A partire dal II secolo a.C., i Nabatei, popolo nomade di lingua araba, dominarono le rotte commerciali del Medio Oriente. La loro capitale, Petra (Giordania), era il crocevia delle carovane che trasportavano merci preziose ed esotiche. Le famose facciate scolpite nella roccia, che adornano gli edifici di Petra, sono universalmente conosciute, e l’antica città è considerata la seconda tra le sette meraviglie del mondo moderno. Ma i Nabatei hanno lasciato in eredità molto altro.
Fotografia di Tomasz Trzesniowski condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr:
Nello sterile paesaggio desertico del nord dell’Arabia Saudita un’antica tomba ricavata in una singola roccia sorge dalla pianura arida e si eleva per quattro piani di altezza. Qasr al-Farid, il ”castello solitario”, è una struttura incompiuta che risale al I secolo d.C. Situata nei pressi del sito Mada’in Saleh, noto anche come Hegra, a circa 1.400 chilometri a nord della capitale Riyad, Qasr al-Farid è una delle 93 tombe monumentali scavate nella zona secoli fa. Nonostante fosse la seconda città del regno, Hegra era un remoto avamposto ai margini meridionali del territorio dei Nabatei, dove comunque sono rimaste tracce importanti della loro civiltà.
La vista Laterale della facciata. Fotografia di Tomasz Trzesniowski condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr:
Qasr al-Farid è il simbolo più conosciuto di Mada’in Saleh: la facciata mozzafiato, intagliata in un affioramento di arenaria solitaria, permette di vedere come i Nabatei cesellassero i loro edifici dalla cima fino a terra. Anche se la tomba non fu mai completata, è rimasta straordinariamente ben conservata, grazie al clima arido. Il “castello solitario”, così come i monumenti circostanti, ha goduto di rinnovata fama dopo che l’UNESCO ha proclamato Mada’in Saleh sito-patrimonio dell’umanità, il primo in Arabia Saudita, nel 2008.
La vista Laterale della facciata. Fotografia di Tomasz Trzesniowski condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Flickr: