Odette Sansom: l’agente segreto che ingannò i tedeschi

Tra le agenti al servizio del S.O.E. (Special Operation Executive) britannico in Francia durante la seconda guerra mondiale, Odette Brailly è probabilmente la più famosa, non solo per le sue azioni e per il suo coraggio, ma anche perché sopravvisse grazie a una bugia alla quale i tedeschi credettero.

Odette nacque ad Amiens nel 1912. Dopo la morte del padre nel 1918, a Verdun, Odette, la madre e le sorelle, si trasferirono a Boulogne. La sua infanzia non fu facile: contrasse la poliomielite, che la tenne a lungo costretta a letto, e una malattia agli occhi che la rese temporaneamente quasi cieca per mesi.

A Boulogne conobbe Roy Patrick Sansom, un inglese che sposò nel 1931 e con il quale si trasferì in Inghilterra nel 1933. Ebbero 3 figlie, tra il 1932 e il 1936, ma già nel 1939 il marito venne richiamato in guerra. Rimasta sola con le bambine, nel 1942 Odette rispose ad una richiesta dell’Ammiragliato che invitava chiunque fosse in possesso di cartoline o foto familiari delle coste francesi a inviarle per scopi militari.

La donna spedì le sue foto di Boulogne insieme ad una lettera di accompagnamento dove spiegava di essere francese e di conoscere bene la zona. Per un errore di indirizzo la lettera finì in mano al SOE, che la contattò proponendole una collaborazione. Odette accettò, lasciò le figlie in un collegio di suore, e venne reclutata in veste ufficiale di infermiera, per coprire invece il suo vero ruolo di agente segreto.

Odette Brailly nel 1946

Immagine di pubblico dominio

Iniziò quindi il vero addestramento di agente con diversi compiti: spionaggio, collegamento con la resistenza, sabotaggio e corriere.

Non era solo necessaria una perfetta conoscenza della lingua, bisognava conoscere anche la storia, la geografia e le abitudini del posto, proprio come un vero francese. Odette quindi partiva già avvantaggiata, ma caratterialmente non era particolarmente adatta:

Impulsiva, eccitabile, di forte temperamento, non fredda e razionale come richiesto

In compenso era mossa da un enorme patriottismo e venne quindi accettata, nonostante ci fosse chi la giudicava una donna impossibile, che non ammetteva mai di poter essere in errore.

La sua nuova identità era quella di Odette Métayer, vedova, di St Raphaël; il suo nome in codice era Lisa, il suo incarico di trovare a Auxerre una casa sicura dove stabilirsi per accogliere e aiutare gli agenti di passaggio.

Arrivò a Cassis via mare e incontrò il capitano Peter Churchill, un professore inglese che aveva vissuto e studiato in Francia e Svizzera, capo dell’organizzazione Spindle con il nome di Raoul, insieme ai membri della resistenza Andrè Girard e Adolphe Rabinovich, un ebreo egiziano che era l’operatore radio.

Adolphe Rabinovich

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Churchill, a corto di personale fidato, propose al SOE di cambiare l’incarico di Odette per utilizzarla come corriere, come incaricata del mercato nero per procurare viveri e materiale e per cercare luoghi sicuri dove paracadutare gli agenti.

Odette era sorpresa della mancanza di cura nella misure di sicurezza prese dai francesi e sospettava di alcuni membri, dei quali però non volle mai fare i nomi. Era molto legata a Churchill, col quale iniziò una relazione, e anche a Rabinovich, gli unici dei quali si fidava completamente.

Nel novembre 1942 i tedeschi occuparono la zona sud della Francia di ‘Vichy’ e le cose si misero male per gli agenti. Churchill e Odette volevano tornare in Inghilterra per trovare una soluzione al problema della sicurezza, ma rischiarono l’arresto, sorpresi dai tedeschi durante il tentativo di partenza. La cattura era solo questione di tempo.

Si rifugiarono in alta Savoia, a St. Jorioz, registrandosi come marito e moglie all’Hotel de la Poste. Rabinovich si stabilì invece poco distante, a Faverges.

