Greenwich, 18 Febbraio 1516. Caterina d’Aragona partorisce una splendida bambina che chiama Maria, come la Vergine che diede alla luce Gesù Cristo, simbolo della sua fortissima fede cattolica. Maria è sana e forte, cresce in una corte moderna e dinamica, circondata dall’affetto dei suoi genitori, Enrico e Caterina. Ma col tempo le cose cambiano. Caterina d’Aragona ha partorito sì tanti figli per il regno, in tutto sono sei, ma a parte Maria sono morti tutti nei primi giorni di vita, gettando nello sconforto Re Enrico, che vuole a tutti i costi un maschio che gli succeda al trono e continui la dinastia Tudor.
E così il Re inizia a prendere in considerazione un peccato inaudito, un desiderio terreno che va contro la fede e la religione d’Inghilterra: far annullare il matrimonio con la moglie Caterina per una nuova Regina. Enrico VIII era in realtà il secondo marito di Caterina d’Aragona, la quale aveva sposato in prime nozze il fratello maggiore di Enrico, Arturo Tudor, con il quale era rimasta solo 5 mesi prima che questi morisse. Ora, senza addentrarci nella questione che meriterebbe un articolo a parte, per sposare Caterina Enrico VIII aveva ricevuto una dispensa papale, perché nella Bibbia il matrimonio con la moglie del fratello viene considerato illecito e la coppia è maledetta. Citiamo un passo del Levitico: «se alcuno prende la moglie del suo fratello, ciò è cosa brutta; colui ha scoperte le vergogne del suo fratello; sieno senza figliuoli».
Gli sposi erano quindi maledetti secondo la bibbia, ma Papa Giulio II aveva acconsentito alle nozze. Caterina è più grande di Enrico di 6 anni, e nel 1525 ha ormai quarant’anni, un’età all’epoca considerata non più fertile. La donna ha già avuto 6 gravidanze, Maria era stata la quinta, e come abbiamo detto gli altri figli erano morti tutti nel giro di poche settimane. Insomma ormai la speranza che Caterina d’Aragona concepisca un figlio sano è tramontata. Ma Enrico non si arrende, e decide non solo di avere delle avventure galanti con le tante cortigiane che popolano il suo regno, quelle le hanno avute tutti i re, ma di far dichiarare nullo il matrimonio con la regina per sposare una ragazza in grado di dargli l’agognato erede.
Il Re decide che vuole far annullare la vecchia dispensa di Giulio II perché, a suo dire, il matrimonio di Caterina con Arturo era stato consumato, e la regina non era vergine al momento del secondo matrimonio. Inizia una serie di tira e molla che portano, alla fine, alla nascita della chiesa anglicana. Papa Clemente VII non cede, il matrimonio fra Caterina ed Enrico rimane valido ed Enrico decide di far da sé: sposa Anna Bolena, si stacca dalla chiesa di Roma e diventa il capo della nuova Chiesa d’Inghilterra.
Ecco possiamo immaginare cosa abbia significato tutto questo per la giovanissima e cattolicissima Mary Tudor, Principessa adolescente d’Inghilterra, che viene considerata non sufficiente da Enrico VIII per succedergli al trono. Il Re, non contento delle peripezie che fa passare alla ragazza, le vieta di rivedere la madre, che non abbraccerà mai più, la inizia a trattare con sdegno, facendola persino dichiarare illegittima perché avuta da un matrimonio che era da considerarsi illegittimo perché Caterina non era vergine. Tutto questo è ciò che dichiara Enrico ovviamente, poi quale sia la realtà non è dato sapersi, anche se è facile immaginare che queste fossero tutte verità di comodo per il Re.
Maria inizia a covare una rabbia feroce verso Anna Bolena, rea di aver portato il padre a quella che lei giudica una insana pazzia. Enrico VIII poi non getta acqua sul fuoco ma lo alimenta in continuazione. Quando Maria ha 17 anni Anna Bolena partorisce Elisabetta, futura regina d’Inghilterra con il nome di Elisabetta I, sorellastra di Maria. Enrico decide che Maria deve entrare a far parte della servitù al seguito della nuova principessa. La ragazza si trova dall’essere una principessa a fare da serva alla sorellastra, verso la quale comunque non cova un odio viscerale come per la matrigna… Ma proprio quest’ultima, per sua fortuna, non riesce a dare al regno un erede maschio.
Nel 1536 la madre Caterina d’Aragona muore, e i medici che si occupano del suo corpo, durante il processo d’imbalsamazione, notano il colore nero scuro del cuore. Forse si trattò di un tumore al cuore, forse d’altro, ma nel regno si diffuse la voce che vedevano l’ex Regina avvelenata per conto di Enrico VIII e Anna Bolena. E’ facile immaginare che Mary Tudor abbia creduto alle voci e queste abbiano intensificato il suo odio verso Anna Bolena. La regina in carica aveva i giorni contati. Il giorno del funerale di Caterina d’Aragona Anna Bolena ha un aborto spontaneo, un feto maschio, ed Enrico VIII si convince che il matrimonio sia maledetto da Dio. Anna finisce decapitata ed Enrico VIII si sposa di nuovo. Inizia così il valzer di mogli alla corte inglese, saranno altre quattro in tutto, persone che si occupano del Re inglese fino alla sua morte, avvenuta nel 1547, e che hanno rapporti contrastanti con Mary Tudor.
