Olga di Kiev: Regina e Assassina è venerata come Santa

Olga o Helga nacque in una data imprecisata a cavallo fra il IX e il X secolo a Vybuti, un villaggio in Russia sulle sponde del fiume Velika, a pochi km dalla città di Pskov. Le date possibili sono l’890, il 925 o uno qualunque degli anni compresi fra questi, all’epoca le nascite non venivano registrate, neanche per le persone con un certo rango sociale, figuriamoci per una popolana.

Olga, figlia di un capo tribù Variago, tribù norrena proveniente dalla Scandinavia, sin da bambina spiccò fra le altre per la sua bellezza, tant’è che alla tenera età di 13 anni ricevette una proposta di matrimonio molto vantaggiosa. Colui che la volle in sposa, dopo averla vista per la prima volta mentre la ragazza lavorava in un traghetto sul fiume, fu Igor Rjurikovic, anche detto Igor di Kiev, Gran Principe della Rus’ di Kiev.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Olga di Kiev. Dipinto di Nikolaj Bruni- Via Wikipedia

Quello che pare l’inizio di una favola ebbe uno svolgimento e una conclusione del tutto differenti. La vita di Olga venne funestata da una sequela di eventi che la portarono a diventare prima Principessa, poi assassina e infine Santa. La donna divenne in poco tempo una figura di grande potere, passando alla storia come la Principessa che salvò la Rus’ di Kiev, la Santa che evangelizzò il cristianesimo in Russia e Ucraina ma, anche:

La temibile assassina che condusse un massacro

Igor e Olga

Il principe Igor fu sovrano della Rus’ di Kiev, anche detta Terra di Rus’, uno Stato Monarchico di confessione pagana la cui capitale fu proprio Kiev, nell’odierna Ucraina. Lo Stato mantenne il nome delle tribù scandinave svedesi che lo fondarono, chiamate appunto Rus’, che nel IX secolo presero il sopravvento sui territori nord-europei. La Rus’ oggi comprenderebbe per estensione parte della Russia Occidentale, l’Ucraina, la Bielorussia, la Galizia e la Polonia, quindi un territorio assai esteso. Quando Igor ricevette il trono, la Rus’ di Kiev era ancora uno Stato in espansione che mirava ad assoggettare piccole e grandi tribù, fino a conquistare intere regioni.

Governanti della Rus’ riscuotono i tributi- Via Wikipedia

Le nozze di Igor e Olga si celebrarono nella prima parte del X secolo, quando lei non aveva ancora 15 anni. Negli ultimi anni del suo regno Igor fu chiamato alle armi contro la tribù dei Drevljani, esasperati dalle onerose tasse imposte dalla Rus’ che dovevano finanziare l’esercito nelle spedizioni, come per esempio quelle contro l’Impero Bizantino, ma anche sostenere i soldati durante il periodo di permanenza in terre straniere. Pellicce, miele e beni di prima necessità venivano richiesti come tributo alle popolazioni assoggettate allo Stato, in nome del Principe Igor.

Per farvi capire a che livello di strozzinaggio fiscale si arrivasse si può tener conto della testimonianza di Costantino VII Porfirogenito, Imperatore Bizantino, che ci racconta le modalità della raccolta. A Novembre i Principi della Rus’ partivano per i territori dei Drevljani e iniziavano a raccogliere i tributi, facendo ritorno a Kiev soltanto verso Aprile, quando avevano spremuto ormai tutta la regione. C’è da dire che Costantino e l’Impero Bizantino furono nemici di Igor, il che rende la fonte un po’ di parte, però è plausibile che le tasse fossero esasperanti per le popolazioni assoggettate.

