Quell’8 Agosto del ’91 in cui la Vlora arrivò a Bari con 20.000 Migranti Albanesi

All’inizio degli anni ’90, quando in Albania ci fu il crollo del regime comunista, il paese subì un pesante collasso economico che portò ad una grave penuria di cibo, oltre che ad una diffusa situazione di incertezza politica e sociale. Tutte queste difficoltà indussero molti abitanti a tentare di lasciare la loro nazione, fino ad allora isolata quasi completamente dal resto del mondo.

Anche se la conoscenza degli altri paesi si basava esclusivamente sul sentito dire, o su ciò che vedevano sulle reti televisive italiane, un forte senso di disperazione fece prendere a molti albanesi la strada dell’emigrazione, unica opportunità per iniziare una nuova vita. Gran parte di loro aveva come meta l’Italia, perché distante meno di cento chilometri nel punto più stretto del Canale d’Otranto, e in parte anche perché erano convinti, erroneamente, di arrivare in quel ricco e felice paese che vedevano negli spot pubblicitari delle nostre televisioni.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

 

Nell’agosto del 1991 la nave da carico Vlora, proveniente da Cuba, era ancorata nel porto di Durazzo per scaricare lo zucchero di canna che aveva a bordo. Il motore principale era fuori uso, e la nave doveva andare in cantiere per le necessarie riparazioni. Nel porto però si era radunata un’immensa folla che sperava di salire a bordo per far rotta verso l’Italia.

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Nessuno fermò questo arrembaggio: circa 20.000 persone salirono a bordo del Vlora il 7 agosto 1991, prima tuffandosi in acqua e poi arrampicandosi sulle corde; ogni centimetro quadrato della nave era occupato.

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Il comandante Halim Milaqi, nell’impossibilità di far desistere i ‘clandestini’, alcuni dei quali erano armati, decise di condurre egli stesso la nave in Italia, per evitare che qualche dilettante prendesse il comando della nave.

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Navigando solo con i motori ausiliari, senza il radar, e con un carico umano senza paragoni, la nave fu privata anche dei tubi di raffreddamento, dopo che i passeggeri li avevano tagliati, nel tentativo di trovare qualcosa da bere. Il comandante usò l’acqua di mare per evitare la fusione di motori.

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Grazie a condizioni meteorologiche favorevoli, il Vlora arrivò in vicinanza delle coste italiane nelle prime ore dell’8 agosto: intorno alle 4 del mattino si avvicinò al porto di Brindisi, ma il viceprefetto, che aveva intuito la gravità della situazione che si stava prospettando, convinse il comandante Milaqi a dirigersi verso Bari, per tentare di mettere a punto un minimo di organizzazione che potesse fronteggiare questo evento straordinario, sfruttando le sette ore necessarie alla nave sovraccarica per coprire la distanza tra i due porti.

A Bari si tentò, con piccole imbarcazioni, di bloccare l’ingresso del porto, per convincere il comandate a riportare la nave in Albania; dopo 36 ore di navigazione senza cibo né acqua, e con un caldo soffocante la situazione a bordo era disperata, e Milaqi comunicò che non avrebbe fatto marcia indietro.

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La nave fu fatta attraccare nel molo più lontano dalla città, dove di solito veniva scaricato il carbone. Nella totale assenza delle cariche istituzionali (erano tutti in ferie, dal ministro, al prefetto, fino al vescovo – presente solo il sindaco di Bari, che rimase sconvolto dalla disperazione di queste persone), gli immigrati furono convogliati, intorno a mezzogiorno, allo Stadio della Vittoria, dove sarebbero dovuti rimanere fino alla loro espulsione. Quando gli albanesi si resero conto che sarebbero stati rimandati a casa, tentarono di forzare il cordone di polizia che circondava lo stadio, e molti riuscirono a scappare.

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Nei giorni seguenti furono rimpatriati circa 3.000 migranti, alcuni dei quali rientrarono volontariamente in patria, scioccati dalla pessima accoglienza (secondo don Tonino Bello furono trattati come animali). Ad altri fu fatto credere che sarebbero stati trasferiti, con navi ed aerei, in altre città italiane.

larrivo-della-nave-vlora-dallalbania-nel-1991-7Immagine di pubblico dominio

L’atteggiamento di durezza assunto dal governo fu criticato da diverse organizzazioni umanitarie, e anche dal pontefice. Quello che si voleva scongiurare, trent’anni fa, era la migrazione irregolare…


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