Arcivescovo, geografo, etnologo e scrittore: Olao Magno fu un uomo di grande personalità che nacque nel 1490 a Linköping, città oggi universitaria situata nella provincia svedese dell’Östergötland.
La Svezia di allora si trovava ad un bivio: era il periodo delle riforme luterane e la religione cristiana si stava, di fatto, dividendo. Nel giro di un secolo, il paese si assimilerà per intero alla dottrina protestante. Olao, però, era sempre rimasto devoto al cattolicesimo e non si convertì al protestantesimo nemmeno quando, nel 1523, il nuovo re di Svezia Gustavo I Vasa assunse subito un tipo di politica ostile agli ordini papali che giungevano da Roma.
Il primo, grande capitolo della vita di Olao Magno fu il viaggio intrapreso in Lapponia tra i popoli autoctoni: nel 1518, da legato pontificio, visitò le varie comunità sparse nell’enorme regione del profondo Nord e, seppur già convertite al cristianesimo, continuavano a tramandare di padre in figlio i vecchi culti pagani, rendendo di fatto ibrida la propria cultura rispetto al resto della Scandinavia.
Dall’esperienza di questo viaggio, Olao scriverà a Roma nel 1555 il saggio Historia de gentibus septentrionalibus e la sua opera diverrà di straordinaria importanza. Per la prima volta, infatti, il mondo latino-mediterraneo iniziava a conoscere lo sconosciuto e misterioso estremo Nord, i suoi usi e costumi, gli animali che popolano le sperdute foreste e le leggende che ruotano intorno a essi.
Sotto, la Carta marina di Olao Magno:
Il secondo, desolante capitolo per Olao iniziò nel 1523: in visita in Italia, non poté più tornare a casa. I massimi rappresentati cattolici non erano più graditi in Svezia, in un momento in cui, tra i vari eventi, re Gustavo I sciolse la storica Unione di Kalmar, volta a legare politicamente i Regni di Danimarca, Svezia e Norvegia. Olao visse, dunque, a Danzica col fratello Giovanni, Arcivescovo di Uppsala, e dal 1539 si stabilì definitivamente in Italia, a Venezia. In laguna Olao scrisse l’altra importante opera della sua vita, la Carta Marina. Stilò, in maniera approssimativa, la lunga costa marittima dall’Islanda alla Finlandia, localizzò le città e i villaggi scandinavi, inserì le relative immagini, sospese tra il reale e il fantasioso.
Alla morte del fratello Giovanni, Olao divenne il nuovo Arcivescovo di Uppsala nel 1544, pur coprendo sempre la carica da esule. Come Primate di Svezia, Olao fu ospite al Concilio di Trento tra il 1545 e il 1549: propose, tra le varie discussioni del giorno, lo stoccafisso come alimento alternativo alla carne nel periodo quaresimale, prodotto giunto in Italia un secolo prima grazie al navigatore Piero Querini, che lo portò a Venezia dalle isole norvegesi delle Lofoten.
Illustrazione da Historia de gentibus septentrionalibus
Se Querini, dunque, fece conoscere lo stoccafisso a Venezia, Olao Magno fu la personalità che volle introdurlo nella dieta cattolica: sarà riconosciuto come un alimento lecito dalla Chiesa circa vent’anni più tardi, dopo la sua morte.
Un’altra, grande novità portata da Olao Magno nel suo periodo di attività al Concilio di Trento fu quella dell’uso degli sci: fin lì sconosciuti in Italia, nei momenti di pausa Olao li mostrò al suo pubblico tra Trento e Vicenza (altra città con cui Olao era legato).
Historia de gentibus septentrionalibus
Questo antichissimo mezzo di locomozione nordico, “esclusivo dei finnici e dei lapponi” come scrisse più tardi nella Historia de gentibus septentrionalibus, venne però visto come “lo strumento del demonio” dagli ambienti vaticani: circa un secolo dopo, nel 1663, sarà un prete ravennate, Francesco Negri (1623-1698), a compiere un lungo e faticoso viaggio a bordo di un paio di sci fino a Capo Nord. Dall’esperienza scriverà l’opera “Viaggio settentrionale fatto, e descritto dal molto reverendo sig. d. Francesco Negri da Ravenna”, pubblicata postuma nel 1700.
Historia de gentibus septentrionalibus
L’esplorazione di Francesco fu ispirata, non a caso, dalla lettura degli scritti ereditati da Olao Magno, morto a Roma nel 1557. Di Olao, al contrario del fratello Giovanni, non esiste oggi alcun ritratto.
Sotto, ritratto dell’esploratore ravennate Francesco Negri:
E che ne fu, del cattolicesimo in Svezia? La sua piena libertà di culto, dopo un lungo periodo di oblio, venne autorizzata e riabilitata solo nel 1860.