Nel 945, Igor partì per la capitale della Drevlia, Iskorosten, per costringere gli abitanti al pagamento dei tributi. Il suo esercito era molto più numeroso di quello dei Drevliani, e questi pagarono senza fare storie, ma mentre Igor e i soldati tornavano a casa il Re pensò che non aveva chiesto abbastanza, il pagamento non era sufficiente. Tornò sui suoi passi, accompagnato solo da una piccola scorta, in cerca di altri tributi. Quando i Drevliani rividero il Re di nuovo alla ricerca di beni e denaro gli tesero un agguato e lo uccisero, senza fare troppi complimenti. Leone il Diacono, storico Bizantino, nelle sue cronache descrive la morte del Principe di Kiev, raccontando di come i Drevljani avessero piegato due alberi di betulla a cui legarono Igor e:

Lasciarono che gli alberi si rialzassero, così che il corpo di Igor’ fu spezzato in due

Uccisione di Igor. Dipinto di Fedor Bruni- Via Wikipedia

Olga rimase vedova e, dato che suo figlio Svjatoslav aveva soli 3 anni, dovette assumere la responsabilità della reggenza dello Stato fino al raggiungimento della maggiore età del piccolo erede. Fu da questo evento drammatico che Olga trovò la forza per mandare avanti l’Impero che le venne affidato, accrescendo la sua ricchezza, incrementandone il commercio ed espandendone il territorio.

Olga di Kiev- via Wikipedia

La Vendetta di Olga

La Principessa venne a sapere della morte del marito dagli ambasciatori Drevljani, che si recarono a Kiev per comunicarle la notizia. La donna non aveva alcuna esperienza di come regnare e né tanto meno la sicurezza che sarebbe riuscita a vivere abbastanza a lungo da vedere Svjatoslav sul trono. I nemici erano costantemente in agguato e sarebbe stato sufficiente uccidere anche solo uno dei due, madre o figlio, per impadronirsi del regno. Gli ambasciatori Drevljani presentarono una valida alternativa ai timori della sovrana, sposare il principe Mal, in modo da evitare un futuro scontro. Con il matrimonio Olga e suo figlio avrebbero avuto un’adeguata protezione e le terre dei Drevljani sarebbero andate legittimamente in mano alla Rus’ di Kiev. La proposta sembrò apparentemente equa per ambo le parti, se non fosse che accettandola Olga avrebbe dovuto sposare l’assassino di suo marito.

La Sovrana pensò prima di tutto a quel che fosse meglio per il suo popolo, rifiutando la proposta dei Drevljani, conservando perciò il trono per il suo legittimo erede… almeno così riporta il “Cronaca degli anni passati”, o la Cronaca di Nestore, prima cronaca slava attribuita al monaco e storico Nestore, in cui racconta della formazione dello Stato, le battaglie condotte dai suoi reggenti e le gesta della neo-sovrana Olga di Kiev e di come avesse reso grande la Rus’.

Cronaca di Nestore- via Wikipedia

Il rifiuto di Olga non fu dei più gentili, visto che non disse agli ambasciatori di non voler sposare il loro principe, ma fece creder loro che forse lo avrebbe fatto, dicendo che l’indomani li avrebbe onorati come era usanza fare con gli ospiti graditi. Più precisamente disse, riferendosi a Mal:

La vostra proposta mi è gradita, infatti mio marito non può risorgere dai morti. Ma desidero onorarvi domani alla presenza del mio popolo. Tornate alla vostra barca e rimanete lì, con un aspetto di arroganza. Vi manderò a chiamare domani e voi direte: “Non cavalcheremo né andremo a piedi, portaci nella nostra barca“.

Quando i Drevliani tornarono, il giorno successivo, aspettarono fuori dalla corte di Olga per ricevere gli onori che aveva promesso. Quando ripeterono le parole che aveva detto loro i soldati di Kiev li sollevarono e portarono i Drevliani nella loro barca. Gli ambasciatori credevano che questo fosse un grande onore, come se fossero portati in trionfo. Ma il popolo di Kiev li portò in tribunale, dove furono fatti cadere in una trincea che era stata scavata il giorno prima per ordine di Olga.

Le cronache riportano che Olga si chinò a guardarli mentre venivano sepolti vivi e “domandò se trovassero l’onore di loro gusto”. Successivamente la Sovrana inviò degli ambasciatori presso i Drevljani per comunicare loro che avrebbe sposato il Principe Mal, a condizione che le fossero mandati i migliori uomini Drevljani per scortarla da lui. La richiesta fu subito esaudita, venti dei più valorosi Drevljani partirono alla volta di Kiev. Quando arrivarono, Olga consigliò loro di lavarsi dopo il lungo viaggio e ordinò ai servi di preparare un bagno per gli ospiti. I Drevljani iniziarono a lavarsi, ignari di ciò che stava per capitargli. I Kievani sigillarono le porte dei bagni e diedero fuoco a tutto, facendo morire fra le fiamme i migliori guerrieri nemici.