Sia come sia, Enrico VIII era riuscito ad avere finalmente un erede maschio, nato nel 1537 da Jane Seymour, la terza moglie, che gli succede al trono. Ma il Povero Edoardo VI dura poco, rimane in carica per circa 6 anni e muore giovanissimo a 15 anni, nel 1553. Alla sua morte sale al trono Jane Grey, nipote alla lontana di Enrico VIII e moglie di Guilford Dudley. Qui la successione è complessa, perché in effetti Edoardo VI aveva designato come sua erede proprio Jane Grey per mantenere la fede anglicana nel regno, che al contrario sarebbe stata destituita con l’ascesa al trono della sorellastra Mary.
Ma in questo caso Mary Tudor è determinata e riesce a ottenere il trono d’Inghilterra. Raggiunge Londra e, sostenuta dal consenso del popolo, nel giro di una settimana depone Jane Grey e il marito, fa imprigionare la coppia e fa decapitare seduta stante John Dudley, padre di Guilford e architetto di tutta l’ascesa al trono. Otto mesi dopo l’arresto Mary Tudor fa condannare a morte Jane e Guildford, che muoiono sotto la scure del boia.
Mary Tudor è regina d’Inghilterra con una storia, alle spalle, che al minimo sarebbe degna di un film horror. E’ una donna per l’epoca in là con gli anni. E’ già 37-enne, non ha alcun tipo di formazione politica, non è preparata a fare la regina ma è (e ci mancherebbe altro visti i precedenti) diffidente, nei confronti di tutto e tutti. Il suo consigliere è Carlo V d’Asburgo, Re di Spagna, colui sul cui Regno “non tramontava mai il sole”.
I primi passi che muove sono per restaurare la fede cattolica in Inghilterra. Fa arrivare un cardinale cattolico, Reginald Pole, che viene nominato arcivescovo di Canterbury, la più alta carica religiosa del regno, e poi nomina Lord Cancelliere Stephen Gardiner, arcivescovo cattolico imprigionato durante i regni di Enrico VIII ed Edoardo VI.
Mary muove tutte le pedine giuste, il cattolicesimo riprende vigore in Inghilterra. E proprio i protestanti anglicani si oppongono al matrimonio di Mary Tudor con Filippo, figlio di Carlo V e proveniente dalla cattolicissima Spagna, e danno vita a una protesta che esplode nel Febbraio del 1554, quando 3.000 uomini, guidati da Thomas Wyatt il giovane, assediano Londra con lo scopo di far cambiare idea alla Regina sulle nozze. Mary non è una che si fa intimidire, e soprattutto è una radicale cattolica (vorrei anche vedere vista la sua storia personale), riesce a far accerchiare i protestanti e fa catturare e giustiziare Thomas Wyatt, cui viene tagliata la testa l’11 aprile del 1554.
E così, vinta ogni resistenza, Mary Tudor può sposare Filippo. Lei ha 38 anni, lui 27. Fra loro parlano latino perché lei non parla spagnolo e lui non capisce una parola di inglese. Filippo trascura totalmente la moglie, è Re d’Inghilterra ma solo nominalmente, a livello politico non ha alcun potere. Maria sembra fosse davvero invaghita del marito, figlio del cugino Carlo V e anche un bel ragazzo. Ma lui consuma il rapporto solo per avere l’agognato erede, che sarebbe stato Re sia in Inghilterra sia in Spagna, a capo di un Impero, anche coloniale, di proporzioni immani. Ma l’erede non arriva.
Passano i mesi e nel 1555 si diffonde nel regno la voce che la Regina è incinta. Ma è solo un falso allarme. Tutti i traslochi fatti e le energie spese nell’attesa dell’erede sono buttati, Maria non partorisce. Maria non partorisce e nel mentre sfoga la sua frustrazione in altro modo. Inizia la caccia ai protestanti. Quando restaura la religione cattolica Maria offre loro tre possibilità: l’esilio, la conversione o l’estrema punizione. Inutile dire che moltissimi scelgono la conversione, si trattava sostanzialmente di tornare cattolici dopo 20 anni di protestantesimo, alcuni scelgono l’esilio mentre alcuni rimangono fedeli alla nuova religione, un manipolo di martiri che affrontano la punizione più terribile: la morte al rogo.
