Paesaggi “Marziani”: 4 scenari naturali inquietanti

L’incanto che solitamente provoca lo spettacolo della natura, quando è selvaggia e incontaminata è una delle emozioni visive più piacevoli che si possano provare. A volte però, alcuni paesaggi hanno la capacità di disorientare, tanto da meritarsi appellativi, come “lunari”, o “marziani”, proprio perché hanno caratteristiche che si discostano da quelle tradizionalmente attribuite ad un ameno panorama terrestre.

Rio Tinto – Spagna

Le acque rosso sangue del fiume Rio Tinto attraversano il terreno montagnoso dell’Andalusia. Il fiume, nel suo corso dalle montagne della Sierra Morena fino alla foce, nel golfo di Cadice, crea una traccia vermiglia nel territorio: una grande quantità di ferro è disciolta nell’acqua, altamente acida, di questo fiume dalle connotazioni quasi extra-terrestri.

Anche gli scienziati della Nasa studiano le forme di vita presenti nel sottosuolo, perché capaci di vivere in assenza di ossigeno, e forse simili a quelle del pianeta Marte. Minas de Riotinto è uno dei distretti minerari più antichi del mondo, attivo dall’epoca dei fenici fino al 1950. Proprio la millenaria estrazione a cielo aperto dei metalli ha provocato l‘inquinamento del fiume.

Cappadocia – Turchia

La tentacolare regione della Cappadocia, in Turchia, è un labirinto unico di meraviglie naturali e storico-culturali. L’effetto della millenaria erosione sul tufo calcareo, che è la formazione geologica tipica della regione, ha creato un paesaggio definito molto spesso “lunare”, pieno di grotte e cavità, sia naturali che artificiali. Nel corso del tempo, i diversi popoli che si sono stabiliti nella regione, hanno ricavato grotte, case e chiese nella roccia, che costituiscono parte del ricco patrimonio culturale della Cappadocia di oggi.

Beppu – Giappone

La città di Beppu, in Giappone, è famosa per le sue numerose stazioni termali, collegate alle numerose sorgenti di acqua calda del territorio. Dove le sorgenti sono state lasciate allo stato naturale, il paesaggio assume connotazioni da inferno dantesco. Il “Pozzo di Sangue”, profondo circa 200 metri, deve il suo nome al colore rosso sangue dell’acqua, dovuto ad un’alta concentrazione di sali di ferro. Con l’acqua di colore rosso, la temperatura di 90 gradi, e il vapore che circonda il pozzo, non stupisce che le popolazioni locali abbiano chiamato la zona, dove sono presenti altri otto siti geotermici, i “nove inferni di Beppu”.

Ghiacciaio Taylor – Antartide

Il bianco del ghiacciaio Taylor, in Antartide, è sporcato in maniera inquietante dalla “cascata di sangue”, un flusso di acqua rosso sangue, che deve la particolare colorazione ai batteri che metabolizzano il ferro e lo zolfo presenti in un lago di acqua salmastra sepolto sotto il ghiacciaio, che si trova in una delle zone desertiche più estreme del pianeta, le Dry Valleys. A rendere ancora più inquietante l’area attorno al ghiacciaio sono i cadaveri di diversi animali sparsi per la zona.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.