Philip Taylor Kramer: la misteriosa Morte di uno Scienziato/Rocker

Sono Philip Taylor Kramer e sto andando a uccidermi”. Era il 12 febbraio 1995 quando un uomo, in viaggio sulla californiana Ventura Freeway, comunicava le proprie intenzioni all’operatore del 911 per poi svanire nel nulla. Da qualche tempo egli non stava bene a causa dei problemi della sua società, salvata in extremis e riorganizzata con nuovi soci. Queste parole lasciavano intravedere un evidente stato di confusione mentale.

Ma facciamo qualche passo indietro, al 1974 per la precisione.

 A quell’epoca, Taylor Kramer divideva i propri interessi tra matematica e musica rock, con una predilezione per il basso. Quando entrò a far parte degli Iron Butterfly, i tempi d’oro della famosa band di San Diego erano però passati da un pezzo e lui non aveva nulla a che spartire con “In A Gadda Da Vida”, il loro successo planetario datato 1968. La sua carriera all’interno de gruppo fu comunque assai breve.

Qualche anno dopo, Kramer si trovava nel corso serale di un college inseguendo una laurea in ingegneria aerospaziale che gli avrebbe aperto le porte dorate di un grande azienda come la Northrop Aerospace. Un balzo quantico. Dai palchi del rock a progettista di sistemi di guida per missili, nel settore strategico della Difesa.

Sotto, Philip Taylor Kramer è il primo a sinistra con gli Iron Butterfly:

Non male davvero per uno studente fuori corso, ma in fondo naturale per chi, a soli dodici anni, era stato in grado di costruire una specie di apparecchio laser. 
Ma anche quest’attività cominciò ad andargli stretta e, nel 1990, Kramer si dimise dalla Northrop, divenendo imprenditore. La sua MTT Vision Corp, trasformata poi in Total Multimedia Inc. genererà il marchio SoftVideo, detentore di sistemi di riconoscimento facciale e compressione frattale all’avanguardia.

La nuova Età dell’Acquario

Il 1993 fu l’anno de “La profezia di celestino”, scritto da James Redfield e assurto quasi a nuova bibbia del movimento New Age. Kramer ne rimase profondamente impressionato, maturando una specie di ossessione per i temi in esso trattati, legati ad una riscoperta del pensiero spirituale, tra sciamanesimo e teorie junghiane.

Come suo padre – anch’egli ingegnere – Kramer era un visionario, una sorta di hippy nel cuore, aderente a quella bizzarra comunità che accomunava vecchi “figli dei fiori” e nuovi yuppies. Un universo abitato da personaggi come Timothy Leary, il profeta dell’LSD, complottisti alla Robert Anton Wilson e i guru della “computer age” del tipo Steve Jobs.

La New Age raccoglieva il testimone dell’antica utopia psichedelica, in un’ottica certamente più individualistica, ma capace di colorare idealmente i circuiti integrati della Silicon Valley. Dal suo quartier generale di Thousand Oaks, Kramer partecipava a questa rivoluzione con entusiasmo ma anche con pesanti ricadute sul proprio sistema nervoso.

La sparizione

Il 12 febbraio 1995 Kramer guidò verso l’aeroporto internazionale di Los Angeles per prendere un socio in affari che viaggiava con la propria moglie. Il socio era stato il principale investitore nella sua azienda, la Total Multimedia, e anche il principale attore della sua riorganizzazione dal fallimento. Sulla strada per l’aeroporto, Kramer telefonò e avvisò l’uomo che i piani erano cambiati, e che i due dovevano raggiungere un albergo, dove Kramer e signora li avrebbero incontrati. Nonostante le circostanze sospette, il socio seguì le istruzioni e attese lo scienziato in hotel.

Inspiegabilmente, Kramer trascorse circa 45 minuti all’interno dell’aeroporto

Durante il percorso verso l’aeroporto, Kramer fece una serie di telefonate, fra cui alla moglie, a Ron Bushy (famoso batterista degli Iron Butterfly) e alla polizia. Durante l’ultima telefonata pronunciò le famose parole:

Mi ucciderò

La famiglia mise in atto una grande e costosa mobilitazione per cercarlo. Della vicenda se ne occuparono i puntuali articoli del Los Angeles Times e tutti i media nazionali.

Vennero reclutati medium, esperti di “visione remota” e investigatori privati, ma fu soprattutto l’FBI a interessarsi della questione.
Il caso Taylor Kramer andava ben oltre uno dei numerosi fascicoli aperti su “persone scomparse”, essendone protagonista un ex tecnico dell’industria bellica USA, a conoscenza di segreti e codici militari ed egli stesso ideatore di tecnologie avanzatissime. 

Il 29 maggio 1999, un gruppo di escursionisti scoprì i resti ossei del rocker-inventore in fondo al Decker Canyon, nei pressi di Malibu.

Erano passati più di quattro anni da quel messaggio disperato al numero di emergenza

Le conclusioni delle indagini parleranno di probabile suicidio, ma l’ipotesi non ha mai convinto le persone più vicine a Kramer, fra cui la moglie e i due figli.

Troppe le incongruenze, i sospetti, le zone buie di questa storia

Forse davvero qualcuno aveva interesse a rapire e poi eliminare l’eclettico personaggio e tante furono le illazioni a riguardo. Nel corso degli anni si sono quindi intrecciate le ipotesi, più o meno credibili, su presunte interferenze extraterrestri, oscure forze governative, interessi economici.

Ciò che oggi rimane di certo è il mistero su cosa realmente sia accaduto allo scienziato – perché tale era – Taylor Kramer, quella mattina di una domenica di tanti anni fa. Un uomo che vagheggiava di “trasmissioni oltre la velocità della luce” e che aveva osato confutare la teoria sulla relatività formulata da Albert Einstein.

Fonti: L.A. Times, Ultimate Classic Rock.


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