E Maria I Tudor in questo caso è davvero spietata. Le condanne iniziano nel Febbraio 1555 e il primo a morire è John Rogers, un predicatore bruciato sul rogo a Londra il 4 Febbraio. Ma la scia di morte è solo all’inizio. L’8 Febbraio viene bruciato Lawrence Saunders, il 9 John Hooper insieme a Rowland Taylor, tutti predicatori, poi a marzo bruciano Rawlins White, un pescatore che rifiuta la conversione, e poi, ancora a Marzo, bruciano Thomas Tomkins, un tessitore, poi due gentiluomini, un apprendista, un barbiere, due predicatori e un uomo dalla professione sconosciuta. Nel giro di neanche 2 mesi muoiono 14 persone sul rogo, ma è solo l’inizio della vendetta nei confronti del protestantesimo di Maria la Sanguinaria.
Dal Febbraio 1555 al Novembre 1558 finiscono sul rogo 284 persone, più un’altra trentina muoiono durante la prigionia, fra cui anche intere famiglie con bambini. E’ una strage in un’Inghilterra non certo sovrappopolata com’è oggi, una strage che consegnerà alla storia Maria I Tudor come “Bloody Mary – Maria la Sanguinaria”. Fanatica ultracattolica intenta a difendere la religione della madre, Caterina d’Aragona, del marito e del suo più fidato consigliere e suocero, Carlo V di Spagna. Fra l’altro, ma non viene mai ricordato, Maria I prosegue, se così possiamo dire, le persecuzioni del Padre Enrico VIII, che aveva fatto ammazzare 63 persone fra il 1530 e il 1546, e del fratello, che nei suoi pochi anni di regno manda al rogo 2 protestanti radicali.
Il resoconto di tutte le morti è fra l’altro dettagliatissimo perché uno storico inglese, John Foxe, scrive il Libro dei Martiri, Books of Martyrs, in cui rendiconta con il massimo livello di precisione la data dell’esecuzione, il nome della vittima, il metodo di esecuzione e la sua professione. E’ una fonte primaria di grandissima importanza perché viene scritta nei giorni in cui Maria I ordina le esecuzioni, pubblicato soltanto 5 anni dopo la fine dei roghi.
Già perché a un certo punto Maria I va incontro a uno sfortunato destino. Nel periodo delle persecuzioni il marito diventa Re di Spagna, nel 1556, e insieme a Maria forma la coppia reale più potente d’Europa. Il nemico comune è la Francia, che però ha un alleato potente, quantomeno dal punto di vista religioso: Papa Paolo IV Carafa, antispagnolo radicale che sta con Enrico II di Francia.
Maria I Tudor guida un’Inghilterra in una situazione di tumulti e sommosse. L’esercito è impegnato a contenere le rivolte dei protestanti, l’economia inglese è fortemente provata e dal punto di vista politico le divisioni fra cattolici e protestanti sono fratricide. In questa situazione Maria trova la forza di dichiarare guerra alla Francia, nel Giugno del 1557, ma l’operazione è un suicidio. Con la scusa della dichiarazione di Guerra il francese Duca di Guida, il 7 Gennaio del 1558, conquista con facilità Calais, l’ultimo possedimento inglese sul continente. L’impatto dal punto di vista militare è poco rilevante, ma a livello di morale e prestigio è immenso. Calais era il porto dove arrivava tutta la pregiata lana inglese venduta sul continente, e dal quale passavano le merci in entrata e uscita per l’Inghilterra. Averla sacrificata per seguire i propositi bellici della Spagna è un’operazione che non piace agli inglesi, e la popolarità di Maria, già celebre come “sanguinaria”, scende a zero. Ma il popolo non ha tempo di ribellarsi e sostituirla.
A Maria inizia a ingrossarsi il ventre e le scompaiono le mestruazioni, pensa finalmente di essere incinta dell’erede che proseguirà la dinastia Tudor. Ma i mesi passano, i calcetti nella pancia non arrivano e Maria sta sempre peggio. Il gonfiore non è un figlio ma un tumore ovarico, che non lascia scampo alla regina. Maria I Tudor muore il 17 novembre del 1558, due giorni dopo il rogo dei “ 5 Martiri di Canterbury”, due donne e tre uomini arsi vivi per la loro fede.
Ma Maria non fu solo spietata. Negli ultimi giorni di vita, quando era chiaro che le rimaneva solo un soffio, non segue il consiglio dei nobili cattolici al potere, primo fra tutti Thomas Howard, IV duca di Norfolk, che le consigliano di condannare a morte la sorellastra, Elisabetta, futura Regina alla sua morte, che avrebbe senza dubbio restaurato la religione protestante in Inghilterra e avrebbe reso vano tutto il lavoro fatto nei 5 anni di restaurazione cattolica.
Maria non condanna a morte Elisabetta, la prega, la implora di non restaurare il protestantesimo, ma come sappiamo sarà tutto vano. Elisabetta I diverrà uno dei sovrani più celebri di tutti i tempi, restaurerà l’anglicanesimo e farà condannare a morte sua cugina, la cattolica Maria Stuarda, per molti legittima erede al trono d’Inghilterra. Ma questa è un’altra storia.