Ortensia Mancini: la “Scandalosa” nipote del Cardinal Mazzarino

Ortensia Mancini arriva a Parigi nel 1653. È ancora una bambina piccolissima, ha solo sette anni, è lontana da casa e dai genitori, ma può contare sulla protezione di suo zio Giulio Mazzarino, il primo ministro di Francia, che in quel periodo detiene un potere enorme in vece di Luigi XIV, il futuro Re Sole. Il celebre cardinale ha da poco sconfitto gli aristocratici della Fronda nobiliare e sta chiamando a sé tutte le nipoti per combinare matrimoni vantaggiosi in grado di accrescere il suo potere.

Sotto il video con il racconto dell’articolo:

Giulio Mazzarino – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le sette Mazarinettes, così saranno chiamate, serviranno anche a passare dei piacevoli momenti di svago familiare, un aspetto importante per il celebre cardinale italiano.

Olimpia, Ortensia e Maria Mancini, tre delle sette Mazarinettes – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La piccola Ortensia diventa presto la prediletta dello zio. Cresce, debutta in società e si guadagna l’attenzione degli uomini e l’invidia delle donne. La scrittrice Madame de La Fayette la definisce “una delle bellezze più perfette della corte”, dotata di fascino e cultura, ma con un carattere un po’ ribelle.

Madame de la Fayette – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Di lei, invece, l’amico John Evelyn scrive: “Era di una bellezza e di uno spirito straordinario, ma dissoluto e intollerante alle restrizioni del matrimonio”. In queste parole c’è il perfetto riassunto di Ortensia Mancini: una nobildonna italiana il cui animo libertino la porterà a girovagare per l’Europa e a destreggiarsi fra scandali, protettori e amanti.

John Evelyn – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

I pretendenti di Ortensia

Ortensia Mancini nasce a Roma il 6 giugno del 1646, dal barone Lorenzo Mancini e da Geronima Mazzarino, sorella minore del cardinal Mazzarino primo ministro di Francia. Già da un po’ suo zio sta chiamando a sé tutte le nipoti e, nel maggio del 1653, è il turno di Ortensia, che raggiunge Parigi e inizia a frequentare la corte. È una bambina dalla bellezza precoce; tempo qualche anno e diventa una delle ragazze più ambite della città.

Giulio Mazzarino – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La ragazza cresce e diventa adolescente. Quando Ortensia ha 14 anni il Cardinal Mazzarino inizia a sondare il terreno con i pretendenti, e il primo che trova è un pezzo da novanta. Si fa avanti Carlo II, erede al trono d’Inghilterra, che però è in esilio dopo la rivoluzione di Oliver Cromwell e Mazzarino prima temporeggia, poi decide che il rischio che rimanga un re in esilio è troppo grande.

Carlo II d’Inghilterra – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il sovrano ha poche possibilità di tornare a regnare e il cardinale vuole che tutte le Mazarinettes contraggano il miglior matrimonio possibile, ma pochi mesi più tardi accade l’impensabile. Il parlamento caccia Richard Cromwell, nuovo lord protettore dopo la morte di suo padre Oliver, e Carlo può reinsediarsi sul trono d’Inghilterra.

Richard Cromwell, 2° Lord Protettore d’Inghilterra – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Mazzarino fa un passo indietro e tenta di riaprire i negoziati, offendo ben 5 milioni di livres come dote, ma Carlo rifiuta, anche se il rapporto, ma lo vedremo dopo, viene rimandato di circa 15 anni.

Carlo II d’Inghilterra – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le trattative di Mazzarino sono comunque sempre a un livello altissimo. Non vanno a buon fine quelle con Carlo Emanuele II di Savoia, Pietro II di Portogallo e tanti altri nobili d’alto rango. Alla fine si punta non sul sangue blu ma sul conto in banca: Ortensia viene data in sposa a uno degli uomini più ricchi di Francia, Armand Charles de La Porte de La Meilleraye, nipote del suo mentore Armand-Jean du Plessis de Richelieu.

Carlo Emanuele II di Savoia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il matrimonio con Armand

La quindicenne Ortensia si sposa con Armand il 28 febbraio del 1661, ma lo zio la vedrà sposata per pochissimo tempo. Una settimana dopo, il 9 marzo, Mazzarino muore, e lei e il marito diventano i suoi principali eredi, ottenendo il Palazzo Mazzarino di Parigi, l’inestimabile collezione artistica dello zio, i governatorati di Alsazia, Bretagna e Vincennes e altri beni patrimoniali per circa 30 milioni di livres.

Morte del Cardinal Mazzarino, di Paul Delaroche – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

I due sposi sono ricchissimi, ma il matrimonio è un fallimento. Ortensia e Armand proprio non vanno d’accordo. Lei è una mondana, una ragazza in cerca di costanti attenzioni e divertimenti, mentre lui è un uomo geloso e bigotto.

