17 Aprile 2022 giorno di Pasqua. Che ci si appresti a servire in tavola i tortellini, una lombata, e alla fine un dolce (oppure che si faccia una grigliata all’aperto, auspicabilmente non con un agnello) è un giorno di festa in tutto il mondo Cattolico. Nel 2021 era stato il 4 Aprile, quindi un po’ prima, ma dal 1950 al 2050 le date avranno un’oscillazione considerevole, andando dal 25 marzo del 1951 al 25 Aprile del 2038.
Perché la Pasqua non ha data fissa?
La spiegazione è abbastanza semplice. La pasqua dei cristiani cattolici (da non confondere con i cristiani ortodossi, che hanno un’altra data ancora) viene stabilita in funzione del calendario lunare. La domenica di Pasqua è la prima dopo la luna piena dell’equinozio di primavera. Il range massimo in cui la forbice delle date può variare è di ben 35 giorni. Il primo giorno utile è il 22 marzo, ovviamente se il plenilunio corrisponde con l’equinozio di primavera e il giorno successivo sia domenica; oppure all’altro estremo il 25 aprile, nel caso in cui il primo plenilunio sia il 18 aprile e il 19 sia un lunedì.
Perché questo criterio?
Ebraismo e Cristianesimo sono due religioni che inizialmente venivano scambiate per la stessa dai Romani, con i seguaci di Cristo che erano considerati una setta, un po’ estremista, dell’ebraismo. La Pasqua cristiana deriva dalla Pèsach, la pasqua ebraica, che ovviamente non può celebrare la resurrezione di Cristo, ma commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egizia e l’esodo guidato da Mosè.

Gli ebrei, ancora in tempi moderni, hanno in uso un calendario che segue il ciclo lunare (29 o 30 giorni). La Pasqua ebraica si celebra il 14 del mese di Nissàn, in corrispondenza della luna piena fra marzo e aprile. Fino al II secolo i cristiani celebravano la Pasqua il 14 nissàn, il giorno in cui, secondo l’evangelista Giovanni, Gesù Cristo era morto.
Ma i dotti religiosi cristiani dei primi secoli erano in grande fermento, e scelsero di celebrare non la morte di Cristo ma la sua resurrezione. Poco dopo esser diventata religione ufficiale dell’Impero Romano con l’Editto di Costantino del 313, durante il concilio di Nicea del 325, per la religione cristiana si stabilì che la Pasqua sarebbe caduta la domenica successiva alla prima luna di primavera.
Le altre festa seguirono il calendario deciso per la pasqua. La Pentecoste, 50 giorni dopo, le Ceneri, 47 giorni prima, e così via.
Perché si chiama “Pasqua”?
Anche per il termine ci si deve rifare all’ebraico. Quando gli ebrei erano schiavi in Egitto un angelo della morte, inviato da Dio, punì gli egiziani uccidendo tutti i primogeniti, ma non i primogeniti ebrei, le cui porte erano state segnate con il sangue di un agnello.
«In quella notte io passerò per il paese d’Egitto e colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, uomo o bestia; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. (…) »
«(…) quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto. »
Questa era la decima e ultima piaga d’Egitto, la più tremenda lanciata da Dio, e la mattina dopo il popolo, guidato da Mosè, partì alla volta della Palestina. Pasqua deriva dal termine ebraico “pesach”, il cui significato è “passare oltre”, riferito proprio al messaggio che Dio manda al suo popolo per salvare i primogeniti. Il termine Pasqua quindi significa semplicemente “passare oltre”, e non c’entra molto con il significato che i Cattolici danno alla resurrezione di Cristo.