Vicino alla città di Gaza, circa 3.000 anni fa, si trovava una città differente da qualsiasi altra al mondo, cui i greci diedero nome “Rhinocolura”, che tradotto significa “naso tagliato”, poiché le persone che vi abitavano avevano tutte subito l’asportazione del naso. Rhinocolura era una città ma era anche una prigione, dove i carcerati erano obbligati a soggiornare a causa dell’amputazione.
Sotto, uno schiavo viene punito, Fonte Wikipedia:
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
I criminali avevano tutti subito la stessa condanna a seguito dello stesso crimine:
Il furto
Il loro naso era stato quindi tagliato ed erano costretti a vivere in questa città nel deserto. A questi uomini (o donne) era quindi impedito di tornare nella società civile e, anche nel caso in cui si fosse riusciti a scappare dalle mura cittadine, il naso tagliato li avrebbe fatti immediatamente identificare come criminali da chiunque li avesse visti. L’unica opzione per queste persone era quella di cercare una vita all’interno dei confini della città.
La punizione del Faraone:
La punizione del taglio del naso va inquadrata in modo abbastanza draconiano: i ladri non avrebbero cambiato certamente le proprie abitudini, ma almeno sarebbero stati nocivi soltanto ad altri ladri. La vita, in una città pensata per i ladri e abitata soltanto da loro, era brutale e dura. L’unica fonte d’acqua erano dei pozzi sotterranei, che però risultavano poco utilizzabili. Vista l’epoca le condizioni di vita erano terribili, ma in qualche modo i suoi abitanti riuscivano a sopravvivere, probabilmente dedicandosi ad attività come la pesca, nel Mar Mediterraneo, oppure cacciando gli uccelli che volavano sopra quest’angolo del deserto.
Sotto, tavolette scoperte nel 2015 nei pressi del forte dell’antica Tjaru, una zona possibile per l’identificazione della città:
Immagine del Ministero delle Antichità Egiziano
La città fu probabilmente costruita attorno al 1.300 a.C., ma ci rimangono pochissime fonti scritte dell’epoca. La maggior parte delle testimonianze ci giungono da storici che vissero oltre un millennio dopo la sua fondazione, come Strabone e Diodoro Siculo. All’epoca in cui scrissero storici la città era ormai divenuto un normale insediamento urbano, abitata non più solo da criminali ma da persone comuni. Il suo antico passato, oscuro e burrascoso, era però già allora oggetto di leggende. Sia Strabone sia Diodoro legarono la fondazione della città agli Etiopi. Diodoro Siculo la identificò come fondata da Actisane, un Re che avrebbe conquistato l’Egitto e governato con giustizia, mentre Strabone affermò che la città venne costruita per incarcerare tutti gli etiopi che avevano tentato di conquistare l’Egitto.
Nonostante le loro affermazioni, l’Archeologia smentì i due antichi storici
Negli anni Venti un archeologo trovò, per la prima volta, le prove di un’antica città destinata al confino dei criminali. Le leggende che riportarono gli storici erano reali, ma i fatti molto diversi, così come l’epoca in cui si svolsero. La scoperta chiave fu il “Grande Editto di Horemheb”, una lastra in pietra scoperta ai piedi del decimo Pilone di Karnak, nella quale si spiegano le misure adottate per riorganizzare la politica egiziana e porre fine ad abusi ed ingiustizie. Il Faraone che la fece scrivere fu Horemheb, in carica fra il 1321 ed il 1293 aC. Nella tavola la città venne chiamata “Tharu”, traducibile in egiziano con il nome greco di Rhinocolura, che significa, appunto, naso tagliato.
Sotto, fondazioni di una fortezza scoperta nel sito Tell Habua, presso l’antica Tjaru, nel 2015, fonte Ministero Antichità Egizie:
Nell’editto si mette in guardia chiunque dal rubare a coloro i quali lavorino per servire il Faraone. “Questo è sbagliato” avverte la tavola “ed il Faraone lo reprimerà con le sue misure eccellenti” “il suo naso sarà tagliato e l’uomo verrà spedito a Tharu”.
Sotto, il ritratto di Horemheb al museo Kunsthistorisches di Vienna. Fotografia condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Fu quasi sicuramente Horemheb a ordinare la costruzione della città, ma certamente non fu l’ultimo ad utilizzarla come carcere. La tradizione del taglio del naso continuò per lungo tempo. Oltre 150 anni dopo la morte del Faraone dell’editto, i complici della moglie di Ramesse III, che tagliò la gola al marito nel sonno, ebbero “tagliati il naso e le orecchie”. Nonostante non ci sia certezza che siano stati confinati a Rhinocolura, gli uomini erano terrorizzati dalla punizione e dal destino che li attendeva, ed uno di loro si suicidò preventivamente.