La “Luna” della Terra è un satellite nell’orbita del nostro pianeta da oltre quattro miliardi di anni, formatosi (secondo le teorie più accreditate) a seguito dell’impatto di un planetesimo delle dimensioni di Marte con la Terra. Luna è il nome italiano del nostro satellite, che deriva dal latino lūna, proveniente a sua volta da una parola indo-europea “louksna”, significante “luce riflessa”. Anche in Greco Antico la parola σελήνη (si legge: selḗnē) significa “brillare” o “splendore”, così come in avestico raoxšna, che significa “brillante”. In moltissime lingue la Luna ha quindi un significato di “brillare di luce riflessa” (o simili), con riferimento alla luce profusa dalla terra (prima delle teorie eliocentriche).
Sotto: Sebastiano Ricci, Selene e Endimione, Londra, Chiswick House
Per la maggior parte della storia umana non fu necessario utilizzare un termine più specifico per differenziare la nostra luna dalle lune degli altri pianeti, semplicemente perché queste ultime ci erano completamente sconosciute. Fino a quando Galileo non scoprì che Giove aveva delle Lune, nel 1610, gli scienziati pensavano che la “Luna” fosse l’unica nell’universo, e quindi non era necessario utilizzare un nome proprio per la sua identificazione. Dopo che furono scoperte altre lune, furono dati dei nomi per non confonderle con le altre. Oggi le chiamiamo “lune” perché orbitano attorno ai pianeti in modo simile a quello con cui orbita la nostra Luna attorno alla Terra. Le quattro lune maggiori di Giove, Io, Europa, Ganimede e Callisto, furono osservate da Galileo nel XVII secolo, ma lo scienziato italiano non ne vide altre 63 che orbitavano attorno al gigante del sistema solare…