Armand Charles de La Porte de La Meilleraye – Immagine di Jean Petitot condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Armand vuole che Ortensia sia sempre sotto controllo. La obbliga ad accompagnarlo nei suoi numerosi viaggi d’affari, le impone il rispetto dei riti religiosi e le impedisce di restare da sola con la servitù o di far visita ai parenti.

Ortensia Mancini – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La coppia non è destinata a durare e, dopo la nascita dell’ultimo figlio, nel 1667, Ortensia abbandona il marito. Trova rifugio presso la sorella Olimpia, poi si ritira nel convento delle Figlie di Santa Maria alla Bastiglia e aspetta le mosse di Armand. Il nobile prova in tutti i modi a convincerla a tornare a casa, ma quando capisce che la moglie non è interessata a una riconciliazione passa alle vie legali.

Ortensia Mancini – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Se in un primo momento le istituzioni di Parigi sentenziano che Armand deve fare i bagagli e lasciare Palazzo Mazzarino a Ortensia, un successivo ricorso in appello ribalta la situazione e interviene addirittura Luigi XIV per interrompere quella chiacchieratissima faida coniugale.

Luigi XIV – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il re, amico d’infanzia di Ortensia, la spinge ad accettare un accordo in cui Armand può ancora vivere a Palazzo Mazzarino, ma con l’obbligo di rispettare gli spazi di autonomia della moglie.

Luigi XIV – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La coppia torna insieme per vivere da separati in casa, un esperimento che fallisce quasi subito e, il 13 giugno del 1668, con la complicità di suo fratello Filippo e del suo spasimante Louis de Rohan, Ortensia lascia Parigi e si trasferisce in Italia da sua sorella Maria, sposata al nobile Lorenzo Onofrio Colonna.

Filippo Giulio Mancini, fratello di Ortensia – Immagine condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Le fughe e gli scandali

Armand non si arrende e torna a rivolgersi al Parlamento francese, che lo autorizza a riportare la moglie a casa anche con la forza. Ortensia, però, dorme sonni tranquilli, perché gode della protezione dei Colonna e, grazie all’influente marito di Maria, può vivere all’insegna del libertinaggio. Per qualche anno, la sorella la lascia fare e chiude un occhio suoi suoi eccessi, ma un giorno la sorprende in atteggiamenti intimi con uno scudiero dei Colonna e la invita a cambiare aria.

Maria Mancini – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Fino al 1669, gira senza fissa dimora per l’Italia, cercando asilo fra parenti e case religiose, e, nel 1670, con il suo nome ormai sinonimo di scandalo, torna in Francia per tentare una riconciliazione con Armand. Lui non ne vuole sapere di scendere a patti e lei rischia di finire sul lastrico, ma Luigi XIV le accorda una pensione di 24.000 livres. Ortensia può quindi tornare a Roma, dove riprende le abitudini di sempre e, nel 1671, ha delle relazioni occasionali con i fratelli Carlo e Filippo di Lorena.

Filippo di Lorena – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La ospita sempre la sorella Maria, ma i tempi sono cambiati anche per lei. Il suo matrimonio è in crisi e non pensa più a giudicare i comportamenti della sorella, perché vorrebbe seguirne l’esempio: abbandonare il marito e vivere una vita libera.

Lorenzo Onofrio Colonna, VIII principe di Paliano e marito di Maria Mancini – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il paradosso nel paradosso, ai tempi succedeva anche questo, è che Ortensia non è d’accordo con Maria e le consiglia di rimanere col marito. Maria però è irremovibile, Ortensia le fa da compagna e, il 29 maggio del 1672, le due Mancini partono in incognito da Roma e raggiungono la Francia. In qualche modo, Armand scopre dello spostamento e manda i suoi emissari a caccia della moglie, che, ad Aix-en-Provence, è costretta a separarsi dalla sorella e ripiegare altrove.

Ortensia Mancini – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Con Maria in fuga, Ortensia non può più contare sull’ospitalità romana dei Colonna e decide di rivolgersi al suo ex spasimante Carlo Emanuele II di Savoia, che le mette a disposizione il castello di Chambéry e la introduce a corte.

Il Castello di Chambéry, nella Savoia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ortensia continua a vivere amori fugaci e serate mondane, ma in Piemonte sembra che si calmi. Si dedica all’osservanza dei riti religiosi, si tiene lontana dagli scandali e la sua reputazione inizia a essere riabilitata.

Carlo Emanuele II di Savoia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Nel 1675, dà in stampa le sue memorie a un editore di Colonia, e l’opera riscuote un discreto successo anche con le successive edizioni inglesi e italiane. Si tratta di uno dei primi casi di memoir femminili, ma purtroppo non è sincero. Il libro è un racconto edulcorato, dove la stessa Ortensia si descrive come una ragazza ingenua che, per colpa di una scelta politica dello zio, è finita nelle mani di un mostro. Il testo non è altro che un tentativo di riabilitare la sua immagine e difendersi dalle pretese di Armand.

