Popocatépetl e Iztaccíhuatl: la Tragica Leggenda degli Amanti Aztechi che si trasformarono in Vulcani

Miti e leggende di ogni popolo della terra sono strettamente legate al territorio in cui nascono. Così è stato anche per Maya e Aztechi, che vivevano in Messico prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli: due dei molti vulcani di quella terra ricca di storia sono diventati i simboli di una tragica storia d’amore.

I vulcani erano molto importanti per gli Aztechi: nel loro pantheon, la divinità che li rappresentava era Xiuhtecuhtli, il dio del giorno, del caldo e del fuoco, il signore dei vulcani, e la personificazione della vita dopo la morte. Era anche il signore della luce nell’oscurità, del cibo nella carestia, e del calore nel freddo. La divinità era considerata sia la madre sia il padre degli dei che abitavano nel Mitclan, un mondo sotterraneo popolato anche dalle anime dei morti meno valorosi. Nella storia antica del Messico i vulcani erano quindi luoghi sacri, cari agli dei, spesso protagonisti di racconti leggendari.

Nella mitologia azteca, due vulcani che si innalzano vicino a Città del Messico erano un tempo due esseri umani, un uomo e una donna uniti da un grande amore, che più tardi si trasformarono in due crateri, oggi considerati il simbolo del loro amore.

I due rilievi si trovano nelle regioni di Puebla, México e Morales, nel Messico centrale, e sono visibili sia dalla città di Puebla sia da Città del Messico. Popocatepetl, che significa “montagna di fumo”, è alto 5.426 metri ed è il secondo picco più alto della nazione, ancora attivo come vulcano.

Spento già da migliaia di anni, il vulcano Iztaccihuatl, ovvero “la donna bianca”, è il terzo rilievo messicano (5230 m.) e ha quattro singoli picchi innevati che ricordano la testa, il petto, le ginocchia e i piedi di una donna addormentata, guardando da est o da ovest.

Immagine condivisa via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0

I primi ritrovamenti archeologici nei due vulcani risalgono al 1889, quando fu chiaro che gli aztechi erano soliti scalare queste vette, forse per celebrare cerimonie religiose, o per entrare in contatto con l’energia della Terra.

Popocateletl e Iztaccihuatl sono conosciuti anche con due brevi vezzeggiativi: Popo e Izta. La loro storia è avvolta dalle nebbie del tempo, ma parla del coraggioso guerriero Popocatepetl e di una bella principessa, Iztaccihuatl. Suo padre era un potente re, che promise di dare in sposa la figlia a Popocateletl, se egli avesse sconfitto il loro nemico più temibile. Il giovane guerriero amava molto la bella principessa e decise di accettare la sfida. Ci sono diverse varianti sullo svolgimento della battaglia, ma la più popolare racconta che Popocateletl tornò con la testa dell’avversario come prova della vittoria.

Iztaccihuatl aspettò per molto tempo il ritorno dell’innamorato, con il cuore pieno di dolore e di nostalgia. Prima ancora che Popocatepetl avesse raggiunto il nemico da battere, uno dei suoi rivali in amore raccontò alla principessa una tragica bugia: il valoroso guerriero da lei tanto amato era morto in battaglia. Alla ragazza crollò il mondo intorno: non riusciva a immaginare la sua vita senza di lui, e si arrese al dolore. Non pensò di chiedere conferma della notizia, pensando che nessuno potesse avere il coraggio di mentire in modo così crudele. A Iztaccihuatl si spezzò il cuore e morì.

Sotto, “Grandeza Azteca” del pittore Jesús Helguera:

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Quando Popocatepetl tornò alla sua tribù, chiese subito della futura moglie, e fu così informato della sua morte. Egli non riuscì a credere vera la funesta notizia, e trascorse molti giorni e molte notti in meditazione, prima di prendere la decisione di costruire per lei una grande tomba, proprio sotto il Sole. Portò tra le braccia il grande amore, in cima ad un’alta montagna, baciò le sue labbra per l’ultima volta e, alla luce della torcia fumante, cadde in ginocchio vicino a lei.

La guardò, immaginando tutti gli anni che non avrebbero mai trascorso insieme, e quanta felicità si fosse perso. Rimase così, fino a quando la neve non coprì i loro corpi, formando due maestosi vulcani. La leggenda racconta del dolore del grande guerriero Popocatepetl: ogni volta che ricorda la sua amata il suo cuore comincia a battere velocemente, e il fuoco della sua passione provoca l’eruzione del vulcano. Iztaccihuatl invece dorme tranquillamente, forse accontentandosi di avere accanto a sé Popocatepetl, per l’eternità.

Immagine di Haakon S. Krohn via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0

Una storia d’amore azteca che continua ad affascinare chiunque l’ascolti. Durante le notti stellate, sono in molti a Puebla e a Città del Messico a volgere lo sguardo verso i due vulcani, cercando di scorgere le sagome dei due sfortunati amanti vissuti in un mondo che non c’è più, misterioso e ormai troppo lontano.

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