15 metri, e con i suoi 80 (o 60) metri di altezza è stata per lungo tempo uno degli edifici più alti della Cina. Una scala a spirale di 184 gradini consentiva di salire attraverso i nove piani che la costituivano, ma quello che la rendeva unica e preziosa era il rivestimento di tutte le sue facciate: piastrelle di porcellana bianca, che durante il giorno riflettevano come uno specchio la luce del sole, e di notte quella delle 140 lanterne appese all’esterno dell’edificio. Le piastrelle erano decorate da molti disegni di animali, fiori, paesaggi, ma anche da immagini buddiste.

Particolare della porta ad arco – Museo di Nanchino

La Torre di Porcellana di Nanchino 1Immagini di Gary Lee Todd condivise con licenza Creative Commons

Nel 1801 la Torre fu colpita da un fulmine, che la danneggiò gravemente, ma fu ricostruita in breve tempo. La distruzione quasi totale della Pagoda di Porcellana avvenne nel 1853, quando la guerra civile, nota come la rivolta dei Taiping, arrivò a Nanchino.

I ribelli distrussero le immagini buddiste, ma soprattutto la scala, perché l’imperatore non potesse disporre di un punto di osservazione. Nel 1854 alcuni marinai americani videro la torre distrutta all’interno, ma ancora in piedi. Nel 1856 i Taiping rasero al suolo la Torre, per evitare che in qualche modo fosse usata per controllare la città, ma forse anche per un timore superstizioso che attribuiva alla Pagoda proprietà geomantiche. Dopo di allora i resti della Torre furono usati per costruire altri edifici.

La Torre di Porcellana di Nanchino 6Immagini di Gary Lee Todd condivise con licenza Creative Commons

Fino a quando rimase in piedi, la Pagoda di porcellana fu annoverata fra le sette meraviglie del mondo, dopo che i disegni di Nieuhof la fecero conoscere in tutto l’occidente, insieme a molti altri aspetti della cultura cinese; le 150 illustrazioni che corredavano il libro che Nieuhof pubblicò al suo ritorno dalla Cina diedero l’impulso alla moda europea delle “cineserie”, che si diffuse ampiamente nel XVIII° secolo.

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La Torre di Porcellana non è persa per sempre, grazie alla donazione di un imprenditore cinese. Wang Jianlin ha finanziato nel 2010 la sua ricostruzione con un miliardo di yuan (circa 140 milioni di euro), e la città di Nanchino e il mondo intero hanno rivisto la Torre di Porcellana a Dicembre 2015, quando è stato aperto il Porcelain Tower Relics Park.

All’interno della torre trova spazio il museo dell’antica Torre di Porcellana di Pechino, con alcune delle parti della vecchia torre che sono state salvate dalla distruzione:

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Dettaglio dell’incisione:

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Elefante:

Porcelain-Tower-Relics-Park-4Immagini di Gary Lee Todd condivise con licenza Creative Commons

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.