Ortensia Mancini – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il periodo inglese

Alla morte di Carlo Emanuele II, il 12 giugno del 1675, Ortensia abbandona la Savoia e, dopo un viaggio fra Germania e Olanda, si imbarca per l’Inghilterra. Giunge a Londra agli inizi del 1676 e ottiene la protezione di un altro suo ex spasimante, re Carlo II. Grazie a sua nipote Maria, sposata al fratello del sovrano, il futuro Giacomo II, Ortensia debutta a corte e riscuote un certo successo, ma riesce a tenersi lontana dai guai solo per poco, perché a Londra si trova una certa Luise de Kéroualle, amante favorita di Carlo II e convinta filofrancese. Per molti nobili la Kéroualle è un pericolo, una persona che rischia di far alleare Carlo II con Luigi XIV, e serve qualcuno che la allontani dal re.

Maria di Modena, figlia di Laura Martinozzi, cugina di Ortensia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ed è qui che entra in gioco Ortensia.

Chi meglio di lei può scalzare la Kéroualle?

La Mazarinette ha trent’anni, è ancora bella e fascinosa, e accetta la proposta dei nobili di sedurre Carlo II, che le concede una pensione e tanti altri lussi.

Louise de Kérouaille, favorita di Carlo II d’Inghilterra – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Tutto sembra andare per il meglio, ma Ortensia è Ortensia e il progetto di soppiantare la rivale fallisce perché intraprende una relazione sentimentale anche con il principe Louis Grimaldi di Monaco.

Louis Grimaldi di Monaco – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Nonostante gli alti e bassi, il re d’Inghilterra continua a sostenerla economicamente, e Ortensia ha modo di frequentare i circoli letterari di Londra e darsi al gioco d’azzardo. Naturalmente è al centro degli scandali londinesi e il più importante è del 1684, quando ha luogo un duello fra due suoi spasimanti: uno è un tale barone Banier, l’altro è il giovane Filippo di Savoia, il figlio di sua sorella Olimpia che, a quanto pare, si è invaghito della zia.

Olimpia Mancini – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Quel duello la fa sprofondare a livello di reputazione, un aspetto che all’epoca era tutt’altro che irrilevante. Carlo II muore nel 1685, ma almeno sul fronte finanziario Ortensia può contare sul sostegno della nipote Maria e di suo marito Giacomo, divenuti i nuovi sovrani d’Inghilterra.

Giacomo II d’Inghilterra – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Gli ultimi anni

La situazione si complica nel 1688. Il Parlamento manda il re in esilio e consegna il trono a Guglielmo III d’Orange, con quest’ultimo che riduce la pensione di Ortensia alla cifra di 7.000 sterline annue, una miseria per una donna abituata a vivere come una regina. La sua ultima spiaggia è chiedere una sovvenzione ad Armand, ma il marito, nonostante gli anni trascorsi e l’età della donna, le chiede di tornare a casa con lui e, nel 1689, intenta una nuova causa giudiziaria.

Guglielmo III d’Orange – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Lasciare l’Inghilterra per recarsi a Parigi è fuori discussione, e Ortensia si affida al suo amico e scrittore Charles de Saint-Evremond, che spedisce al Parlamento francese un atto di difesa in cui la descrive come una donna virtuosa, vittima di un marito bigotto che ha dissipato l’eredità del grande cardinal Mazzarino.

Charles de Saint-Évremond – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ci si aspetta il contrario, ma l’espediente funziona e i giudici deliberano contro Armand. Purtroppo per Ortensia tutto questo non si traduce in nulla di concreto, e la donna è sempre dipendente dalla misera pensione inglese. Sopravvive come può per un decennio e, già da tempo malata, si spegne il 2 luglio del 1699. Il suo amico John Evelyn scriverà che aveva “affrettato la sua morte bevendo smodate quantità di alcoli”.

John Evelyn – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Al di là di un ipotetico suicidio, la sua storia ha ancora un ultimo capitolo. Quando scopre della dipartita della moglie, Armand si reca in Inghilterra, paga tutti i suoi debiti e trasferisce la salma in Francia, dove, finalmente, anche se in modo molto macabro, può riavere Ortensia al suo fianco. Per circa un anno la porta sempre con sé nei suoi spostamenti e solo su intercessione di amici e parenti si decide a darle degna sepoltura nel Collège des Quatre-Nations di Parigi. Lì riposa anche il cardinal Mazzarino, l’artefice di quel matrimonio combinato che ha reso Ortensia Mancini la Mazarinette più chiacchierata di Francia, Italia e Inghilterra.

Fonti:

Ortensia Mancini – Enciclopedia Treccani

Hortense Mancini – Wikipedia inglese


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