Miniatura medievale raffigurante l’uccisione dei Drevjlani- Via Wikipedia

Olga non era ancora sazia della sua vendetta, e chiese ai Drevljani di preparare un banchetto in vista del suo arrivo a Iskorosten’, città dell’Ucraina in cui Igor perse la vita, per celebrare un funerale per il defunto marito. Quando Olga arrivò sul luogo del delitto iniziò a piangere il consorte e ordinò di servire idromele ai Drevljani durante la cerimonia funebre.

Quando tutti furono ubriachi ordinò il massacro

Funerale di Igor a Korosten’- via Wikipedia

La cronaca di Nestore racconta che quella notte furono uccisi più di cinquemila Drevljani, ma non esistono prove autorevoli, al di là del manoscritto di Nestore, che confermino questa versione. La cronaca potrebbe essere stata alimentata dal voler esaltare le gesta di Olga e fomentare la leggenda attorno al mito della Principessa di Kiev che, sempre secondo la storia, tornò a palazzo e dichiarò guerra al popolo nemico nel 946 per uccidere i sopravvissuti al massacro.

Il conflitto iniziale tra gli eserciti delle due nazioni andò molto bene per le forze della Rus’ di Kiev, che vinsero facilmente diversi scontri e respinsero i sopravvissuti nelle loro città. Olga guidò quindi il suo esercito a Iskorosten (odierna Korosten), la città in cui suo marito era stato ucciso, e iniziò l’assedio alla città.

L’assedio durò un anno ma la situazione era in fase di stallo, così Olga pensò a un piano per ingannare i Drevliani. Mandò loro un messaggio: “Perché insistete a resistere? Tutte le vostre città si sono arrese e si sono sottoposte ai tributi, affinché gli abitanti ora coltivino in pace i loro campi e le loro terre. Ma voi preferite morire di fame, senza sottomettervi a un semplice tributo“. I Drevliani risposero che volevano sottomettersi al tributo, ma temevano che fosse ancora intenzionata a vendicare suo marito. Olga rispose che l’assassinio dei messaggeri inviati a Kiev, così come gli eventi della notte di festa, le erano bastati. Quindi fece loro una richiesta: “Datemi tre piccioni… e tre passeri per ogni casa“. Ai Drevliani non sembrò vero di potersi liberare dall’assedio pagando soltanto tre piccioni e tre passeri a testa, e inviarono alla regina il tributo.

Olga ordinò ai suoi uomini di attaccare un pezzo di zolfo legato con piccoli pezzi di stoffa a ciascun uccello. Al calar della notte Olga disse ai suoi soldati di dare fuoco allo zolfo e liberare gli uccelli. Gli uccelli terrorizzati dal fuoco volarono fino ai loro nidi all’interno della città, che bruciò in un incendio devastante. La Cronaca racconta: “Non c’era una casa che non fosse consumata, ed era impossibile spegnere le fiamme, perché tutte le case presero fuoco contemporaneamente“. Mentre la gente fuggiva dalla città in fiamme Olga ordinò ai suoi soldati di catturare chiunque, uccidendo moltissimi uomini e dando buona parte della popolazione in premio come schiavi ai suoi seguaci.

Dopo la vendetta

La Principessa regnò con il favore del popolo, da cui venne amata per il suo carattere inflessibile ma equo. Conquistò territori e ricchezze che accrebbero la potenza della Rus’ e della monarchia. Modificò la riscossione dei tributi, incaricando i funzionari di palazzo di occuparsene. Come abbiamo detto prima la raccolta dei tributi veniva effettuata dai governanti della Rus’, ma dopo la morte del marito Igor Olga decise di evitare questo pericolo ai futuri regnanti. Questa modifica legislativa è considerata l’input che fece nascere un regolare sistema di leggi scritte nella Rus’ di Kiev, che prese poi il nome di Russkaya Pravda, anche detta La Giustizia di Rus’.

