Lo sapevi che a “Real Bodies, scopri il corpo umano”, l’esposizione di cadaveri plastinati più completa al mondo, sbarcata a Milano l’1 di ottobre nell’area adiacente al celebre mercatino “East Market”, è possibile vedere le famose protesi peniene idrauliche che diversi vip sono soliti usare al posto della pillola blu? Lo sapevi che la lunghezza di vene, arterie e capillari si aggira attorno ai 100 mila chilometri? E che i nostri neuroni se messi in fila indiana rivestirebbero la distanza dalla Terra alla Luna, pari a 380 mila chilometri? Eri al corrente che le particelle diffuse durante uno starnuto sono così veloci da poter raggiungere i 60 chilometri orari? Oppure, che 3×10 millimetri di pelle sono in grado di supportare 10 chilogrammi di peso? E ancora, che negli uomini un’attività fisica spropositata potrebbe causare una diminuzione degli spermatozoi? Lo sapevi che il muscolo più potente del corpo è il massetere, adoperato per masticare?
Aneddoti e curiosità sui quali non sempre ci si interroga ma che Real Bodies ha voluto rendere noti tramite una scenografica spettacolarizzazione di corpi: nudi, sezionati, smembrati, sani, malati, sportivi, poco importa. Si, perché alla filosofia targata Real Bodies “non interessa la razza, non importano le tue credenze religiose, non importa il tuo orientamento politico, non importa se sei ricco o povero… Tutti noi condividiamo la stessa cosa: il nostro corpo”. Queste le parole che introducono il catalogo ufficiale della kermesse milanese in mostra allo spazio Ventura XV di Lambrate fino al 29 gennaio 2017, con i suoi 40 cadaveri e 300 organi (sani o malati) appartenenti a 165 persone provenienti da tutto il mondo. Tutti rigorosamente conservati attraverso la tecnica della plastinazione che rende i reperti duri, privi di odore, conservandone i colori.
Anche se è un eufemismo, si potrebbe dire che si presentano in modo brillante e vitale!
Esseri umani che in seguito al proprio decesso naturale hanno deciso di donare spontaneamente i propri organi e corpi alla scienza: “Chiunque prima di morire può optare per una simile scelta” spiegano gli organizzatori.
Real Bodies vuole dunque farsi paladina di un messaggio di autoconsapevolezza e di conoscenza rivolto a grandi e piccini. In che modo? Mostrandosi al grande pubblico come il più grande atlante di anatomia tridimensionale al mondo. Una tridimensionalità pensata in grande stile se si pensa agli oltre 2 mila metri quadrati di superficie espositiva. “Attualmente questa mostra, nonostante sia la più giovane su scala mondiale, la si può considerare la più ricca e completa nel proprio genere” spiega Mauro Rigoni, patron della “vetrina” milanese più in voga del momento. A ragion veduta, considerata sia l’affluenza record degli ingressi che da un mese a questa parte affollano l’ex Faema, nota azienda produttrice di macchine da caffè (luogo che si è prestato ad ospitare questo spazio “diversamente vivo”), sia per le interminabili code che giornalmente si snodano alle porte dell’inconsueto “museo dei cadaveri”. Nella fattispecie cadaveri molto giovani: “Quelli novelli hanno sei anni” ma pure ultracentenari, assicura Rigoni “Siamo provvisti del primo esemplare al mondo, conta 106 anni”.
Insomma la Kermesse milanese è la prova provata che alla morte si può guardare in faccia. “Anche se a Real Bodies nessuno è ancora risorto” cinguettano su Twitter. Naturalmente fanno eccezione le sessanta vittime che in tre settimane hanno perso i sensi di fronte a tanta carne. “Questi malori sono molto più diffusi tra i maschi, l’età varia dai 20 ai 35 anni. – continua Rigoni – Talvolta si inscena un vero e proprio effetto domino. Il dottor Antonello Cirnelli, medico legale curatore scientifico di Real Bodies, sta pensando di realizzare un’infermeria provvista di defibrillatore”.
E ancora sui social parlottano “Real Bodies o Nobodies?”. Senza dubbio la risposta è Real Bodies: corpi che raccontano di quanto il corpo umano sia una macchina “non perfetta ma meravigliosa” così la definisce Alessandro Cecchi Paone, testimonial e supervisore della mostra la cui voce fa strada ai visitatori lungo tutto il tour grazie a delle pratiche audio guide. Tuttavia si potrebbe replicare Nobodies, se si pensa a quel cadavere ermafrodita, pezzo unico al mondo mai giunto a destinazione (ex Faema) proprio a causa della sua singolarità.
Commenti questi, che sembrano quasi voler esorcizzare l’atavica paura della morte, un argomento tabù che la rassegna di Milano sta tentando di scongiurare. Sarebbe il caso di dire “Se vuoi accettare la vita, disponiti ad accettare la morte”. Così puntellava Sigmund Freud, padre fondatore della psicoanalisi, così promulga l’entourage by Real Bodies.