Messi al sicuro i due compagni, Churchill riuscì a tornare a Londra, ma poche ore dopo la sua partenza Hugo Bleicher, il più famoso cacciatore di spie dell’Abwehr, il controspionaggio tedesco, catturò a Parigi l’agente Andrè Marsac: forse c’erano davvero degli infiltrati nell’organizzazione. Bleicher riuscì a convincerlo di essere un ufficiale della Wehrmacht che voleva aiutare gli alleati e si fece accompagnare a St. Jorioz dove incontrò Odette e Rabinovich. La donna non si fidava di Bleicher, aveva forti sospetti, ma decise di aspettare il ritorno di Churchill. Londra confermò di fare estrema attenzione al Colonello Henri, come Bleicher si faceva chiamare, e di prendere tempo fissando l’appuntamento al 18 aprile, per incontrare anche Churchill.

Churchill venne paracadutato in Francia il 15 aprile 1943 e raggiunse Odette, ma il 16 Bleicher si presentò in albergo con militari italiani, che controllavano quell’area, e li arrestò.

La prigione di Fresnes

Immagine di Lionel Allorge via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0

I due vennero portati prima ad Annecy, poi nella prigione di Fresnes, sempre tenuti separati. Bleicher li interrogò, ma rifiutarono entrambi di parlare e furono pertanto portati a Parigi, al tristemente famoso numero 84 di Avenue Foch, sede dell’SD, il Sicherheitsdients tedesco che si occupava del servizio di spionaggio.

Qui vennero entrambi interrogati e torturati, con Odette che sosteneva di essere la moglie di Churchill, a sua volta parente del Primo Ministro Sir Winston (mentre erano solo omonimi), e che suo marito non era coinvolto con la resistenza francese. A quest’ultima affermazione non credettero, ma per sua fortuna alle prime due sì.

Questo non risparmiò a Odette, che in quanto donna veniva ritenuta la più debole della coppia, due settimane di interrogatori e torture. I tedeschi volevano sapere dove si nascondeva Rabinovich, ma la risposta di Odette fu sempre che non aveva nulla da dire.
Nella sua biografia racconta che le vennero strappate le unghie dei piedi, che venne bruciata sulla schiena con un ferro rovente e che a torturarla fu sempre un bel giovane francese, probabilmente malato di mente.

Era la procedura normale per impedire che si potesse testimoniare contro un tedesco

Le spie non erano tutelate dalla Convenzione di Ginevra, non erano prigionieri di guerra, potevano essere giustiziate in qualunque momento.

Bleicher tentò di blandire Odette per farla parlare, ma non ci riuscì. I due agenti furono condannati a morte e Odette, che aveva due capi di imputazione, disse ai tedeschi di decidere quale scegliere, perché di vita ne aveva una sola. Ma loro due erano prigionieri importanti, soprattutto Churchill, che venne inviato a Berlino e che fu poi internato a Flossenburg e a Dachau.

Odette, nel maggio 1944, dopo più di un anno di detenzione a Fresnes, indebolita e ammalata, venne trasferita in Germania insieme ad altre sette agenti. Era l’operazione ‘Nacht und Nebel’ (Notte e nebbia), dall’opera ‘L’oro del Reno” di Wagner, dove il personaggio cantando ‘Nacht und Nebel,’ si trasformava in una colonna di fumo e spariva. Quel nome era dedicato ai prigionieri politici condannati a morte, la loro divisa nei campi aveva una N.N. segnata sulla schiena:

Sparivano senza lasciare traccia

Il 26 luglio Odette arrivò a Ravensbrück da sola, era stata separata dalle compagne che erano già state uccise tutte, anche se lei non lo sapeva. Doveva solo a quella (millantata) parentela inventata il fatto di essere ancora viva.

