Onna-Bugeisha: il Leggendario Coraggio delle Donne Samurai

La gloriosa casta di guerrieri del Giappone, i samurai, è universalmente nota grazie a innumerevoli libri e film che ne hanno raccontato la storia millenaria. Meno conosciuta invece è la figura della Onna-bugeisha, una donna-guerriera di estrazione nobile, appartenente alla classe bushi, quella dei samurai. Si sviluppò nel Giappone feudale, attorno alla fine del 1100, anche se nel remoto passato del paese proprio una donna, Jingū, pare che abbia guidato l’invasione della Corea, nel 200 dC.

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Non fu esattamente l’equivalente femminile del samurai, perché la maggior parte delle onna-bugeisha viveva un quotidiano piuttosto tradizionale, occupandosi della casa, in qualità di mogli, figlie e sorelle di samurai. Quando i guerrieri erano lontani per combattere, le donne dovevano preoccuparsi del buon andamento degli affari e della gestione economica della famiglia, sapevano quindi leggere e scrivere, ma venivano anche addestrate al combattimento, non con le spade, ma con una sorta di lancia dotata di lama, la naginata.

In tempo di guerra, le onna-bugeisha dovevano difendere la propria casa, la famiglia e l’onore da ladri e invasori; le donne giapponesi del medioevo non erano quindi delle fragili dame, ma all’occorrenza coraggiose guerriere.

Se un guerriero samurai non aveva figli maschi (ma talvolta anche in questo caso), poteva decidere che la figlia diventasse una onna-bugeisha a tempo pieno; la donna adottava abiti e acconciature maschili, portava due spade, ed entrava al servizio del suo daimyo (il feudatario).

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Tomoe Gozen fu una famosa onna-bugeisha che presumibilmente combatté nella guerra Genpei (1180-1185), e anche se molti storici non sono convinti della sua esistenza, fu un modello di riferimento per molte generazioni di donne giapponesi.

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Hōjō Masako e Nakano Takeko sono invece due figure storiche ben documentate; la prima visse nel XII secolo, durante un periodo di intensi conflitti, divenne la prima reggente donna di uno shogunato, quello di Kamakura, e passò alla storia come la ama-shogun, cioè la suora-shogun, perché quando rimase vedova, come era consuetudine divenne una suora buddista, continuando comunque ad occuparsi di politica.

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Nakano Takeko, nata nel 1847, era la figlia di un funzionario del feudo di Aizu, che fu adottata dal suo insegnante di arti marziali. Nel 1868, durante la battaglia di Aizu, guidò un manipolo di circa venti guerriere, che combatterono in maniera indipendente contro l’esercito imperiale giapponese. Dopo aver ucciso molti soldati avversari con la sua naginata, fu centrata dal colpo di un fucile; in fin di vita chiese alla sorella di tagliarle la testa, perché non diventasse un trofeo per i nemici.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.