Pagina della Russkaya Pravda- via Wikipedia

Olga organizzò centri per i commerci, territori di caccia, definì i confini della Rus’, innalzò e migliorò le città dell’Impero. Sotto la sua corona la Rus’ prosperò. La Principessa rimase tenace e salda anche durante il terribile assedio di Kiev nel 968, difendendo e salvando Kiev dai Peceneghi.

L’aspetto del suo governo di cui abbiamo più fonti certe è la conversione al Cristianesimo. Olga fu la prima Sovrana cristiana ortodossa della Rus’ e aprì la strada alla conversione dell’intero regno. Nel 957 Olga partì alla volta dell’Impero Bizantino per concludere accordi militari e commerciali, ma a Costantinopoli pare che trovò la fede cristiana. Chiese di battezzarsi e fu il Patriarca Polieucte di Costantinopoli (Πολύευκτος) a officiare il sacramento, fece da padrino l’imperatore Costantino VII Porfirogenito in persona.

Battesimo di Olga di Kiev a Costantinopoli- Via Wikipedia

Sempre secondo la Cronaca di Nestore, Costantino chiese la donna in sposa, ma Olga lo rifiutò nonostante questo matrimonio avrebbe potuto accrescere la ricchezza e la potenza della Rus’. La Regina non volle sposare colui che l’aveva battezzata e, inoltre, la chiesa vietava questo tipo di unioni.

Molto probabilmente questa proposta di matrimonio non avvenne mai, dal momento che Costantino aveva già un’imperatrice consorte al suo fianco. Come per altri particolari si pensa che questo sia più che altro un abbellimento agiografico che Nestore volle aggiungere alla storia per ribadire le virtù di Olga.

La Regina scelse il nome di Elena dopo la sua conversione, e tornò in patria per predicare la diffusione del cristianesimo. Al tempo i popoli rifiutarono la nuova religione, perché saldamente ancorati e gelosi delle proprie tradizioni. La classe aristocratica dei Boiardi, secondi solo ai Principi per importanza e potere, si ribellarono agli intenti della Sovrana, e anche suo figlio Svjatoslav rifiutò la conversione, regnando, alla morte di Olga, da Principe pagano.

Svjatoslav di Kiev- via Wikipedia

Nel 959 la Principessa chiese aiuto alla Chiesa di Costantinopoli, in particolare all’Imperatore Ottone I, affinché inviasse vescovi e sacerdoti che potessero evangelizzare le terre di Rus’. Secondo diversi Annali, i vescovi inviati dal Sacro Romano Impero furono cacciati dalla Rus’ dagli alleati di Svjatoslav, fortemente pagano, che così facendo prevaricò la madre Olga, che pare avesse perso consensi a causa della conversione al cristianesimo.

Nel frattempo la Principessa fece costruire chiese a Kiev e in diverse città del regno, facendo promettere a suo figlio di non perseguitare i cristiani. Nonostante Svjatoslav non volle mai convertirsi, Olga riuscì a tramandare la fede al nipote Vladimir, successore di Svjatoslav, che vi aderì nel 988 richiedendo il battesimo per la sua famiglia e per il suo popolo, diventando lui stesso Santo ed evangelizzatore del cristianesimo nella Terra di Rus’. Furono molteplici le lotte dei pagani per opporsi alla nuova fede, e altrettante lotte furono perpetrate da parte degli evangelizzatori e dei governanti cristiani, che vollero convertire il popolo ad ogni costo.

Battesimo di Vladimir di Kiev- Via Wikipedia

Olga morì prima di poter assistere alla trasformazione del paese, l’11 luglio del 969

Grazie al suo operato di cristianizzazione, fu nominata Santa dalla Chiesa Ortodossa Russa nel 1547, con il titolo onorifico di “Isapóstolos”, cioè uguale agli apostoli, ed è considerata santa non solo dagli Ortodossi ma anche dai cattolici. Il giorno della sua ricorrenza è l’11 luglio, data della sua morte, considerata patrona delle vedove e dei convertiti.

Affresco dei Santi Vladimir e Olga di Kiev- via Wikipedia

La figura di Olga di Kiev arriva fino noi in un mix di folklore e storia che la ricordano in entrambi i casi come una Grande Leader, una vendicativa assassina e una delle Sante più amate dai Russi, dagli Ucraini e da diversi altri popoli di origine slava.


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