Questo non le diede alcun vantaggio nel trattamento, viveva lo stress di sapere che ogni mattina poteva essere quella dell’esecuzione, era sola in una cella buia quasi senza cibo.
Da agosto le condizioni peggiorarono ancora, le venne ulteriormente diminuito il cibo e acceso il riscaldamento nella cella. Il comandante del campo, Fritz Suhren, era particolarmente severo con lei, che aveva fornito agli inglesi le mappe delle postazioni tedesche nel sud della Francia ed aveva favorito lo sbarco del 15 agosto fra Tolone e Cannes.

Fritz Suhren

Immagine di Sebastien93430 via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0

L’agonia cessò in dicembre, quando venne trovata priva di conoscenza e in fin di vita: fu portata in una cella migliore e con più cibo. In gennaio seppe che la sua collega Violette Szabo, che definiva ‘ la più coraggiosa di noi’, ed altre due agenti erano stata giustiziate.

La sconfitta della Germania era vicina e Suhren riteneva utile tenere in vita una prigioniera importante, in previsione della disfatta, per poter trattare con gli alleati.
Ci vollero ancora 4 mesi ma il 1° maggio 1945 Suhren fece salire Odette sulla sua Mercedes. Lei era convinta di essere vicina all’esecuzione, invece lui le spiegò che voleva consegnarsi agli americani:

In prossimità delle linee nemiche Suhren si arrese a Odette consegnandole la sua pistola

Quella mossa fu la salvezza di Odette ma non servì a Suhren per salvarsi. Le testimonianze della donna al processo contro di lui e un altro aguzzino di Ravensbrück lo fecero condannare a morte dal tribunale militare francese e venne giustiziato nel 1950.

Al ritorno a Londra la donna ritrovò Churchill, che era sopravvissuto, ed apprese invece che Rabinovich, il loro fedele amico, era atterrato col paracadute in un campo controllato dai tedeschi, ed essendo ebreo, portato in Germania e subito ucciso nelle camere a gas.

Odette impiegò più di un anno per ristabilirsi. Nel 1946 fu la prima donna ad essere insignita della George Cross, massima onorificenza britannica per i civili. Dopo aver ottenuto il divorzio da Sansom, sposò Churchill nel 1947, ma divorziarono nel 1955.
Lo stesso anno Odette sposò Geoffrey Hollowes, un altro agente del SOE in Francia.
Morì nel 1995 a 82 anni.

Sotto, Odette Samson sposa Peter Churchill:

Nel 1950 venne girato il film ‘Odette’, interpretato da Anne Neagle e con Trevor Howard nella parte di Churchill. Il ruolo di Odette venne offerto a Michele Morgan e a Ingrid Bergman, ma entrambe rifiutarono considerandolo troppo drammatico per poter interessare il pubblico. Odette non permise di girare il film a Hollywood, per il timore che venisse falsata la storia e fece da supervisore insieme a Churchill per tutta la durata delle riprese in Europa. Nelle scene girate all’84 di Avenue Foch, chi la conosceva disse che per la prima volta l’aveva vista piangere.

Il film sollevò critiche da parte di ex agenti SOE e della resistenza francese, che ritenevano fossero stati esagerati il loro valore e il loro contributo alle azioni.
Il film incontrò un grande successo e risultò essere tra i primi quattro al Box Office del 1950.

Nel libro ‘SOE in France’, l’autore M.R.D. Foot scrisse che i due conducevano una vita lussuosa in Riviera a spese del SOE e che tornati in patria cercavano la celebrità aumentando l’effettiva l’importanza delle loro azioni. Odette si accontentò delle scuse, Churchill sporse querela e alcune parti del libro vennero stralciate nelle successive edizioni. Alle vicende di Odette e della sua collega Violette Szabo si ispirarono liberamente Larry Collins nel romanzo ‘Fortitude’ e Ken Follet nel suo ‘Le gazze ladre’.

Giovanna Francesconi

Amo la storia, e le storie dietro ad ogni persona o oggetto. Amo le cose antiche e non solo perché ormai ne faccio parte pure io, ma perché la verità è la figlia del tempo.